Il corpo di pace delle Nazioni Unite che monitora il confine tra i due stati ha detto che i due tunnel violano la Risoluzione 1701 che pose fine alla guerra d’Israele contro il partito sciita libanese Hezbollah. Beirut: “Rispettiamo la Linea Blu”
della redazione
Roma, 18 dicembre 2018, Nena News – Due dei quattro tunnel scoperti dall’esercito israeliano che attraversano il confine tra il Libano e Israele violano il cessate il fuoco che ha posto fine alla guerra tra lo stato ebraico e il partito sciita libanese Hezbollah. Ad affermarlo ieri è stata la stessa forza di pace dell’Onu presente nel sud del Libano. In una nota l’Unifil ha confermato che “due dei tunnel attraversano la Linea blu e questo rappresenta una violazione della Risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”. Il riferimento è alla risoluzione Onu del 2006 che ha posto fine alle ostilità tra Hezbollah e Israele e che vieta armi non autorizzate tra il fiume libanese Litani e il confine tra Israele e Libano. Secondo la 1701, l’esercito libanese è responsabile per la sicurezza sul suo confine ed è l’unica forza armata autorizzata ad operare nell’area.
L’Unifil ha fatto sapere ieri che continuerà le sue indagini tecniche e ha descritto la recente scoperta dei tunnel “una questione che suscita seria preoccupazione” e per cui si attende una risposta “urgente” da parte delle autorità libanesi. Il commento di Beirut non si è fatto attendere troppo: il premier disegnato Saad Hariri (rivale politico di Hezbollah) ha detto che il suo Paese rispetta l’accordo di cessate il fuoco del 2006 così come la Linea Blu. Incontrando il Generale Stefano del Col dell’Unifil, Hariri ha poi dichiarato che l’esercito libanese condurrà pattugliamenti nell’area così da impedire che ci siano “violazioni del cessate il fuoco”.
Tel Aviv, intanto, continua l’operazione anti-tunnel iniziata lo scorso 4 dicembre nel nord d’Israele. Domenica l’esercito israeliano ha scoperto un quarto tunnel che, come già capitato agli altri tre precedenti, ha detto di aver prontamente distrutto. La situazione resta tesa nella zona frontaliera: ieri mattina alcuni militari libanesi sono arrivati a pochi metri di distanza da quelli israeliani a Mays Jabal. Il motivo è stato il filo spinato lungo 200 metri piazzato dai soldati dello stato ebraico al confine: per i libanesi l’operazione è sconfinata nel loro territorio. Di diverso avviso è chiaramente Israele: “i nostri soldati hanno agito sul lato israeliano della frontiera e previo coordinamento con l’Unifil”. Andre Tenenti, il portavoce della missione di pace dell’Onu, ha provato a tranquillizzare gli animi dicendo che l’Unifil è schierata nell’area “per disinnescare la situazione, prevenire le incomprensioni e mantenere la stabilità”. “La situazione è ora calma – ha spiegato Tenenti – le nostre truppe sono sul campo”.
La scorsa settimana era stato il presidente libanese Michel Aoun, alleato politico di Hezbollah, a non ritenere l’operazione militare israeliana una minaccia alla pace. Aoun aveva poi rivelato di aver ricevuto rassicurazioni da parte americana che Tel Aviv non avrebbe alcuna intenzione bellica. Beirut, aveva poi promesso, è pronta comunque a “risolvere i motivi di disputa”. Il Libano, che non ha ancora governo sebbene siano passati 7 mesi dalle legislative, sa benissimo che in questo momento una eventuale guerra potrebbe avere effetti devastanti per il Paese visto lo stato di impasse politica e la grave crisi economica che vive da tempo. Nena News