La bozza, redatta dalla ministra di giustizia di Casa Ebraica Ayelet Shaked, ritarda di 6 anni l’arruolamento dei religiosi nell’esercito mostrando come le forze nazionaliste e religiose rivestano ormai un ruolo sempre più preponderante nell’attuale governo Netanyahu
della redazione
Roma, 7 novembre 2015, Nena News – Gli ultraortodossi possono tirare un sospiro di sollievo: un emendamento alla “legge dell’uguale servizio” ritarderà al 2023 il loro ingresso obbligatorio nell’esercito. A rivelare la notizia è stato ieri il canale 2 della televisione israeliana. I cambiamenti previsti dalla nuova bozza, se dovessero passare, rappresenterebbero una vittoria importante per i partiti ultraortossi della coalizione governativa che chiedevano con insistenza di abolire questa legge “vergognosa” proposta nella scorsa legislatura dal partito centrista e laico Yesh ‘Atid.
Secondo il canale 2, le modifiche estenderanno il “periodo di aggiustamento” che era previsto dal testo precedente. Con tale formula si indica il lasso di tempo in cui un giovane ultraortodosso ha l’esenzione dal servizio militare. La versione originale della legge poneva come data limite il 2017, mentre la nuova bozza non solo allunga l’esonero al 2020, ma prevede anche un “secondo periodo di aggiustamento” che va dal 2020 al 2023. Ancora poco chiaro è cosa accadrà nel 2023 quando sarà terminata l’estensione. A quel punto gli scenari possibili potrebbero essere due: o il parlamento israeliano (la Knesset) deciderà di allungare ancora il “periodo di aggiustamento” o procederà ad applicare le sanzioni contro i trasgressori della legge. Queste punizioni verranno applicate sia ai giovani ultraortodossi che agli altri settori della popolazione chiamata a compiere il servizio di leva obbligatorio.
Con i nuovi provvedimenti, inoltre, scompariranno anche le pene che sarebbero scattate automaticamente per i disertori ultraortodossi. Se dovesse essere votato il testo emendato, infatti, le pene saranno comminate a discrezione del ministro della difesa. Immutate, invece, restano alcuni aspetti della “vecchia” legge: tra questi vi è la quota di reclutamento dei religiosi che deve aumentare anno per anno. Entro il 2020 saranno quasi 15.000 gli ultraortodossi che dovranno compiere il servizio militare.
A promuovere le modifiche al testo di legge sono stati vari rappresentanti del governo guidati dalla ministra della giustizia Ayelet Shaked (Casa Ebraica) che si è avvalsa dei suggerimenti del ministro della difesa Moshe Ya’alon e degli esponenti dei partiti ultra-ortodossi. Gli emendamenti dovrebbero ricevere l’approvazione da parte del governo la prossima settimana e saranno sottoposti al voto della Knesset prima che i parlamentari votino per il “bilancio dello stato”.
La nuova bozza ha fatto infuriare i promotori della “legge dell’uguale servizio”: mercoledì gli esponenti centristi di Yesh Atid avevano protestato duramente contro le revisioni proposte. Emendamenti che, vale la pena sottolinearlo, erano parte dell’accordo di coalizione che il premier Netanyahu e i partiti ultraortodossi avevano raggiunto durante le trattative per la formazione del governo. Il premier ha una maggioranza di 61 seggi (sui 120 complessivi della Knesset) ed è costretto a sottostare ai ricatti dei suoi partner di coalizione pur di mantenere in piedi l’esecutivo. Un governo che è sempre più trainato da forze oltranziste nazional religiose (non a caso a coordinare i lavori della bozza vi sia Shaked) contrarie sia ad un compromesso con i palestinesi, ma anche, ad un “Eretz Yisrael” troppo laico. Nena News