Con indosso l’uniforme, l’ex militare ha dichiarato di parlare a nome delle Forze armate e ha esortato i magistrati a prendere le redini in mano e a traghettare il Paese alle elezioni parlamentari. I Fratelli musulmani lo accusano di voler creare uno “scenario egiziano”
della redazione
Roma, 22maggio 2014, Nena News – L’ex generale Khalifa Haftar indica la strada verso il voto parlamentare del 25 giugno, annunciato ieri dal governo di Tripoli per porre rimedio allo sfacelo istituzionale che sta segnando la Libia post-Gheddafi. Dopo avere aggiunto caos alla già precaria situazione libica con l’attacco al Parlamento di tre giorni fa, un golpe de facto guidato dai suoi fedelissimi e dalle milizie al Zintan, Haftar ha esortato il Consiglio superiore della magistratura, organismo indipendente che gode di un certo rispetto tra la i cittadini, a prendere le redini in mano. Con indosso l’uniforme, ha dichiarato di parlare a nome delle Forze armate e ha esortato il Csm libico a formare un “Consiglio di presidenza”, una sorta di governo di crisi, che guidi la transizione fino alle elezioni legislative.
L’ex generale, considerato dalle autorità un fuorilegge, vuole dettare l’agenda politica del Paese e sta raccogliendo adesioni tra le file dell’esercito: il comandante delle Forze Speciali libiche e numerose stazioni di polizia e basi militari da Tobruk a Bengasi. Haftar ha ribadito l’obiettivo delle campagna armata (Operazione dignità) lanciata a Bengasi e Tripoli: la cancellazione dei movimenti islamisti e dei Fratelli Musulmani dal Paese, a cominciare dal governo la cui guida era stata assunta da pochi giorni da Ahmed Maiteq, uomo d’affari vicino alla Fratellanza libica. La Libia, ha detto, è diventata un “hub terroristico”, Parlamento e governo hanno perso legittimità perché non hanno saputo contrastare i gruppi islamisti che spadroneggiano nel Paese. Quindi ci penserà lui a riportare l’ordine in Libia, forte del sostegno delle milizie al Zintan e di alcuni militari, tra cui il capo di Stato Maggiore, Jumaa Al Abani. Ma per il leader della Fratellanza, Bashir Al-Kabti, l’ex generale “vuole creare un nuovo scenario egiziano”, dove i militari hanno deposto i Fratelli Musulmani al potere, “ma in Libia non accadrà”. Dopo l’annuncio dell’adesione Al Abani all’Operazione dignità, un commando ha bersagliato a colpi di razzi la sede dell’aviazione a Tripoli: due le vittime. Ci sono stati scontri anche alla periferia di Tripoli, un agguato al convoglio di un comandante della marina, sempre in città, e un ingegnere cinese è stato ucciso a Bengasi. Washington ha predisposto l’evacuazione dello staff diplomatico e ha preso le distanze fa Haftar, accusato dai suoi detrattori di essere al soldo del Stati Uniti, dove ha trascorso un lungo esilio fino al 2011.
La Libia è nel caos, ostaggio di milizie che non hanno mai deposto le armi dopo la fine del regime di Gheddafi e, anzi, sono state lo strumento dello stesso governo per mantenere l’ordine nel Paese ricco di petrolio. Il Paese èspaccato tra centro e periferia, tra laici e islamisti, tra tribù, anti-gheddafiani e nostalgici del colonnello. Il Parlamento, da parte sua, è paralizzato, diviso tra islamisti e laici con i primi maggioranza parlamentare, ma divenuti il target dell’auto-dichiarato Esercito Nazionale Libico. Nena News