Un decennio dopo la secessione, i due paesi avvieranno relazioni commerciali e abbatteranno i muri politici che hanno finora indebolito le rispettive economie e pesato sulle comunità alla frontiera
di Federica Iezzi
Roma, 2 ottobre 2021, Nena News – Il confine tra Sudan e Sud Sudan dovrebbe essere riaperto dopo il raggiungimento di un accordo che pone fine all’impasse decennale. I muri tra Sudan e Sud Sudan sono stati ufficialmente eretti quando il Sud Sudan ha ottenuto l’indipendenza nel 2011. Un anno dopo i due Paesi sono entrati in conflitto per l’area contesa di Panthou/Heglig, ricca di petrolio. Diretta conseguenza fu l’interruzione del movimento transfrontaliero.
La chiusura è stata devastante per entrambi i Paesi. Il Sud Sudan non avendo sbocco sul mare dipende dai porti sudanesi per l’esportazione di petrolio greggio. Naturalmente una discreta fetta dell’economia del Sudan è subordinata alle tasse derivanti dall’esportazione di petrolio e di beni di consumo del Sud Sudan. Entrambi i Paesi hanno subito enormi perdite di proventi petroliferi. Il Sud Sudan è stato particolarmente colpito perché dipende interamente dalle entrate petrolifere e dalle sue esportazioni.
I precedenti tentativi di aprire il commercio tra i due Paesi sono falliti. Il recente accordo cataloga i quattro valichi di frontiera che saranno aperti: Jebeleen-Renk, Meriam, Buram-Tumsah e Kharsana-Panakuac.
L’apertura delle relazioni commerciali porterà benefici economici per entrambi i Paesi, come la creazione di posti di lavoro, il sostegno ai mezzi di sussistenza e il contributo alla sicurezza alimentare. Non è scontata la promozione di pace e relazioni sociali tra le comunità che vivono lungo il confine.
Il commercio transfrontaliero dovrà nello stesso tempo affrontare enormi sfide: tasse non necessarie, barriere amministrative e pratiche corrotte alla frontiera. Volontà politica e politiche macroeconomiche appropriate devono essere messe in atto. A completare il quadro, è necessario creare capacità istituzionali per consentire il commercio bilaterale e rafforzare il settore privato.
Il confine stesso tra Sudan e Sud Sudan non è dettagliatamente definito. Nel 2005 il Sudan Comprehensive Peace Agreement ha fornito procedimenti per delimitare e demarcare i confini. Ma il processo è fallito perché le parti coinvolte non sono riuscite a raggiungere una soluzione politica sulle aree di confine contese. La causa del conflitto che ne è seguito potrebbe essere in gran parte attribuita all’accettazione del confine coloniale britannico risalente al 1956.
Prima della separazione tra Sudan e Sud Sudan, i mezzi di sussistenza rurali della popolazione che viveva nelle 11 regioni di confine, dipendevano dal libero scambio e dalla circolazione di materiali oltre i confini. Con la separazione, la maggior parte delle riserve petrolifere e delle aree verdi, coltivabili e preziose per la pastorizia, sono entrate a far parte del Sud Sudan, privando il Sudan di considerevoli risorse strategiche.
Tra le comunità più colpite entrano di diritto quelle dei pastori sudanesi Misseriya. Circa un milione di famiglie. Le loro vite sono state interrotte e vincolate poiché dipendono completamente dalla migrazione stagionale verso il Sud Sudan durante la stagione secca, per raggiungere aree ricche di pascoli e acqua, abitati dalla comunità sud-sudanese Ngok Dinka.
Nonostante la chiusura delle frontiere, i commercianti e i pastori escogitarono percorsi e meccanismi informali per commercio e movimento. L’Unione Africana nel 2012 ha mediato un accordo sui confini morbidi tra i due Paesi, sfociato in libertà di soggiorno, libertà di movimento, libertà di intraprendere un’attività economica e libertà di acquistare e disporre di beni.
I due Paesi continuano a discutere riguardo la delicata questione dello status dell’area di Abyei. A cavallo del confine dei due Paesi, con ricche riserve di petrolio, la zona demilitarizzata di Abyei non è solo economicamente desiderabile, ma è anche fondamentale per la stabilità lungo il confine, ancora monitorato dalla missione di peacekeeping UNISFA (Forza di Sicurezza ad Interim delle Nazioni Unite per Abyei).
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