Dopo la morte di oltre 100 persone sul Tigri, il parlamento licenzia il governatore di Ninewe. Ma la gente chiede ricostruzione e lotta alla corruzione: a due anni dalla cacciata dell’Isis, le famiglie ricostruiscono le case da sé per l’assenza delle istituzioni
della redazione
Roma, 25 marzo 2019, Nena News – Ieri il parlamento iracheno ha licenziato il governatore della provincia irachena di Ninewe, Nawfel Akoub, e i due vice. E’ la risposta di Baghdad alla rabbia esplosa a Mosul dopo l’affondamento di un traghetto sul Tigri in cui hanno perso la vita almeno 103 persone. Vittime dichiarate “martiri” dal parlamento per permettere alle famiglie di ricevere un risarcimento monetario, mentre 16 persone sono state arrestate per l’incidente.
La richiesta di licenziamento era stata mossa dal primo ministro iracheno Adel Abdul Mahdi, sulla base dell’accusa al governatore di “grave negligenza”. I parlamentari hanno poi chiesto al governo un’indagine rapida sia sull’incidente in sé sia sui casi di corruzione nella provincia di Ninewe, oltre alla basilare ricostruzione dell’area.
L’ira della città era esplosa venerdì, il giorno dopo l’incidente. A portare vicinanza era stato il governatore stesso insieme al presidente iracheno Salih che però di fronte si sono trovati una folla furiosa: i manifestanti hanno lanciato pietre e bottiglie contro i due rappresentanti delle istituzioni costringendoli letteralmente alla fuga in auto.
“Corrotti”, ha gridato la folla. Al centro della protesta, infatti, è l’abbandono che da due anni Mosul prova verso il governo centrale. A due anni dalla liberazione dall’occupazione islamista dell’Isis, lavori di ricostruzione non sono pressoché partiti. Le famiglie si ricostruiscono le case da soli, chi può, mentre i corpi ancora nascosti dalle macerie vengono rimossi da squadre di volontari. Il denaro, ufficialmente investito a Mosul, non sembra essere stato usato da cui le accuse di corruzione e mala gestione della ricostruzione. Un ponte, inaugurato solo un mese fa, è crollato pochi giorni prima dell’incidente del traghetto.
Che non ha fatto altro che infiammare una rabbia che covava già. Giovedì tantissime famiglie stavano celebrando il Newroz, il capodanno curdo, lungo il Tigri e molte erano salite sul traghetto per raggiungere l’isola di Umm al-Rabeen. La nave poteva portare 50 persone, a bordo ce n’erano 150. Si è ribaltata, meno di 50 i sopravvissuti.
Ieri gli studenti dell’università di Mosul hanno tenuto una protesta silenziosa e commemorazione delle vittime. Anche qui in tanti, parlando con i giornalisti, hanno indicato nella corruzione la responsabile della strage.