Dopo i campi palestinesi, in Libano ora molti puntano l’indice contro i campi che accolgono i profughi siriani considerati la base di partenza per azioni armate
di An Nahar – Beirut
(traduzione di Rosa Schiano)
Roma, 30 giugno 2016, Nena News – La guerra dei terroristi su al-Qaa ha assunto una dimensione estremamente grave dopo che la prima ondata di attentati che hanno colpito la città all’alba è stata seguita da una seconda ondata di attacchi a ‘immersione’ sanguinosi e criminali. Tutte le misure militari e di sicurezza e le attenzioni degli abitanti non sono riuscite a prevenire questi attacchi che dimostrano senza ombra di dubbio che al-Qaa fosse l’obiettivo di una serie di massacri, i più feroci che abbia mai subito dal 1978 [dei quali il regime siriano è considerato colpevole].
Da quando le linee libanesi dello scontro si sono definite sullo sfondo delle ripercussioni della guerra siriana, al-Qaa ha anche assunto la posizione più avanzata dietro questa linea. Continua a vivere in uno stato di allerta, sospettosa di poter essere colpita in qualsiasi momento. Questo stato di allerta è aumentato soprattutto dopo che la situazione nelle aree aperte dei Qaa Projects [sviluppo locale], la cui proprietà è stata a lungo contestata, è andata di male in peggio. Queste zone aperte sono diventate i terreni per i campi dei profughi siriani che hanno cercato rifugio e questi campi sono cresciuti a un livello pericoloso.
La gente della città non esagerava nel descrivere questi campi simili al campo di Nahr al-Bared [campo profughi palestinese che era stato il sito di una battaglia prolungata tra l’esercito libanese e gli estremisti islamici nel 2007] con tutto ciò che questo implica rispetto ad elementi pericolosi che si nascondono tra i rifugiati al fine di realizzare attacchi terroristici.
Sebbene questa situazione preoccupante che sta assediando al-Qaa sia stata largamente affrontata a seguito delle misure preventive e difensive prese dall’esercito libanese sulla frontiera tra Libano e Siria e con il costante stato di allerta dei cittadini, nessuno ha immaginato la scala dell’attacco sulla città ieri all’alba.
Quattro attentatori suicidi ‘immersionisti’ si sono infiltrati nella città e si sono fatti saltare in aria uccidendo cinque persone e ferendone altre 16. È stato il risultato di uno scontro sanguinoso considerato dall’opinione pubblica nazionale una pallottola per l’intero Libano.
Il paradosso misto al timore che il Libano sia ancora una volta l’obiettivo di attentati terroristici, simili a quelli che avvennero in Giordania i cui confini con la Siria recentemente hanno subito simili attacchi, deriva dal fatto che l’attentato sia avvenuto alla vigilia del trentottesimo anniversario del massacro del 28 giugno 1978 in al-Qaa e altre città cristiane nella zona settentrionale di Beqaa che uccise allora 26 giovani.
Sebbene le circostanze del massacro di ieri, le identità e le motivazioni dei perpetratori siano molto differenti da quelli del massacro del 1978, la città sembra destinata a essere sulla prima linea del sacrificio e dello scontro alla luce del mutare delle condizioni e delle sfide importanti che è chiamata ad affrontare.
In ogni caso, e al di là del fiume di supposizioni riguardo cosa spinto i quattro attentatori suicidi di al-Qaa alle 4 del mattino del 27 giugno 2016 – rimane il fatto che al-Qaa è stata colpita per una serie di fattori che sono emersi dai dettagli del sanguinoso attacco. La città di al-Qaa è stata un bersaglio allettante per i terroristi per la sua posizione vicina alla frontiera tra Libano e Siria e per la situazione nei Progetti al-Qaa che sono densamente popolati e appesantiti da campi contenenti più di 17.000 rifugiati siriani.
Inoltre, il fatto che la città includa basi dove le truppe libanesi si radunano per salire a bordo di veicoli militari verso altre aree attorno alla città potrebbe anche averla condotta ad essere attaccata dagli attentatori suicidi. La terza probabile motivazione per cui la città sia stata presa di mira è che al-Qaa è una delle città a maggioranza cristiana più importanti nella regione. Rappresenta una delle principali vie di ingresso per Beqaa e l’entroterra libanese.
Dall’altro lato, coloro che hanno sostenuto che la probabile destinazione dei quattro attentatori suicidi fosse molto più distante, osservano che questo è uno dei rari casi in cui i terroristi abbiano inviato contemporaneamente quattro attentatori per un singolo attacco. Ciò suggerisce che al-Qaa possa essere stata solo una fermata sulla strada verso altre zone.