Via libera alla sospensione dell’immunità: Erdogan vuole trascinare in tribunale i leader dell’Hdp e spezzare definitivamente la resistenza politica kurda
della redazione
Roma, 3 maggio 2016, Nena News – Dopo la rissa è giunta l’approvazione: una commissione parlamentare ad hoc ieri sera ha dato il via libera alla controversa proposta di legge del governo volta a sospendere l’immunità parlamentare in caso di indagini. Una proposta, partorita dal partito di governo Akp del presidente Erdogan, che ha un unico obiettivo: spogliare dell’immunità i deputati dell’Hdp, il Partito Democratico dei Popoli, fazione di sinistra pro-kurda accusata di essere braccio politico del Pkk.
Negli ultimi mesi, dalla fine di luglio 2015 quando Ankara ha lanciato una brutale campagna militare contro il sud est kurdo uccidendo almeno 338 civili, sfollandone 100mila e distruggendo intere comunità, il governo è impegnato nell’indebolimento politico dell’avversario. Lo ha fatto con raid della polizia nelle sedi del partito e con arresti di centinaia di suoi membri. Ma il target è la leadership: il co-segretario Selahattin Demirtas è tra coloro contro i quali sono stati aperti fascicoli di inchiesta con l’accusa di sostegno al terrorismo, reato per cui si rischiano almeno 15 anni di prigione.
Ma c’è l’immunità. O almeno c’era: stamattina è stata soppressa. Non senza tensioni: nell’aula è scoppiata la rissa tra deputati, che si sono lanciati bottiglie d’acqua a vicenda e si sono presi a pugni, mentre i membri dell’Hdp lasciavano la sala in segno di protesta. Ora la palla passa al parlamento che dovrà approvare la bozza finale.
Erdogan è quindi ad un passo dall’obiettivo, trascinare in tribunale i leader dell’Hdp. La rabbia è tanta: il Partito Democratico dei Popoli accusa Ankara di voler reprimere il dissenso e di lavorare all’esclusione politica dei 22 milioni di kurdi cittadini turchi. Esclusi e martoriati: se molti di loro avevano visto nel 13% dei voti ottenuti dall’Hdp alle elezioni di giugno la speranza di inclusione, la campagna militare lanciata a fine luglio l’ha presto dissipata. Le condizioni di vita sono rese impossibili dai continui e ininterrotti coprifuoco imposti dall’esercito turco sulle principali città kurde a sud est e dai raid e i bombardamenti da parte dell’artiglieria.
Interi quartieri sono rasi al suolo, scene di guerra che non finiscono sui media occidentali. Eppure a parlare sono anche altri partiti di opposizione all’Akp, anche quelli tradizionalmente lontani dalle aspirazioni autonomiste kurde: ieri il Partito Repubblicano ha chiesto al governo di dichiarare il distretto di Cizre, nella provincia di Sirnak, “area disastrata”: “Per migliorare le condizioni di vita dei cittadini che continuano a vivere Cizre o che sono stati costretti a lasciare le proprie case – si legge nel rapporto – ogni tipo di aiuto, cibo, medicinali, vestiti, ripari, devono essere forniti subito”. Nena News