Il governo del Kosovo accelera l’iter per l’avvio delle relazioni diplomatiche con Israele e per l’apertura della propria ambasciata a Gerusalemme, come previsto dall’accordo firmato a Washington il 4 settembre tra il primo ministro Avdullah Hoti e il presidente serbo Aleksandar Vučić
di Marco Siragusa
Roma, 26 ottobre 2020, Nena News – La scorsa settimana il governo del Kosovo ha adottato un piano in sedici punti per dar seguito a quanto stabilito dall’accordo di Washington sulla normalizzazione delle relazioni economiche con la Serbia. Il documento ripercorre tutte le questioni affrontate alla Casa Bianca e, per ogni punto dell’accordo, identifica i passi da compiere per giungere alla loro effettiva applicazione e le istituzioni preposte a tale scopo.
Dal punto di vista economico i punti più significativi riguardano l’attuazione dei progetti autostradali e ferroviari che dovrebbero collegare Pristina con Belgrado, Niš e la città di frontiera di Merdare. Lo sviluppo di questi progetti vedrà la collaborazione e la partecipazione attiva della U.S. International Development Finance Corporation (DFC), dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID) e della Export–Import Bank (EXIM).
Il quinto punto conferma la volontà del primo ministro kosovaro Advullah Hoti di aderire alla cosiddetta “mini-Schengen” istituita nel 2019 da Serbia, Albania e Macedonia del Nord. Il passo ufficiale potrebbe giungere già alla prossima riunione tra i leader dei paesi coinvolti.
Di particolare rilievo anche la parte riguardante la gestione del lago Ujmani/Gazivoda. Da sempre al centro di una dura battaglia con la Serbia, l’accordo di Washington prevedeva lo sfruttamento congiunto delle sue acque. Lo studio di fattibilità verrà portato avanti dalle autorità dei due paesi sotto la supervisione del Dipartimento dell’Energia del governo degli Stati Uniti.
Per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico, l’accordo spingeva per una maggiore diversificazione delle fonti. L’obiettivo è quello di limitare l’egemonia russa nella regione riducendo la dipendenza dal gas fornito da Gazprom. L’ottavo punto del piano prevede infatti il completamento dello studio di fattibilità dei vettori di gas tra il Kosovo e la Macedonia del Nord sostenuto dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (EBRD) e più in generale un piano di ammodernamento dei sistemi di riscaldamento delle città kosovare. Questo dovrebbe avvenire grazie al sostegno del programma USAID e con il coinvolgimento e la compartecipazione di investitori privati locali e americani.
Oltre alle questioni economiche il documento prevede il riconoscimento reciproco tra Serbia e Kosovo dei certificati professionali e dei diplomi, la promozione della libertà religiosa, la tutela dei siti religiosi compresi quelli della Chiesa Ortodossa Serba e la depenalizzazione dell’omosessualità. Particolarmente significativo il punto che riguarda lo sforzo di entrambe le parti a cercare e identificare le vittime della guerra del 1998-99 e l’implementazione di soluzioni stabili per i rifugiati.
Sul piano prettamente politico il governo kosovaro accetta la moratoria sulle richieste di adesione alle organizzazioni internazionali non appena la Serbia fermerà la sua campagna contro il riconoscimento del Kosovo.
Al punto 14, il governo conferma l’intenzione di dichiarare Hezbollah organizzazione terroristica, seguendo una prima decisione adottata nel mese di giugno cui si aggiunge la limitazione delle operazioni finanziarie dell’organizzazione nel paese. L’ultimo punto, infine, riguarda il reciproco riconoscimento con Israele e, senza citare la possibile apertura di un’ambasciata a Gerusalemme, di stabilire relazioni diplomatiche con lo Stato ebraico.
Proprio su questo aspetto, il governo kosovaro ha già adottato le prime misure operative. Lo scorso 20 ottobre, il primo ministro Hoti e il ministro degli Affari Esteri e della Diaspora Meliza Haradinaj-Stublla hanno concordato l’invio di una richiesta ufficiale all’ufficio del presidente della Repubblica Hashim Thaci per l’istituzione di una missione diplomatica in Israele.
A questo passo ha fatto seguito un incontro, a distanza, tra il ministro Haradinaj-Stublla e membri del ministero degli Affari Esteri dello Stato di Israele. Secondo quanto riportato dal sito del ministero kosovaro, durante l’incontro sono stati trattati i dettagli per l’apertura dell’ambasciata del Kosovo a Gerusalemme e gli aspetti tecnico-logistici per la futura visita di una delegazione kosovara in Israele prevista per il prossimo mese.
La decisione era stata già presa lo scorso 1° ottobre durante una telefonata tra il ministro degli Esteri kosovaro e quello israeliano Gabi Ashkenazi. La visita rappresenterà probabilmente l’avvio ufficiale delle relazioni tra i due paesi.