Quattro partiti tunisini e il principale sindacato della Tunisia hanno detto che il presidente Saied ha perso “legittimità” dopo i suoi ultimi provvedimenti. Nei campi profughi siriani di al-Hol e Roj (vicino all’Iraq), Save the Children lancia l’allarme: “Ogni settimana qui muoiono due bambini”. Per il presidente turco Erdogan i rapporti tra Turchia e Usa “non sono sani”
della redazione
Roma, 24 settembre 2021, Nena News –
TUNISIA
Secondo quattro partiti ed il principale sindacato della Tunisia, il presidente Kais Saied ha perso “legittimità” dopo il suo annuncio di due giorni fa di assumere misure eccezionali per rafforzare il suo potere. In un comunicato congiunto pubblicato ieri, i partiti Attayar, al-Jomhour, Akef e Attakatol hanno affermato che la decisione di mercoledì di Sayed gli dà un assoluto “monopolio politico” e hanno pertanto chiesto la fine del “golpe”. “Crediamo che il presidente abbia perso legittimità violando la costituzione e lo riteniamo responsabile per le ripercussioni di questo pericoloso passo”, si legge nella nota. Sayed, che ha sospeso i lavori parlamentari e licenziato il premier lo scorso 25 luglio, mercoledì ha detto che avrebbe governato per decreto in vista di un cambiamento del sistema politico. Contro Sayed si è schierato anche il principale sindacato del Paese, l’Ugtt, che ha detto in una nota che la “Tunisia sta andando verso il potere assoluto e il governo individuale”.
La situazione si fa sempre più tesa nel Paese. Se una parte di popolazione ha appoggiato la decisione di luglio del presidente perché la vede come una mossa che spazza via una elite politica impopolare e corrotta, sono tante le voci di chi si oppone a Saied e parla apertamente di “colpo di stato”. Sabato centinaia di persone hanno protestato nella centrale viale Bourghiba di Tunisi contro gli atti “incostituzionali” del capo dello stato. Domenica è stata convocata una nuova manifestazione. Per Rashed Ghannouchi, il leader del principale partito tunisino (l’islamista an-Nahda), le dichiarazioni del presidente rappresentano di fatto una “cancellazione della costituzione” e pertanto al-Nahda non le accetterà. Intervistato dall’agenzia Afp, Ghannoushi ha quindi esortato il popolo tunisino alla “lotta pacifica” contro il ritorno “al governo assoluto di un solo uomo”.
SIRIA
L’allarme lanciato ieri da Save The Children è drammatico: ogni settimana due bambini muoiono nei due campi di detenzione siriani di al-Hol e Roj (nel nord est della Siria a confine con l’Iraq). Dal 2019, sotto la supervisione delle forze curdo-siriane SDF sostenute dagli Stati Uniti, ad al Hol e Roj sono state ammassate decine di migliaia di persone – miliziani dello Stato Islamico e i loro familiari – provenienti da zone a lungo controllate dal “califfato islamico”. L’ong accusa numerosi paesi, tra cui membri dell’Unione europea, di aver abbandonato al loro destino migliaia di bambini, esposti alla violenza, alla malnutrizione e alle malattie. Da tempo l’amministrazione curda della Siria del nord Est fa pressioni sui governi occidentali affinché possano prendersi queste persone data la mancanza di fondi da parte del governo locale per poter gestire i campi. La situazione umanitaria è terribile nei campi dove a risiedere sono circa 40mila minori provenienti da 60 Stati diversi. Secondo Save The Children quest’anno sono già morti 62 bambini per varie cause, tra cui violenze, malattie e incidenti.
USA/TURCHIA
Ieri il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che le relazioni tra Turchia e Usa non sono “sane” e che gli statunitensi devono “risolvere” le controversie relative all’acquisto da parte di Ankara del sistema difensivo russo S-400. A riferirlo è l’emittente turca Heberturk. I rapporti tra i due Paesi sono tesi da alcuni anni, ma la situazione si è aggravata lo scorso anno quando gli Usa hanno imposto delle sanzioni contro i turchi (loro alleati nella Nato) per il loro acquisto del sistema difensivo russo S-400. Una mossa che ha portato gli americani anche a espellere la Turchia dal programma F-35 della Nato che mira a sviluppare jet da combattimento di ultima generazione. Altro motivo di tensione tra i due stati è poi il sostegno dato da Washington ai gruppi curdi in Siria che per Ankara rappresentano una “minaccia” alla sua sicurezza nazionale.
“Non posso affermare che ci sia un processo sano nei rapporti turchi-americani”, ha affermato Erdogan secondo quanto riporta Haberturk. “Noi – ha aggiunto il presidente turco parlando da New York dove è impegnato per i lavori dell’Assemblea Generale dell’Onu – abbiamo comprato gli F-35, abbiamo pagato 1,4 miliardi di dollari e questi F-35 non ci sono stati dati. Gli Usa devono prima risolvere questo [punto]”. Erdogan ha infine concluso dicendo che Ankara cercherà di soddisfare i suoi bisogni difensivi da qualche altra parte qualora gli americani non volessero aiutare.