Nel rapporto della Ong documentati abusi e omicidi commessi dalle forze del movimento islamico che governa Gaza. Eliminati rivali politici e detenuti, fatti passare per collaborazionisti. Oggi raid israeliani su quattro obiettivi nell’enclave palestinese, in risposta al lancio di un razzo
della redazione
Roma, 27 maggio 2015, Nena News – Durante i cinquanta giorni di offensiva militare israeliana della scorsa estate contro la Striscia di Gaza, le forze di Hamas hanno commesso gravi violazioni dei diritti umani, rapendo, torturando e uccidendo civili palestinesi. A denunciarlo è l’ultimo rapporto di Amnesty International (AI) che chiede alle autorità palestinesi e al movimento islamico che governa Gaza di far luce sugli abusi documentati dalla Ong e di portare davanti alla giustizia i responsabili.
Secondo il documento, intitolato Strangling Necks, gli uomini di Hamas uccisero diversi “collaborazionisti”, anche in esecuzioni pubbliche, che poi si sono rivelati essere detenuti sotto la custodia del movimento islamico da prima che iniziasse il conflitto. Molti erano in attesa della fine del processo e sono stati prelevati dalla cella e messi a morte. In altre occasioni, AI ha documentato casi di uccisioni extragiudiziarie e di torture commesse in una clinica ambulatoriale in disuso nell’ospedale Al Shifa. Almeno tre persone arrestate durante l’operazione militare israeliana Margine Protettivo sono morte in custodia. E tra le vittime di questi abusi ci sarebbero esponenti e simpatizzanti di Fatah, la fazione politica rivale di Hamas, ed ex membri delle forze di sicurezza dell’Autorità nazionale palestinese (Anp).
“Constatare che mentre le forze israeliane seminavano morte e distruzione a Gaza, le forze di Hamas ne approfittavano per regolamenti di conti spietati fa inorridire. […] Questi atti, alcuni dei quali costituiscono crimini di guerra, avevano come unico scopo vendicarsi e creare un clima di paura in tutta la Striscia di Gaza”, ha dichiarato Philip Luther, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di AI.
Nel rapporto è sottolineato che nessuno è stato chiamato a rendere conto di tali abusi contro i palestinesi e che questa impunità potrebbe significare che i crimini sono stati tollerati o persino ordinati dalle autorità.
Non è la prima volta che Amnesty denuncia gli abusi commessi durante la guerra dell’estate del 2014, quando i raid israeliani hanno ridotto a un cumulo di macerie l’enclave palestinese, colpendo indiscriminatamente case, scuole, ospedali, luoghi di culto. Sono circa 2.200 i palestinesi morti sotto i bombardamenti, la maggior parte dei quali tra la popolazione civile, e circa 11.000 i feriti. Migliaia gli sfollati e ancora adesso Gaza è distrutta e isolata dal mondo dal rigido embargo imposto da Israele. Sono invece 67 i soldati israeliani morti e sei i civili.
In quel caos uomini di Hamas hanno colto l’occasione di fare un veloce e spietato regolamento di conti. Una guerra in cui entrambe le fazioni, sia gli israeliani sia i palestinesi, si sono macchiati di crimini e abusi, secondo i rapporti diffusi da Amnesty nell’ultimo anno.
Un anno in cui gli abitanti della Striscia di Gaza hanno cercando di tornare alla normalità, di ricostruire case, scuole, ospedali, contando su una fragile tregua disseminata di violazioni. Stamattina i caccia israeliani sono tornati in azione, hanno colpito quattro obiettivi “terroristici” a Rafah, a Khan Yunis, al sud e a Beit Lahia a nord, in risposta al lancio di un razzo dalla Striscia caduto nel sud di Israele. Non ci sono stati vittime né danni. Il minsitro israeliano della Difesa, Moshe Ya’alon, ha puntato il dito contro la Jihad islamica e ha avvertito che Gaza “pagherà un prezzo alto” se i lanci di razzi si ripetessero. Secondo l’agenzia palestinese Maan, l’Egitto è stato coinvolto in una mediazione tra Israele e Hamas, ritenuta responsabile di quanto accade a Gaza, per evitare escalation. Nena News
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La crociata di A.I. nei confronti di Hamas non trova giustificazione alcuna in tale contesto.
Quanto viene denunciato appare oggettivamente orribile ma, ove confermato, risulterebbe essere frutto di una lotta intestina e reciproca, che nulla ha a che vedere con l’azzardata configurazione di crimine di guerra.
Tale orrendo delitto è quello ripetutamente posto in essere dalle forze sioniste nei confronti della popolazione civile, facendo scempio di ogni norma internazionale e, soprattutto, del senso di umanità che, evidentemente, non appartiene al paese aggressore.
Confondere i piani del discorso, attività nella quale da sempre A.I. si sbizzarisce, rappresenta un’operazione pericolosa ed infida e come tale và denunciata senza remora alcuna.
Cordialmente
Enzo Barone (Milano)