Nella notte le forze di polizia hanno ucciso un altro manifestante. Il totale delle vittime negli ultimi 3 giorni sale a 6
della redazione
Roma, 6 settembre 2018, Nena News – Per il terzo giorno consecutivo continuano le proteste a Bassora, la seconda città irachena situata a sud del Paese. Nella notte un manifestante è stato ucciso nel corso dei violenti scontri con le forze di sicurezza locali. Venticinque le persone ferite. Un giornalista dell’Afp riferisce che la polizia ha sparato colpi di proiettili e gas lacrimogeni nel tentativo di disperdere i dimostranti che si erano radunati fuori il palazzo regionale del governo. La risposa degli agenti non ha avuto però effetto: i manifestanti, infatti, hanno risposto lanciando Molotov e fuochi d’artificio contro di loro.
Secondo fonti locali, la protesta ha raggiunto ora anche il porto della città dove i dimostranti hanno bloccato l’entrata principale. Altri cittadini hanno poi occupato l’autostrada Bassora-Baghdad, senza dimenticare poi che l’altro giorno alcuni di loro hanno dato fuoco ad un edificio governativo.
Le proteste stanno continuando anche oggi al porto di Umm Qasr. Al momento non è chiaro se i blocchi stanno ostacolando le attività portuali. Quel che è certo è che occupare Umm Qasr ha un significato politico molto importante dato che questo è il luogo dove transitano molti beni alimentari di primaria importanza per il Paese.
I residenti del sud dell’Iraq lamentano da decenni di essere stati emarginati dalle politiche centraliste di Baghdad, nonostante Bassora sia l’area del Paese dove si produce più petrolio. I dimostranti protestano anche contro la corruzione politica e, recentemente, contro l’acqua contaminata dal sale. Secondo le testimonianze che giungono da Bassora, i reparti di pronto soccorso sono affollati di poveri che nella ricca città petrolifera non possono permettersi di comprare acqua in bottiglia e sono costretti perciò a bere l’acqua calda e inquinata che esce dai rubinetti. Con tutti i rischi del caso: fonti mediche riferiscono che finora sono stati registrati oltre 1.500 casi di intossicazione per le acque.
A esacerbare gli animi già tesi è stata l’uccisione di 5 manifestanti martedì durante gli scontri violenti avvenuti con le forze dell’ordine. La polizia fa sapere che 22 suoi membri sono rimasti feriti nelle violenze di venerdì, alcuni perché colpiti da granate a mano.
Le manifestazioni giungono mentre a Baghdad non si riesce a superare l’impasse politico che dovrebbe portare alla nascita di un nuovo governo. Lunedì, nella prima sessione parlamentare dopo le elezioni dello scorso maggio, i deputati dei vari schieramenti avrebbero dovuto eleggere il presidente del parlamento. Una scelta importante in quanto la sua elezione costituirebbe il primo passo per la formazione di un nuovo esecutivo. Ma l’incontro di lunedì non ha prodotto risultati: l’elezione del presidente del parlamento è stata rimandata al prossimo 15 settembre. Intanto il sud del Paese continua a bruciare di rabbia e di marginalizzazione. Nena News