Il passo è di assoluto rilievo, non solo in ragione dell’importanza dell’istituto di credito ma anche della vicinanza che esso ha avuto in passato con il movimento di liberazione palestinese
della redazione
Roma, 28 giugno 2018, Nena News – Anche uno storico istituto di credito arabo, la Arab Bank, interromperà il trasferimento delle donazioni alla sezione palestinese della ong internazionale Defence for Children International (DCI). Motivo? Avrebbe legami con il Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp), la principale formazione politica della sinistra palestinese che Israele, gli Usa e l’Ue considerano una “organizzazione terroristica”. La decisione, presa assieme alla Citibank, è frutto delle pressioni esercitate dalla United Kingdom Lawyers for Israel (Uklfi), una associazione di avvocati ed esperti di legge britannici che appoggiano le politiche di Israele contro molte ong palestinesi.
Il passo della Arab Bank è di assoluto rilievo, non solo in ragione dell’importanza dell’istituto di credito ma anche della vicinanza che esso ha avuto in passato con il movimento di liberazione palestinese.
“Sono felice per il successo che abbiamo ottenuto nel fermare i trasferimenti di qualsiasi donazione a questa ong legata al terrore”, ha commentato con soddisfazione Caroline Turner, direttrice di Ukfli, ricordando di aver inviato il mese scorso ai dirigenti della Citibank e della Arab Bank la “documentazione” che attesterebbe i legami tra la ong e il Fplp, uno storico partito politico palestinese rappresentato anche nel Consiglio legislativo, il Parlamento dell’Autorità nazionale palestinese oltre che nell’Olp.
DCI-Palestina è una ong impegnata a tutela all’infanzia palestinese, in particolare di quella che è vittima dell’occupazione militare ed opera da molti anni nei Territori occupati. Fino a qualche giorno fa, come era riportato sul suo sito, usava anche la Arab Bank per ricevere le donazioni. Gli avvocati britannici pro-Israele hanno convinto le due banche a tirarsi indietro riferendo che un membro del consiglio di amministrazione di DCI-Palestina, Mahmoud Jiddah, sarebbe vicino al Fplp e che è stato detenuto in Israele per 17 anni per “terrorismo”. Stesse le argomentazioni usate a proposito di Hassan Abdel Jawad, un altro menbro del CdA di DCI-Palestina. A sostegno delle sue tesi Ukfli aggiunge che la ong palestinese ha dedicato uno dei suoi rapporti alla memoria di un suo impiegato, Hashem Abu Maria, ucciso da soldati israeliani qualche anno fa.
Israele considera “terroristi” tutti quei palestinesi che partecipano a manifestazioni contro l’occupazione pur essendo disarmati e coloro che fanno parte di movimenti e partiti politici descritti come “terroristici”. Ukfli infine afferma che DCI-Palestina sarebbe attiva nel Bds, il movimento che chiede il boicottaggio di Israele per le sue politiche di occupazione che negano i diritti dei palestinesi sanciti dalle risoluzioni dell’Onu.
Questa “denuncia” degli avvocati britannici pro-Israele è stata sufficiente per spingere la Arab Bank ad interrompere ogni rapporto con DCI-Palestina.
Intanto Ukfli e un’altra associazione pro-Israele, Lawfare Project, hanno avviato una campagna contro un’altra ong molto nota nei Territori palestinesi occupati, MAP (Medical Aid for Palestinians), anch’essa legata, affermano, al Fplp e che userebbe parte del suo budget annuale per “attività di propaganda politica”. Nena News
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