Il voto di inizio aprile al senato, che vuole vietare le accompagnatrici velate, è solo l’ultimo tra gli sforzi legislativi discriminatori che vanno contro la volontà di costruire una scuola della fiducia nel rispetto reciproco
di Samia Chiki* Middle East Eye
(*Traduzione dal francese Valentina Timpani)
Roma, 16 aprile 2021, Nena News – Eliminare dal panorama tutto ciò che disturba in funzione di ciò che fa comodo. Si può riassumere così questo “nuovo episodio” della discussione legislativa circa la questione delle madri “velate” che fanno da accompagnatrici durante le gite scolastiche. Un emendamento è stato votato martedì 30 marzo al senato nell’ambito della legge detta di “rafforzamento dei principi repubblicani”. L’ennesimo tentativo di legiferare su un dibattito sempre molto sterile, una vera e propria saga ossessiva.
Un’ossessione senza tempo
Nessuna sorpresa, dunque, per questo voto al senato: si tratta, diciamolo, di qualcosa di ciclico, una preoccupazione considerevole per alcuni eletti, un’urgenza vitale. La storia quindi non è nuova, si ripete.
A marzo 2012, il ministro dell’istruzione Luc Chatel firma una circolare che impedisce ai genitori degli alunni che manifestano, tramite “il vestiario o le proposte, le loro convinzioni religiose” di fare da accompagnatori durante le gite scolastiche. Le madri “velate” sono in questo caso, chiaramente, il bersaglio del testo.
A settembre 2013, il Consiglio di Stato viene tenuto dal difensore dei diritti Dominique Baudis e a dicembre si delibera che i genitori accompagnatori sono da considerare utenti del servizio pubblico e dunque non sono sottoposti alla neutralità religiosa.
È troppo tardi, il lavoro sulle coscienze ha avuto la meglio in questa discussione, alcune libertà sono ormai prese.
La circolare non è stata eliminata e sebbene non abbia alcun valore giuridico, serve a coloro che la invocano e ne abusano. Alcune madri si vedono dunque rifiutare la possibilità di essere accompagnatrici perché portano il velo. Nel 2015, un opuscolo sul laicismo fu distribuito alle équipe educative e ai dirigenti scolastici per ricordare, in particolare, la decisione del Consiglio di Stato del 19 dicembre 2013.
È con la legge del giugno 2019 “per una scuola della fiducia” che viene proposto da parte del partito Les Républicains (LR) e approvato al senato un emendamento volto a proibire qualsiasi simbolo religioso appariscente, tra cui il velo, per le madri accompagnatrici durante le gite scolastiche; emendamento che sarà poi eliminato dalla commissione mista.
A ottobre 2019, una madre che portava il velo e faceva da accompagnatrice durante una visita scolastica al Consiglio regionale di Bourgogne-Franche-Comté viene aggredita verbalmente dal funzionario eletto di Rassemblement National (RN) Julien Odoul, la discussione prende così di nuovo piede.
C’è chi dirà che si tratta solo di una coincidenza tra date, il fatto che una proposta di legge portata dalla senatrice di LR Jacqueline Eustache-Brinio e depositata a luglio 2019 verrà approvata il 29 ottobre al senato e poi respinta.
Novembre 2019, una nuova proposta di legge volta “a vietare simboli o vestiti che manifestano in modo evidente un’appartenenza religiosa durante le gite scolastiche” viene depositata all’assemblea nazionale da parte del deputato RN Bruno Bilde.
Un anno dopo, fa la sua apparizione il progetto di legge sul “separatismo” e gli emendamenti relativi al divieto di portare il velo per le madri accompagnatrici arrivano puntuali.
Dove sono i limiti?
La volontà di legiferare su questa questione incombe da anni, come una spada di Damocle. Proposta, discussa, approvata, “ridiscussa” poi respinta… il cerchio infernale si ripete a servizio dei calendari elettorali e di ideologie pericolose.
Quali saranno le prossime tappe se questo emendamento sarà definitivamente approvato?
Proibire alle madri “velate” di prendere i bambini all’entrata?
Proibire alle madri “velate” rappresentanti dei genitori di essere presenti ai consigli di classe e a scuola?
