La parlamentare, tra i leader del Fronte popolare (Fplp) ed esponente di punta del movimento delle donne, dopo la scarcerazione è andata a Nablus, sulla tomba del padre deceduto mentre lei era in detenzione. Stasera sarà al Centro Cattolico di Ramallah per un ricevimento
Comunicato di Samidoun – Palestinian Prisoner Solidarity
(Traduzione di Elena Bellini)
Khalida Jarrar, leader nazionale palestinese, parlamentare, femminista e di sinistra, è stata liberata stamattina, 28 febbraio 2019, all’alba, dopo 20 mesi di detenzione amministrativa in un carcere israeliano, senza accusa né processo. Intervistata subito dopo il suo rilascio (segue il video con sottotitoli in inglese), Jarrar ha detto che “i detenuti sono parte integrante del movimento popolare palestinese, e il loro messaggio è sempre l’unità.”
Ha sottolineato le condizioni delle donne palestinesi detenute e il loro ruolo nel movimento dei detenuti, con particolare attenzione alle condizioni cui sono sottoposte nel carcere di Damon dopo il trasferimento da quello di HaSharon. Il video, con l’intervista del giornalista Ali Samoudi, è stato girato subito dopo il suo rilascio: https://youtu.be/hsm0QZnE9sY
Alla famiglia Jarrar era stato detto che Khalida sarebbe stata rilasciata al check-point di Jalameh intorno a mezzogiorno, invece è stata liberata all’alba al check-point di Salem, a ovest di Jenin. Da lì, andrà a Nablus, sulla tomba del padre, deceduto mentre lei era in detenzione. Stasera sarà al Centro Cattolico di Ramallah per un ricevimento, al quale seguiranno altri festeggiamenti venerdì e sabato sera.
La figlia di Khalida, Yafa, ha dichiarato sui social media che il cambiamento del luogo e dell’orario del rilascio della madre è stato un deliberato tentativo da parte delle forze di occupazione israeliane di limitare il più possibile le celebrazioni per il suo rilascio. ”Le forze di occupazione israeliane hanno liberato Mamma stamattina alle 4 (orario di Geusalemme) al checkpoint di Salem, vicino a Jenin, che non è quello che ci avevano detto. Mamma sapeva che sarebbe stata liberata alle 12.30 al checkpoint di Al-Jalameh, vicino a Nablus. Invece, l’hanno liberata all’alba in un luogo diverso e l’hanno lasciata sola in mezzo al nulla. Nonostante il tentativo di Israele di rovinarle l’accoglienza, Mamma è libera!”.
Jarrar era in carcere dal 2 luglio 2017, trattenuta in detenzione amministrativa, senza accuse né processo. Il suo ordine di detenzione amministrativa è stato poi prorogato quattro volte, la più recente il 25 ottobre scorso. Oltre 275 organizzazioni, partiti politici e movimenti sociali nel mondo hanno aderito all’appello per il suo rilascio.
Non è la prima volta che Jarrar viene arrestata; l’arresto del 2017 segue di soli 13 mesi il rilascio dopo una condanna a 15 mesi per la sua attività politica. Dopo l’arresto del 2015, ne venne ordinata la detenzione amministrativa; in risposta all’indignazione dell’opinione pubblica, venne trasferita al tribunale militare per un processo farsa. Durante gli ultimi 20 mesi in detenzione, è rimasta per tutto il tempo in carcere senza accuse né processo.
In un’intervista con Wattan TV, Jarrar ha sottolineato gli attacchi contro i prigionieri palestinesi di Gilad Erdan, ministro israeliano per la sicurezza interna e gli affari strategici. Erdan ha anche diretto gli attacchi globali dello stato israeliano contro il BDS e le campagne internazionali di solidarietà con la Palestina. “La condizione delle donne detenute non è facile, soprattutto dopo che Erdan ha deciso di trasferirle dalla prigione di HaSharon a quella di Damon come punizione, in seguito alla protesta di 63 giorni contro l’installazione di telecamere di sorveglianza nel cortile della prigione. Questo fa parte di un attacco generalizzato contro i prigionieri” ha dichiarato Jarrar.
”L’occupazione sta tentando di trasferire le prigioniere per costringerle a ricominciare la lotta da zero, ma loro continuano a restare unite e coese, e chiedono un cambiamento delle loro condizioni. Le celle sono piene di umidità e gli impianti elettrici sono davvero pericolosi, perché sono umidi ed è facile che scoppino incendi (per corto circuito, ndt.). Esiste un pericolo reale ed è stata presentata una denuncia all’amministrazione penitenziaria”, ha dichiarato Jarrar. ”Oltre al fatto che i cortili del carcere sono pieni di telecamere, non c’è una biblioteca per i detenuti e non c’è cucina. Le detenute devono cucinare all’interno delle celle umide’.
Samidoun Palestinian Prisoner Solidarity Network saluta Khalida Jarrar e il popolo palestinese dopo il suo rilascio. La sua fermezza, la sua autorità e la lucidità di vedute sono d’ispirazione per tutti i popoli del mondo in lotta per la libertà. Con l’avvicinarsi della Giornata Mondiale della Donna, celebriamo la liberazione di Khalida Jarrar e ci impegniamo a intensificare i nostri sforzi per la liberazione di tutte le donne e gli uomini palestinesi ancora detenuti dall’occupazione israeliana. Ci congratuliamo con Khalida Jarrar per la sua liberazione e ci impegniamo a seguire il suo percorso di lotta fino alla liberazione di ogni prigioniero politico palestinese ancora dietro le sbarre, e fino alla liberazione della Palestina.