Oggi la nostra rubrica settimanale sul continente africano vi porta in Sud Sudan, Tunisia, Uganda e Somalia
di Federica Iezzi
Roma, 21 ottobre 2017, Nena News –
Sud Sudan
Le Nazioni Unite non avrebbero inviato truppe di mantenimento della pace nella città di Yei, in Sud Sudan, mentre gli Stati Uniti continuavano a sostenere le forze governative. Questo secondo riservati documenti delle Nazioni Unite e secondo quanto trapelato dal Dipartimento di Stato statunitense.
In un paio di settimane, a partire dalla fine del 2016, Yei è diventato un centro di pulizia etnica dando vita al secondo più grande esodo di civili in Africa, dopo il genocidio ruandese del 1994. Più di un milione di civili è fuggito in Uganda e si contano decine di migliaia di morti.
Attualmente i peacekeepers dell’Unmiss (United Nations Mission in South Sudan) sono circa 12mila, distribuiti in tutto il paese. Secondo i funzionari Onu occorrerebbero almeno 40mila unità per assicurare la pace all’Uganda. Rimangono dunque vulnerabili l’area di Yei e altri importanti centri abitati come Bentiu, Malakal e Wau.
***
Tunisia
I contrabbandieri tunisini offrono ai migranti una nuova strada per arrivare in Europa. Si parte dai porti tunisini di el-Haouania, Kelibia, Sousse, Mahdia, Safaqis, Djerba, Jarjis per arrivare in Sicilia. Tragitti ben noti dal 2011 ai tunisini che fuggivano dalle turbolenze politiche, provocate dal regime del presidente Zine El-Abidine Ben Ali.
Sono già stati rafforzati i controlli dalla marina militare italiana e potenziate le pattuglie di mare tunisine. Nelle ultime sei settimane, la Tunisia è diventata il nuovo hub per i migranti dell’Africa sub-sahariana. Le stime delle partenze parlano almeno di 2.700 persone già partite.
***
Uganda
Il Ministero della Sanità ugandese ha confermato un caso di infezione da parte del virus Marburg, responsabile di una febbre emorragica altamente infettiva, simile a Ebola. Il caso, per ora isolato, si è registrato nel villaggio di Chemuron, nel distretto orientale di Kapchorwa.
L’ultimo focolaio di Marburg nello Stato dell’Africa orientale risale al 2014, quando furono identificati 146 casi. Il serbatoio del virus sono i pipistrelli. Non ci sono attualmente trattamenti specifici o vaccini disponibili per Marburg, la terapia è dunque solo di sostegno.
***
Somalia
Almeno 300 persone hanno perso la vita e più di 400 sono i feriti nell’attacco che ha colpito la capitale somala Mogadiscio, nello scorso fine settimana. La prima esplosione ha distrutto decine di bancarelle e il famoso Safari hotel nel cuore della città. Pochi minuti dopo la prima esplosione, una seconda autobomba è esplosa nel vicino quartiere di Madina. Ad essere colpito è il quartiere Hamar Jabjab (conosciuto anche come K5), che ospita numerosi edifici governativi, ristoranti e alberghi.
Le limitazioni del sistema sanitario somalo impediscono una risposta medica adeguata. Paesi come Turchia e Qatar continuano a fornendo assistenza umanitaria. A uno dei peggiori attacchi in Somalia, i funzionari rispondono con dubbi. Nessun segno, né rivendicazione dal gruppo islamico al-Shabaab, collegato a al-Qaeda.
Ma è il principale indiziato: secondo fonti dell’intelligence somala, l’obiettivo del camion-bomba non sarebbe stato il centro della città, ma la base turca in costruzione nella capitale: a Voice of America Africa funzionari dei servizi hanno detto che tutte le segnalazioni precedenti e successive alla strage fanno riferimento alla base turca: “L’obiettivo strategico più importante poiché produrrà un esercito organizzato che [per al-Shabaab] va distrutto preventivamente”, ha aggiunto la fonte. Nena News
Pingback: FOCUS ON AFRICA | federicaiezzi