Proibire alle madri “velate” di partecipare all’organizzazione di feste scolastiche?
Proibire alle madri “velate” l’ingresso alle biblioteche municipali?
Proibire alle donne “velate” l’accesso ai banchi universitari?
Perché sì, questa è la realtà, le donne con il velo sono presenti nel campo dell’istruzione. Sono attive e sono impegnate in diversi ambiti per favorire la riuscita delle giovani generazioni.
Accanimento e lavaggio del cervello
Il momento della polemica è stato dunque superato da molto tempo, ma per alcuni è sempre utile cavalcare quest’onda. La banalizzazione di un discorso discriminante ed estremo contro queste donne, queste madri, il fatto che portino il velo apre la strada a delle proposte piene d’odio – non ci sono più limiti.
Perché sì, sono delle parole forti, diffamanti, oltraggiose e pericolose che al giorno d’oggi vengono pronunciate contro di loro sui canali televisivi più seguiti. Recentemente il membro del consiglio comunale Serge Federbusch si è prestato a questa pratica su Cnews: “Le donne che portano il velo sono nemiche della repubblica che vogliono farci la pelle”.
Anche la portavoce dei Républicains Lydia Guirous. Ha dichiarato su BFMTV: “Il velo è diventato uno strumento di promozione dell’islam politico […] che rimanda ai giovani, nella scuola alla quale affidiamo i nostri figli, l’immagine che la donna sia inferiore agli uomini”.
Non è altro che un lavoro propagandistico di disinformazione e di oscurantismo che tenta di demonizzare il bersaglio in questione per convincere l’opinione pubblica che queste donne “velate” sono all’origine di tutti i mali.
E per installare dei rancori col fine di nutrire le paure e legittimare un emendamento liberticida.
Chi sono queste mamme accompagnatrici “velate”?
Queste donne sono in realtà delle madri attive nell’istruzione scolastica dei loro figli, volontarie quando vengono organizzate delle gite. Sono madri generose, che mettono a disposizione il loro tempo, attingendo alla loro energia fisica e mentale per alleggerire le équipe educative nell’accompagnare gli alunni.
Queste madri accompagnano, sorvegliano, controllano che tutto vada per il meglio così che tutti possano beneficiare degli apprendimenti.
Queste madri hanno fatto la scelta di favorire l’accesso alla conoscenza, co-costruiscono e contribuiscono a far sì che questi momenti indispensabili per gli studenti si svolgano in buone condizioni. Dovrebbero quindi essere omaggiate, onorate… e non insultate, stigmatizzate, fatte oggetto di una legge come se fossero capaci di un crimine o di un delitto.
Ogni giorno, gli sforzi fatti insieme dai genitori degli alunni, dai membri del personale educativo, da soggetti associativi in favore di un futuro migliore, per la riuscita dell’istruzione scolastica, sono notevoli. Le mamme accompagnatrici che portano il velo sono tra questi.
Ogni giorno, sul campo, il lavoro viene svolto con fine di lottare contro le diseguaglianze, contro la dispersione scolastica, contro il clima di violenza a scuola, per la riuscita di coloro per cui si preoccupano tutte le madri, comprese quelle che portano il velo.
Parlate con queste madri, vedrete che aspirano a una cosa sola: che ogni bambino possa eccellere e diventare un cittadino dotato di ragione e permeato di valori umanisti.
Valori che alcuni sembrano non solo aver dimenticato, ma che desiderano sradicare dal paese dei Lumi.
Che diranno queste madri ai loro figli che insisteranno perché vadano con loro in gita scolastica? È questo il tipo di co-insegnamento che vogliamo trasmettere?
La scuola della fiducia si costruisce instaurando un clima propizio agli scambi e al lavoro, non nutrendola in modo deleterio, destando sospetti infondati e mettendo sicuramente in pericolo i bambini.
La scuola della fiducia in uno spirito di libertà si costruisce nell’ambito dell’alterità e del rispetto reciproco.
Questo voto al senato va contro la volontà di costruire una scuola della fiducia, non favorisce il dialogo tra la scuola e le famiglie, ma lo indebolisce e lo minaccia. Nena News
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