Pressione sugli abitanti dell’isola che al-Sisi vuole trasformare in un hub turistico di lusso, attraverso lo sfratto dei suoi residenti originari, famiglie povere, contadini e pescatori
della redazione
Roma, 20 marzo 2019, Nena News – L’isola “contesa” al Cairo, obiettivo della gentrificazione del regime di Abdel Fattah al-Sisi, non conosce tregua: questa settimana la polizia egiziana ha arrestato tre attivisti dell’isola Warraq in quella che i residenti definiscono una strategia di pressione sui residenti per costringerli a cedere e a lasciare le loro terre.
Sayed Mostafa, pensionato di 55 anni, Ibrahim Shaarawy, idraulico di 32, e Ahmed Gamal, studente ventenne, sono scomparsi il 13 marzo dopo l’arresto. Per tre giorni di loro non si sono avute notizie fino al 17 quando sono apparsi di fronte alla procura di Stato che gli ha comminato 15 giorni di detenzione preventiva.
Per arrestarli, raccontano alcune fonti all’agenzia indipendente Mada Masr, la polizia ha teso loro una trappola: una telefonata in cui un agente si spacciava per giornalista chiedendo un’intervista fuori dall’isola. Il Warraq Family Council, comitato locale di base, ha contattato i servizi egiziani, la National Security, per avere notizie dei tre arrestati. La risposta: arrendetevi. “Non li rilasceremo. Se volete risolvere la cosa, cosa siete disposti a dare in cambio?”, avrebbe detto un ufficiale dei servizi ai residenti.
Il loro caso non è unico: dal 2017 Warraq combatte contro lo Stato egiziano per impedire la confisca delle terre in cui da decenni vivono contadini, pescatori, famiglie povere che hanno costruito da sole case e baracche, private dei servizi pubblici di base. In questi due anni più volte le autorità egiziane sono arrivate sull’isola con i bulldozer e hanno demolito alcune case tra le proteste degli abitanti.
Un fascicolo di indagine è aperto dall’anno scorso, il caso 488/2018, che coinvolge decine di attivisti e manifestanti che in questi anni hanno protestato in piazza contro il progetto di gentrificazione del Cairo. Una repressione dura che ha visto l’uccisione di almeno una persona e l’arresto di decine. Di questi almeno 36 sono accusati di terrorismo e uso dei social contro l’ordine pubblico.
Un anno fa l’allora premier Ismail aveva presentato un decreto che autorizzava la New Urban Communities Authority a costruire “una nuova comunità urbana” a Warraq. Secondo la stampa egiziana, l’intenzione del regime è trasformare l’isola in un centro economico e turistico, ribattezzato Horus, con hotel, parchi, resort e senza i suoi abitanti originali, definiti “occupanti illegali” dal Cairo. Da cui il ricorso presentato dai residenti: la prossima udienza è prevista per sabato 23 marzo. Non solo: alle proteste gli abitanti hanno unito il boicottaggio, bloccando per giorni l’arrivo dei traghetti che trasportavano materiale da costruzione di proprietà dell’esercito, primo contractor del paese.
E ora, dopo l’arresto dei tre attivisti, sono già in svolgimento marce di protesta e per venerd è prevista una conferenza per proseguire nella definizione delle forme di resistenza allo sfratto e all’esproprio. Nena News