Un tribunale egiziano ha annullato stamane la sentenza a tre anni di prigione per corruzione per l’ex presidente e ha ordinato un nuovo processo. A novembre Mubarak era stato prosciolto dall’accusa di complicità nell’omicidio di centinaia manifestanti durante le proteste del 2011
della redazione
Roma, 13 gennaio 2014, Nena News – Un tribunale egiziano ha annullato stamane la sentenza a tre anni di prigione per corruzione per il deposto presidente egiziano Hosni Mubarak e ha ordinato un nuovo processo.
Mubarak era stato condannato lo scorso maggio per appropriazione indebita di 100 milioni di lire egiziane (circa 14 milioni di dollari) destinati al mantenimento dei suoi palazzi presidenziali. La corte, allora, aveva anche punito con quattro anni di prigione i suoi figli Alaa e Gamal.
Non è la prima volta che l’ex rais d’Egitto viene graziato. Lo scorso novembre, infatti, Mubarak è stato prosciolto dall’accusa di complicità nell’omicidio di centinaia manifestanti durante le proteste del 2011 che hanno posto fine al suo trentennale regime. Nei 18 giorni di rivolta contro il suo potere furono 800 le persone uccise. Secondo la Corte d’Assise del Cairo, Mubarak non doveva essere processato quindi “non sarà né assolto né condannato”. Il rais è stato scagionato anche dalle accuse di corruzione relative all’export di gas verso Israele.
Da quando è salito al potere dopo aver deposto militarmente l’islamista Mohammed Mursi – successore di Mubarak e primo presidente egiziano democraticamente eletto – Abdel Fattah al-Sisi ha posto come priorità della sua presidenza l’ordine e la stabilità economica a discapito delle libertà democratiche. Democrazia per cui centinaia di persone sono morte in questi 4 anni. La repressione violenta contro qualunque forma di dissenso, media ammaestrati e riabilitazione dell’ancien régime (chi meglio di Mubarak a rappresentarlo?) sanno di amara beffa per chi piange ancora i “martiri della rivoluzione”. Nena News