L’assenza di sicurezza economica e fisica associata a violenze domestiche, matrimoni forzati, scarsa indipendenza hanno ulteriormente aggravato le condizioni delle donne. Che sono però in prima fila nelle battaglie della società civile. Nessuno però ha pensato di coinvolgerle nel processo di pace
dalla redazione
Taiz (Yemen), 8 marzo 2021, Nena News – Niqab forzato, matrimoni precoci, vergogna per il divorzio, violenza domestica e delitti d’onore. Questi i tipi di violenza a cui sono costrette le donne, da quando hanno maggiori responsabilità e un’evoluzione dei loro ruoli di genere. Rimangono burattini controllati da fili.
I ruoli e le responsabilità crescenti delle donne si sono rivelati un’arma a doppio taglio. Sebbene il cambiamento dei ruoli di genere possa fornire un’opportunità per alleviare il loro status quo. La letteratura dimostra chiaramente che nelle società con rigide norme di genere, gli uomini si sentono fortemente minacciati quando sperimentano un cambiamento nei ruoli di genere, che porta in ultima battuta ad un preoccupante aumento della violenza ai danni del partner.
Nello Yemen, Paese che si è classificato ultimo nell’indice del World Economic Forum’s Global Gender Gap per 13 anni consecutivi, le donne hanno sofferto di una disuguaglianza di genere profondamente radicata. L’impatto orribile del conflitto nello Yemen sui civili si acuisce particolarmente quando si si entra nella sfera femminile. Gli stereotipi di genere negativi e gli atteggiamenti patriarcali, un sistema legale discriminatorio e la disuguaglianza economica hanno aggravato la vulnerabilità delle donne alla violenza.
I combattimenti hanno costretto la popolazione ad una grave crisi economica, infrastrutture danneggiate e servizi al collasso. In aggiunta, le donne hanno dovuto fare i conti con un accesso limitato alle risorse e con una mobilità limitata, a causa delle norme culturali di genere.
Oltre alle sfide economiche e sociali, non mancano le costanti preoccupazioni legate alla sicurezza, alcune equivalenti a gravi violazioni. Attacchi ai posti di blocco militari se non accompagnate da una figura maschile e attacchi durante le proteste, tra cui molestie, detenzioni arbitrarie, torture e altri maltrattamenti da parte delle forze di sicurezza. Senza la presenza della figura maschile, le donne sono più vulnerabili alla violenza sessuale e fisica.
Il più delle volte, queste donne finiscono per divorziare e soffrire di un irreversibile disagio psicologico. Le sopravvissute alla violenza sono spesso riluttanti a denunciare gli abusi, temendo il contraccolpo della propria comunità e dei funzionari della sicurezza.
Una questione su cui le donne si sono chiaramente mobilitate e rifiutano di rimanere in silenzio è quella della detenzione e delle sparizioni forzate dei loro familiari. Le madri, le mogli e le sorelle dei detenuti maschi risultano vittime dirette. Nonostante i modi unici e particolari in cui le donne sono state colpite dal conflitto e nonostante il ruolo attivo delle stesse nella campagna e nella difesa legate ai diritti civili, le donne yemenite rimangono sottorappresentate nei colloqui di pace.
Le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, come la 1325 e le risoluzioni successive, ribadiscono l’importanza della partecipazione delle donne ai colloqui di pace e ai negoziati per il consolidamento della pace, mentre altre risoluzioni come la 2216 includono inviti a porre fine alla violenza in Yemen escludendo esplicitamente l’appello per l’inclusione delle donne e limitando la partecipazione delle donne ai processi di dialogo.
È fondamentale che qualsiasi misura delle Nazioni Unite si basi su un quadro più ampio per affrontare la discriminazione di genere, attraverso un processo di riforma legislativa nazionale che affronti le violazioni di lunga data dei diritti umani delle donne, che adotti misure efficaci per aumentare la partecipazione politica delle donne, affrontare leggi e pratiche sistemiche e discriminatorie, proteggere il diritto delle donne all’uguaglianza.
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