Durante la festa decine di estremisti avevano inneggiato all’uccisione della famiglia Dawabsha brandendo coltelli e fucili. Ora la famiglia dello sposo ha diffuso la corrispondenza via sms tra il padre e un agente del servizio di intelligence interno durante il matrimonio
della redazione
Roma, 28 dicembre 2015, Nena News - Non cessano, in Israele, le polemiche sul video del “matrimonio dell’odio”, come è ormai conosciuto in tutto il paese, in cui si vedono estremisti ebrei inneggiare all’assassinio del piccolo Ali Dawabsha accoltellando e dando fuoco alla sua foto, e chiedendo “vendetta” contro gli arabi. Le immagini avevano provocato un’ondata di indignazione tra gli israeliani e avevano fatto sorgere dubbi sull’impunità di cui godono i gruppi di estrema destra nel paese. Nuovi elementi sono emersi ieri, quando l’emittente tv Channel 2 ha mandato in onda un servizio in cui si dimostra il coinvolgimento dello Shin Bet nelle attività degli estremisti, o perlomeno si conferma la sua non estraneità ai fatti.
Stando al report – si legge sul quotidiano Haaretz – il servizio di intelligence per gli affari interni sarebbe stato in contatto con la famiglia dello sposo durante il matrimonio, in particolare con il padre di Yakir Eshbal: una corrispondenza fatta di sms, in cui lo Shin Bet invia gli auguri a Eshbal, il quale risponde ringraziando e ipotizzando di vedere l’agente alla festa di matrimonio “se riesco a identificarti, ma per favore, non presentarti con il passamontagna così da non spaventare gli ospiti”. La conversazione continua con l’invito dell’agente a Eshbal a non bere troppo, “così potrai tornare a casa” e termina con la risposta del padre dello sposo: “Puoi accompagnarmi tu. Tanto conosci già la strada”.
Se la famiglia dello sposo chiede come mai lo Shin Bet sapesse del matrimonio e, pur presente, non avesse interrotto la festa che nel frattempo si era trasformata in un comizio politico inneggiante all’odio, lo Shin Bet risponde di aver agito in conformità della normale prassi per prevenire atti di terrore: contattare la famiglia di persone sospettate di voler compiere atti violenti ed estremi e “chiedere la loro assistenza per impedire azioni potenzialmente criminali e far tornare i sospetti a un comportamento normativo”.
Lo Shin Bet avrebbe quindi chiuso un occhio sulla “danza dell’odio”, quella in cui decine di giovani hanno tirato fuori coltelli e fucili inneggiando all’uccisione di arabi, per farli sfogare nella sala di matrimonio e non farli uscire a colpire qualche palestinese. Viene da chiedersi, inoltre, come mai i sevizi di intelligence siano così in confidenza con le maglie dell’estremismo ebraico di destra e ancora non riescano a trovare “prove sufficienti” per permettere il rinvio a giudizio degli assassini della famglia Dawabsha.
Quanto alla famiglia di Yakir Eshbal, che ora sulla stampa israeliana lamenta “l’infiltrazione di bande di estremisti sconosciuti” che gli hanno devastato il matrimonio, rovinando la festa di suo figlio che “ora vuole scappare il più lontano possibile”, non si può dimenticare che gli sposi – secondo quanto rivelato da Channel 10 – erano “molto conosciuti nella destra radicale”. A riprova di ciò, la presenza di due ospiti di onore, ripresi in un altro video diffuso da Channel 2 qualche giorno fa: Bentzi Gopstein, leader del movimento di estrema destra Lehava, che si augura che tutti i cristiani e i musulmani scompaiano presto da “Eretz Yisrael”; e Itamar Ben Gvir, vicino a Baruch Marzel, leader del partito ortodosso ultra-nazionalista Otzmah, ora avvocato difensore di uno dei sospetti dell’omicidio della famiglia Dawabsha. Se la matematica non è un’opinione, non lo è neanche l’impunità di cui godono gli estremisti ebraici in Israele. Nena News