L’editoriale di Amira Hass per il quotidiano Ha’aretz: “Andate a sentire in tribunale le scuse della polizia e dell’esercito per non impedire i soprusi dei coloni della fattoria Maon nei confronti dei palestinesi”.
di Amira Hass – Haaretz
Ramallah, 10 maggio 2014, Nena News – C’è forse un rapporto tra i metodici soprusi nei confronti degli scolari da parte dei coloni dell’avamposto X e la distruzione di alberi dei palestinesi nei pressi dell’avamposto X? Secondo l’IDF [esercito israeliano], la risposta è “no”. Questo apprendiamo dalla deposizione resa il 28 aprile da Gilad Lev, che lo scorso anno era comandante di battaglione nella zona delle colline a sud di Hebron. E sa forse la polizia che cos’è la “‘Hilltop Youth’” [gruppo giovanile dell’estrema destra sionista. Letteralmente:”Gioventù della cima della collina”]? No. Questo è quanto apprendiamo da una deposizione resa il 25 marzo da Shmuel Jerbi, comandante presso il Dipartimento dei delitti nazionalisti nel distretto di polizia della Giudea e Samaria.
Queste dichiarazioni sono state esposte durante in un’udienza preliminare di una causa che si sono sentite domenica di fronte a Einat Avman-Muller, giudice del Tribunale di Gerusalemme. I querelanti sono i componenti della famiglia Amour della città di Yatta, nella Cisgiordania meridionale. Nel maggio 2013 metà degli alberi del loro oliveto nei pressi del villaggio di A-Tawani sono stati distrutti da vandali sconosciuti. Questo [fatto] è stato preceduto da altri incidenti simili nel 2006 e nel 2011. Si potrebbero definire “Il test di Armour” della sincerità le dichiarazioni rese dalle autorità riguardo ai delitti dettati dall’odio.
I primi atti di questa prova hanno già avuto luogo e sono stati raccontati su questo giornale (il 26 dicembre 2013 e il 14 febbraio 2014). Giudicate voi, noi vi daremo il resto [del test].
L’IDF non ha accettato la richiesta della famiglia Armour affinché venisse installato un sistema di illuminazione attorno all’oliveto per prevenire futuri atti vandalici, apparentemente perché la famiglia “ha scelto di portare la questione in tribunale”. (E allora? La causa riguarda qualcosa che è già successo, la richiesta relativa al sistema di illuminazione riguarda il futuro).
La Procura generale, attraverso il procuratore Moshe Willinger, ha sostenuto che i querelanti stessi erano da biasimare per la distruzione del loro oliveto, dato che non avevano installato per conto loro il sistema di illuminazione (tutto ciò nell’area C, dove anche solo piantare un palo per terra, per non parlare di attaccarsi alla rete elettrica, comporta un’infinità di cavilli burocratici per i palestinesi).
La polizia ha chiuso l’inchiesta sugli atti di vandalismo “per mancanza di prove”, anche se gli investigatori dell’esercito hanno trovato impronte che portavano direttamente dall’oliveto alla casa di un colono di nome Yissachar Mann [residente] nel vicino avamposto [denominato] Fattoria Maon.
Prima dell’udienza l’avvocato della famiglia, Itai Mack, ha chiesto allo Stato (cioè alla polizia e all’IDF) di deporre su 38 domande. Una di queste era: “Si chiede di confermare che Yissachar Mann è noto alle forze di sicurezza ed alla polizia per precedenti episodi”. I documenti della polizia che descrivono gli atti di vandalismo del maggio 2013 segnalano che Mann era già stato in precedenza arrestato e giudicato colpevole. L’archivio on line della corte contiene un’accusa da parte della polizia del distretto di Giudea e Samaria contro Mann ed altri, armati, per aver tirato pietre contro i contadini di At-Tuwani e contro alcuni attivisti di sinistra. L’archivio contiene anche il verbale di un caso in cui Mann è stato condannato a Gerusalemme per “reati contro l’ordine pubblico”.
Ma la risposta del comandante di polizia Jerbi alla domanda di Mack è stata:”La domanda non è chiara”.
Quando Mack ha chiesto se lo Stato “è a conoscenza della presenza della ‘Hilltop Youth’ e di attivisti di estrema destra nella fattoria Maon, Jerbi ha risposto:”Il termine non è chiaro. Nella fattoria Maon vivono coloni ebrei”. Quando Mack ha chiesto se la fattoria Maon è un avamposto illegale e non autorizzato, questa è stata la risposta:”Questa è una questione legale”. In altri termini: La violazione della legge dovuta alla loro presenza in quel posto è una questione teoretica e astratta.
È stato ancora più difficile avere una dichiarazione da parte dell’IDF. Il maggiore Shai, un investigatore del Ministero della Difesa, ha scritto con sicurezza assoluta: “Ho fatto un’analisi tra tutte le principali componenti dell’IDF, ed ho rilevato che non c’è stato nessun coinvolgimento dell’esercito in questo fatto (del maggio 2013)”.
La discrepanza tra i risultati di questa “indagine” e la realtà ha portato Mack a scrivere un’altra lettera chiedendo che lo Stato completi la deposizione. L’ex comandante di battaglione nella zona, Gilad Lev, è stato incaricato di questo compito. Richiesto su quali misure fossero state messe in atto in seguito a ciò che era successo nel 2006 e nel 2011, Lev ha risposto: “Imparare la lezione (dagli avvenimenti) è una faccenda di routine per le forze di difesa”.
Dal 15 al 28 aprile si è assistito ad un notevole incremento del numero dei soprusi dei coloni della Cisgiordania contro i palestinesi – da una media di cinque a nove incidenti alla settimana. Gli attacchi contro gli abitanti di At-Tuwani da parte dei loro “vicini” ebrei (che nella maggioranza provengono dalla fattoria Maon) sono fatti ricorrenti. Tra il 2005 e il 2013, Yesh Din [organizzazione israeliana per i diritti umani] ha registrato 35 denunce alla polizia riguardanti attacchi contro palestinesi da parte di israeliani nella zona di At-Tuwani. Questi incidenti riguardavano percosse, distruzione di alberi, incendio doloso, aggressione a pastori, uccisione di bestiame, lancio di pietre e sconfinamenti.
A causa dei continui abusi da parte dei coloni della fattoria Maon, dal 2004 l’IDF ha dovuto scortare gruppi di scolari da due piccoli villaggi vicini lungo il percorso fino alla scuola di At-Tuwani e al ritorno. A volte i soldati non svolgono il loro servizio e i bambini terrorizzati fanno da soli il tragitto tra le colline rocciose sotto la fattoria Maon.
Questo è quello che è successo il 24 aprile. Due israeliani su quad bikes [moto fuoristrada a quattro ruote] provenienti dalla fattoria Maon sono comparsi e hanno lanciato pietre contro quattro bambini e la loro madre che stavano tornando dalla scuola senza la scorta militare. Una bambina di sette anni è stata colpita in testa ed è stata portata all’ospedale per farsi mettere dei punti.
La risposta di Lev alla richiesta di Mack di confermare che “i soldati dell’IDF scortano gli scolari alla scuola di At-Tuwani in seguito alle violenze da parte di estremisti israeliani” [è stata]:”La questione non è rilevante per questa controversia, che riguarda atti di vandalismo commessi contro ulivi”.
Traduzione di Amedeo Rossi