Secondo al Jazeera nei raid del Cairo sarebbero morti anche civili, seppure al-Sisi affermi di aver colpito solo campi di addestramento islamisti. Il governo di Tobruk prende parte all’azione, scatenando la reazione dell’esecutivo islamista di Tripoli.
della redazione
Roma, 17 febbraio 2015, Nena News - Oltre cinquanta persone sono rimaste uccise ieri nei raid congiunti dell’aviazione egiziana e di quella libica che risponde al governo di Tobruk, portati avanti ieri all’alba dopo che lo Stato Islamico aveva diffuso il video della decapitazione di 21 copti egiziani catturati a Sirte due mesi fa. I bombardamenti, effettuati all’alba, in mattinata e nel primo pomeriggio, hanno “colpito gli obiettivi con precisione”, stando a quanto diffuso in un comunicato delle Forze armate egiziane, ma al-Jazeera riporta invece che ci sarebbero anche sette vittime civili a Derna, tra cui tre bambini.
Le foto diffuse sui social network dopo il bombardamento mostrano alcune aree residenziali di Derna, nonostante l’aviazione egiziana abbia dichiarato di aver colpito campi di addestramento dell’Isis e di Ansar al-Sharia uccidendo “64 terroristi” tra cui tre leader delle milizie jihadiste. Anche l’esercito fedele al governo di Tobruk (appoggiato dall’Occidente ma dichiarato “incostituzionale” dalla Corte Suprema qualche mese fa, ndr), guidato dal generale Khalifa Haftar, ha dichiarato di aver partecipato ai bombardamenti, dicendosi pronto a collaborare con l’Egitto nonostante dal Cairo non sia ancora arrivata nessuna conferma ufficiale.
A scagliarsi contro l’intervento egiziano è stato invece Omar al-Hassi, capo del governo di Tripoli dominato dalla coalizione “Fajr Libya” e sostenuto da Qatar e Turchia, che include moderati e fazioni islamiste più estremiste, insieme con milizie tribali e locali. Hassi ha definito i raid del Cairo “terrorismo” e ha denunciato quella che considera una “aggressione vergognosa”. “Questo orribile attacco – ha detto Hassi – e il terrorismo condotto dai militari egiziani rappresenta una violazione della sovranità della Libia ed è una chiara violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite”. Ma al Cairo la versione è diversa: “L’Egitto – ha dichiarato il ministro degli Esteri del Cairo Sameh Shoukry – ha il diritto di difendere i propri figli”.
I due governi paralleli, seppur in difficili rapporti, nei giorni scorsi sembravano sul punto di intavolare un dialogo per una strategia comune contro il Califfato. Dopo le accuse che le parti si sono lanciate vicendevolmente sull’attentato dello scorso mese all’hotel Corinthia di Tripoli – rivendicato dall’Isis, ma secondo il capo del governo tripolino Omar al-Hassi ordito dal suo omologo di Tobruk, Abdullah al-Thani, per dimostrare l’instabilità che regna all’ovest, ndr – qualche giorno fa infatti Omar al-Zanki, ministro dell’Interno (sospeso dal premier) del governo di Tobruk ha rivelato che ci sarebbe la possibilità che i due governi paralleli si uniscano nella lotta all’Isis. “Abbiamo avuto contatti con esponenti della regione occidentale – ha detto – e in particolare con le brigate di Misurata, sulla grande minaccia dello Stato Islamico”.
Intanto Libya Herald riferisce che altri 35 egiziani sarebbero stati rapiti dalle milizie jihadiste subito dopo i raid effettuati dal Cairo. Gli ostaggi, catturati nelle zone di attività dell’Isis e di Ansar al-Sharia nella regione di Derna, sarebbero in gran parte lavoratori agricoli. Contro la minaccia fondamentalista che preme sulle sue frontiere occidentali e collabora con cellule estremiste con base nella penisola del Sinai, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha rivolto ieri un appello alla comunità internazionale perché intervenga contro lo Stato islamico in Libia. “Quello che sta succedendo lì – ha detto Sisi – è una chiara minaccia alla pace mondiale e alla sicurezza”. Nena News