Il piano vaccinazione per i palestinesi ha un deficit di 30 milioni di dollari. È la denuncia della Banca Mondiale. In Libia, il potente ministro degli Interni Bashagha è scampato ieri ad un attentato. Washington ammette di aver iniziato a discutere con Teheran (non direttamente) della questione dei suoi connazionali detenuti in Iran
della redazione
Roma, 22 febbraio 2021, Nena News –
PALESTINA
Il piano vaccinazioni anti-Covid per i palestinesi ha un deficit di 30 milioni di dollari. A dirlo è oggi la Banca Mondiale in un rapporto. “Per assicurare una efficace campagna di vaccinazione, le autorità palestinesi e israeliane dovrebbero coordinarsi nel finanziare, acquistare e distribuire vaccini Covid-19”, si legge nel documento. Al momento, i piani dell’Autorità palestinese (Ap) coprono solo il 20% della popolazione grazie al programma Covax. L’obiettivo è procurarsi ulteriori dose di vaccino così coprire il 60% dei palestinesi. Ma i costi per raggiungere questa cifra, stima la Banca mondiale, “sono intorno ai 55 milioni di dollari pertanto c’è un gap di 30 milioni”.
I palestinesi hanno incominciato le vaccinazioni questo mese e hanno ricevuto piccole donazioni da Israele, Russia ed Emirati. Tuttavia, le 32.000 dosi ricevute sono davvero esigue: i palestinesi nei Territori Occupati (Striscia di Gaza e Cisgiordania) sono infatti 5,2 milioni. Sia i palestinesi che i gruppi umanitari hanno accusato Israele di non aver incluso anche i palestinesi nel suo programma di vaccinazione nonostante Tel Aviv sia forza occupante e come tale ha l’obbligo di occuparsi della popolazione che occupa. Accusa che le autorità israeliane rispediscono al mittente affermando invece che, per gli Accordi di Oslo, è il ministero della salute palestinese ad essere responsabile per la vaccinazione dei palestinesi. Per la Banca Mondiale, “da una prospettiva umanitaria, Israele può considerare di donare [ai palestinesi] dosi extra che ha ordinato e che potrebbe non usare”. Venerdì, l’Autorità palestinese ha fatto sapere che Tel Aviv ha dato l’ok per vaccinare 100.000 palestinesi che lavorano in Israele.
Dal canto suo, ieri Israele ha riaperto la sua economia dopo settimane di restrizioni. Le autorità israeliane hanno fatto sapere che più del 45% della sua popolazione di 9 milioni ha ricevuto almeno una dose del vaccino della Pfizer-BioNTech. Secondo il ministero della salute, le due dosi del vaccino hanno ridotto le infezioni da Covid del 95,8%.
LIBIA
Il potente ministro libico degli Interni del Governo di Accordo Nazionale (Gna), Fathi Bashagha, è rimasto illeso ieri ad un attentato avvenuto nei pressi di Tripoli. Secondo la ricostruzione ufficiale, il corteo di macchine che lo scortava è stato oggetto di colpi da arma da fuoco. “La polizia – racconta una fonte – ha risposto sparando. Due aggressori sono stati arrestati”. Un terzo, portato in ospedale, sarebbe morto successivamente per le ferite ricevute. In una dichiarazione ufficiale del ministero, si legge che gli attentatori avrebbero utilizzato un camion della Toyota dotato di mitragliatrice. Nell’attacco, è rimasta ferita anche una guardia. Secondo le prime indagini, chi ha compiuto l’attacco di ieri era di Zawiya, città stato a 45 km da Tripoli, rivale di Misurata da dove proviene Bashagha. Nei recenti mesi, il ministro degli interni – molto vicino alla Turchia – ha provato ad assorbire i vari gruppi armati nelle forze di sicurezza provando a limitare l’azione delle milizie che agiscono al di fuori delle direttive governative. Un piano che è mal visto da diversi gruppi armati.
USA/IRAN
Il consigliere alla sicurezza nazionale del presidente statunitense Joe Biden, Jake Sullivan, ha detto ieri che Washington ha incominciato a discutere con l’Iran della detenzione dei cittadini americani detenuti nella Repubblica Islamica. Sullivan ha detto che è una “priorità significativa” riportare gli americani “sani e salvi a casa” e ha parlato a riguardo di “catastrofe umanitaria”. Negli ultimi anni Teheran ha arrestato diversi cittadini dalla doppia nazionalità con l’accusa di spionaggio. Tra di loro, ci sono anche diversi cittadini americani. Secondo le organizzazioni umanitarie, la Repubblica islamica utilizza queste detenzioni per ottenere delle concessioni da altri paesi. Accusa che però Teheran rigetta. Secondo un sito iraniano, ogni comunicazione tra Teheran e Washington relativa ai cittadini Usa detenuti in Iran avviene grazie all’ambasciata della Svizzera nella capitale iraniana che gestisce gli interessi americani nella Repubblica islamica.
Sullivan ha anche detto ieri che Biden è “determinato” a impedire che l’Iran abbia un’arma nucleare e che la diplomazia è il modo migliore affinché questo non accada. Ieri, intanto, il ministro degli Esteri iraniano Zarif ha detto che le sanzioni unilaterali imposte dagli Usa hanno inflitto più di un trilione di dollari di danni all’economia del suo Paese e che pertanto Teheran si aspetta una compensazione.