La nostra consueta rubrica del sabato vi porta anche in Nigeria e in Ruanda dove 44 Paesi africani hanno sottoscritto un accordo commerciale storico volto a spianare la strada a un mercato liberalizzato di beni e servizi in tutto il continente
di Federica Iezzi
Roma, 24 marzo 2018, Nena News
Nigeria
Secondo gli ultimi report di Amnesty International, le forze di sicurezza nigeriane non avrebbero risposto agli avvertimenti di uomini armati diretti verso la città settentrionale di Dapchi, nello stato di Yobe. L’ennesimo attacco si è concluso con il rapimento di 110 studentesse, il mese scorso, per la maggiorparte già rilasciate.
L’ONG ha esortato il governo della Nigeria a rendere pubblici i risultati delle indagini.
Quello che è successo a Dapchi è quasi una copia carbone di quanto accaduto a Chibok, luogo di rapimento delle quasi 300 studentesse da parte dei militanti di Boko Haram, ormai quattro anni fa.
Genitori ed educatori nel Paese hanno sollevato una protesta in risposta all’attacco, chiedendo una maggiore sicurezza per le scuole nella vasta regione in cui Boko Haram ha rapito migliaia di persone in quasi un decennio.
Sierra Leone
Il partito di opposizione, il Sierra Leone People’s party (SLPP), con il suo candidato Julius Maada-Bio, ha ottenuto un numero di voti leggermente superiore rispetto al All People’s Congress (APC), con il suo candidato Samura Mathew Kamara, al primo turno di un’elezione storicamente pacifica.
I risultati del primo turno elettorale in Sierra Leone hanno però scatenato una serie di violenze politiche tra accuse di tribalismo nei confronti di entrambi i principali partiti. Il Paese si prepara già al secondo turno, previsto per il 27 marzo.
Molti dei sostenitori del partito al governo in Sierra Leone provengono dai distretti settentrionali, mentre la maggior parte dei sostenitori dell’opposizione vive nel sud. Alcuni membri dei due maggiori gruppi etnici, i Temnes e i Mendes, hanno rivendicato la discriminazione regionale durante i loro rispettivi turni come opposizione.
Rwanda
Quarantaquattro Paesi africani hanno sottoscritto un accordo commerciale storico volto a spianare la strada a un mercato liberalizzato di beni e servizi in tutto il continente.
L’accordo impegna i Paesi a rimuovere le tariffe di importazione del 90% sulle merci estere, a incrementare gli scambi interafricani, a liberalizzare gli scambi di servizi, e in futuro, a includere la libera circolazione delle persone e una moneta unica.
Si chiama African Continental Free Trade Area (AfCFTA), l’accordo stipulato durante la decima sessione ordinaria del vertice dei capi di Stato dell’Unione Africana, tenutosi nella capitale rwandese, Kigali.
Presenti diciannove presidenti, primi ministri e rappresentanti del governo.
Etiopia
Il Congresso degli Stati Uniti, con un forte sostegno bipartisan, voterà una risoluzione contro il governo etiope nella seconda metà di aprile, con oggetto la lotta per il rispetto dei diritti umani e la governance del Paese.
Si chiama H. Res 128 e condanna l’assassinio di manifestanti pacifici, l’uso eccessivo della forza da parte delle forze di sicurezza etiopi, la detenzione di giornalisti, studenti, attivisti e leader politici che esercitano i loro diritti costituzionali alla libertà di riunione e di espressione, attraverso proteste pacifiche, e l’abuso del proclama antiterrorismo per soffocare il dissenso politico e civile e le libertà giornalistiche.
La risoluzione è stata approvata all’unanimità dalla commissione per gli affari esteri della Camera alla fine dello scorso luglio e il voto in Parlamento è previsto per il prossimo ottobre.
Essa contiene disposizioni che richiedono sanzioni contro i funzionari etiopi, responsabili di commettere gravi violazioni dei diritti umani, ai sensi del Global Magnitsky Act. Nena News
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