Lo scorso 23 giugno la Camera di commercio di Sarajevo e quella dell’Oman hanno firmato un Memorandum d’intesa con l’obiettivo di sviluppare gli scambi commerciali e gli investimenti tra i due paesi. Il governo bosniaco spera così di attrarre nuovi capitali, sempre più necessari per un’economia nazionale in estrema difficoltà
di Marco Siragusa
Roma, 18 luglio 2019, Nena News – Due settimane fa, una folta delegazione della Camera di commercio e dell’industria dell’Oman si è recata in visita ufficiale a Sarajevo dove ha avuto modo di incontrare numerosi rappresentanti del mondo imprenditoriale bosniaco. Il gruppo omanita era composto da investitori e uomini d’affari appartenenti soprattutto al settore del turismo. Gli incontri hanno avuto come risultato la firma di un Memorandum d’intesa tra le due Camere di commercio comprendente numerosi accordi commerciali riguardanti gli scambi turistici, il settore dell’industria agroalimentare, dei prodotti petroliferi, di quello immobiliare e dell’abbigliamento.
Il raggiungimento dell’intesa apre la strada ad una nuovo corso nelle relazioni tra la Bosnia e il Sultanato. Sebbene i due paesi abbiano stabilito relazioni diplomatiche nel 1996, immediatamente dopo la fine della guerra e la firma degli Accordi di Dayton, la collaborazione economica non era mai decollata veramente. Solo a partire dal 2015 sono iniziati i primi significativi scambi commerciali. Nel 2017 le esportazioni bosniache verso il Sultanato erano state pari a circa 470 milioni di dollari, mentre le importazioni si erano attestate intorno ai 280 milioni dopo aver toccato il record di 940 milioni nel 2015.
Con la firma del Memorandum l’obiettivo è quindi quello di stimolare gli scambi commerciali e turistici e costruire un clima adeguato per gli investimenti. Per l’instabile economia bosniaca risulta di primaria importanza attrarre nuovi partner in grado di far giungere capitali freschi e magari favorire l’ammodernamento degli impianti industriali e dei metodi di produzione.
L’accordo sottoscritto a Sarajevo rappresenta solo il primo passo di una cooperazione che si preannuncia economicamente ancora più importante. Già lo scorso febbraio l’azienda omanita El-badi Investment Group si era detta pronta ad investire ben 600 milioni di euro per progetti nel settore energetico e della produzione alimentare. In quell’occasione lo sceicco Abdulah el Badi aveva sottolineato come i regolamenti della Republika Srpska, una delle due federazioni componenti la Bosnia, siano piuttosto stimolanti per gli investitori stranieri specificando però che i progetti riguarderanno anche la Federazione croato-musulmana.
Per quanto riguarda il settore del turismo, nel 2015 il governo bosniaco aveva revocato le restrizioni sui visti per i cittadini omaniti facilitandone in questo modo l’entrata nel paese per un periodo massimo di 90 giorni. Secondo i dati dell’Istituto di statistica bosniaco ogni anno tra i 10 e i 15 mila turisti omaniti si recano in Bosnia per vacanza.
Dopo diversi anni di indifferenza, negli ultimi tempi Bosnia e Sultanato dell’Oman hanno cominciato a rafforzare le loro relazioni in campo economico. Come detto, per la Bosnia si tratta di trovare le risorse necessarie al sostentamento della propria economia, per l’Oman invece l’intento sembra quello di aprire nuove possibilità di investimento e tentare di limitare l’egemonia delle altre monarchie del Golfo nella regione balcanica. Nena News