Cresce la pressione sull’impresa ferroviaria CAF affinché rinunci all’estensione della Metropolitana Leggera di Gerusalemme, progettata per collegare i quartieri ad ovest della città con alcuni insediamenti coloniali
di Marco Santopadre
Roma, 5 marzo 2020, Nena News – Continua lo scontro globale tra Israele e il Bds, il movimento internazionale di boicottaggio dello Stato di Israele per la negazione dei diritti del popolo palestinese. E’ di questi giorni la ripresa nel Paese Basco, nel nord della Spagna, del boicottaggio nei confronti di una grande impresa locale accusata di collaborare con la colonizzazione israeliana nei Territori occupati palestinesi.
Sabato scorso, nel comune di Ordizia, i rappresentanti del coordinamento “BDS Euskal Herria” hanno lanciato una campagna volta a premere sull’impresa ferroviaria CAF affinché rinunci alla realizzazione dell’estensione della Metropolitana Leggera di Gerusalemme, progettata da Israele per collegare i quartieri ebraici ad ovest della città con alcuni insediamenti coloniali – illegali per il diritto internazionale - realizzati intorno a Gerusalemme Est, dove vivono centinaia di migliaia di coloni. Allo scopo di spiegare nel dettaglio come la nuova linea ferroviaria serva a facilitare e a legittimare l’annessione a Israele di nuovi territori palestinesi, il collettivo “Hala Bedi” ha realizzato un documentario che verrà utilizzato per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni locali.
La campagna è sostenuta finora da circa 70 realtà sociali, politiche, sindacali e associative basche. Tra queste risaltano partiti politici indipendentisti e di sinistra come Sortu, Alternatiba, Antikapitalistak, Podemos, Izquierda Unida; sindacati come Lab, Ela, CCOO, CGT, ESK; collettivi internazionalisti, di solidarietà e antimilitaristi; organizzazioni femministe, antirazziste, giovanili e studentesche; associazioni ambientaliste e per la giustizia climatica e anche alcuni sindaci.
Il documento di lancio della campagna ribattezzata “Caf, scendi dal treno dell’apartheid”, reso pubblico da alcuni rappresentanti durante l’iniziativa celebrata a Ordizia, definisce il progetto di estensione della Metropolitana Leggera come “un nuovo attacco ai diritti del Popolo Palestinese” e invita la CAF a “rispettare il diritti internazionale, ritirarsi dall’appalto e porre fine a ogni complicità con l’occupazione della Palestina”. L’appello evidenzia il fatto che “le colonie israeliane nei Territori Palestinesi Occupati, inclusa Gerusalemme Est, sono illegali secondo il diritto internazionale in quanto violano la Quarta Convenzione di Ginevra”. “Il fatto che più di 70 diverse organizzazioni della società civile abbiano aderito alla nostra campagna dimostra quanto forte sia il sostegno nel Paese Basco alla richiesta indirizzata alla CAF di porre fine ad ogni complicità con i crimini di guerra israeliani nella Palestina occupata” ha spiegato Ester Muñoz, a nome del coordinamento.
Negli scorsi anni campagne simili realizzate in altri territori, europei e non, hanno convinto numerose imprese – tra queste le francesi Veolia, Alstom e Systra, la canadese Bombardier, l’australiana Macquarie e la tedesca Siemens – a ritirarsi dall’iter di aggiudicazione dell’appalto.
Nonostante la ferma opposizione del consiglio di fabbrica e di alcuni importanti sindacati attivi nei suoi stabilimenti, la multinazionale basca CAF – Construcciones y Auxiliar de Ferrocarriles – ha deciso di rimanere in gara dopo che nell’agosto del 2019 si era aggiudicata l’appalto del valore di circa 2 miliardi di dollari del Ministero delle Finanze di Tel Aviv insieme all’impresa di infrastrutture israeliana Shapir, che pure figura in una lista recentemente pubblicata dall’ONU delle compagnie considerate complici dell’occupazione illegale dei territori palestinesi. Il 29 novembre scorso, in occasione della Giornata Internazionale dell’ONU di solidarietà col popolo palestinese, il Consiglio di Fabbrica dello stabilimento di Beasain è tornato a chiedere lo stop dei lavori mentre i sindaci di due comuni – Zestoa e Arbizu – gemellati con due località dei Territori palestinesi occupati, hanno chiesto la rinuncia della CAF al progetto che hanno descritto come “di consolidamento dell’apartheid israeliana”.
Pochi giorni fa, poi, anche il Consiglio Comunale della cittadina basca che ospita la sede centrale della multinazionale ha approvato all’unanimità una mozione di solidarietà con il popolo palestinese.
Ancora nessuna presa di posizione invece da parte del governo spagnolo e neanche da parte di quello basco, che pure possiede una parte delle quote societarie della CAF, impresa il cui codice di condotta afferma che “qualsiasi azione della compagnia e dei suoi membri rispetterà scrupolosamente le leggi, i diritti umani e le libertà pubbliche”. Nena News