I liceali Itay, Shaqed, Mandy e Rony fanno obiezione di coscienza e in una lettera al premier Netanyahu accusano i militari di violare i diritti umani dei palestinesi. La scorsa settimana migliaia di ebrei ortodossi avevano manifestato contro la leva obbligatoria
della redazione
Roma, 10 marzo 2014, Nena News – Nei Territori occupati i soldati israeliani ”violano diritti umani e compiono azioni che il diritto internazionale considera crimini di guerra”. Per queste ed altre ragioni i liceali Itay, Shaqed, Mandy e Rony si rifiuteranno di indossare la divisa militare, costi quel che costi. E perché la protesta avesse una eco maggiore, hanno scritto al premier Benyamin Netanyahu. ”Ci opponiamo alla occupazione dei Territori palestinesi” precisano in un testo sottoscritto da una cinquantina di coetanei. Ora sperano che la protesta si estenda a macchia d’olio.
Già ieri la loro lettera aveva raggiunto la televisione commerciale, Canale 2. Oggi sul suo sito web fioccano centinaia di commenti. In media solo un intervento su cento approva le scelte di questi adolescenti radicali. Gli altri grondano rimproveri, attacchi più o meno educati, insulti. E anche inviti perentori a trasferirsi altrove.
Nel 1970 destò scalpore una prima lettera di protesta indirizzata da decine di liceali all’allora premier Golda Meir. L’establishment laburista, colto di sorpresa, cercò di imporre la censura militare. Haaretz la ignorò. La ‘lettera dei liceali’ – che contestavano alla Meir una chiusura di fronte al mondo arabo – dominò l’agenda politica per settimane. Ma da allora lettere analoghe sono state scritte anche dai liceali del 1979, del 1987, del 2001, del 2005, del 2009. I primi ministri hanno dunque maturato una certa assuefazione. Dall’ufficio di Netanyahu, finora, non sono giunti commenti.
I contestatori del 2014 affermano di non volersi rendere complici nei Territori di ”esecuzioni mirate, costruzioni di insediamenti illegali, arresti amministrativi, torture, punizioni collettive”. Si oppongono all’occupazione militare non solo per difendere i diritti dei palestinesi ma anche perché essa – denunciano – ha riflessi perniciosi per la stessa società israeliana. Fra questi menzionano “razzismo, violenza, discriminazioni etniche”. “Non vogliamo peraltro essere carne da cannone per il potere” ha detto alla stampa uno di questi ragazzi.
La loro protesta coincide con una manifestazione di massa fatta la settimana scorsa da centinaia di migliaia di ebrei ortodossi contro la leva, che anche per loro dovrebbe diventare obbligatoria. Una posizione che questi esponenti della sinistra radicale hanno condiviso con entusiasmo questa settimana, con un insolito picchetto di sostegno a Tel Aviv. Un sito web a loro vicino, ‘Tutte Bugie‘, chiarisce meglio la loro impostazione ideologica che impasta allegramente musica rock, parole d’ordine anarchiche e satira politica. E denuncia, fra l’altro, un poster divulgato la settimana scorsa dalle forze armate israeliane, che preannunciava come ineluttabile ”la prossima guerra” ed enunciava la necessità di addestrare fin d’ora i bambini.
Inoltre schernisce i militari israeliani che giorni fa a Hebron hanno ”sequestrato nove asini palestinesi” per stabilire chi ne fosse il proprietario. I contestatori si chiedono: ”Chi, in quell’episodio, era il vero asino ?” E concludono: un esercito che ha tempo da perdere con gli asini vaganti in Cisgiordania ”può cavarsela benissimo senza di noi”. Nena News