Dopo la funzione, il corteo funebre composto da migliaia di persone si è spostato a Osmanbey, vicino piazza Taksim, dove per ore è infuriata la battaglia contro le forze dell’ordine. La polizia ha sparato lacrimogeni e cannoni ad acqua per tutto il giorno. E il premier Erdogan, invece di scusarsi con la famiglia, ripete di “non aver fatto niente”
dalla redazione
Roma, 13 marzo 2014, Nena News – E’ di due morti e decine di feriti il bilancio degli scontri di ieri in Turchia a seguito dei funerali del giovane Berkin Elvan, 15 anni, morto due giorni fa al termine di 269 giorni di coma dopo essere stato colpito alla testa da un candelotto lacrimogeno sparato da un poliziotto mentre andava a comprare il pane durante le manifestazioni di Gezi Park lo scorso giugno. Migliaia di persone si sono unite al corteo funebre nel quartiere Okmeydani, a Istanbul, una zona a maggioranza alevita dove risiede anche la famiglia di Elvan, mentre altri cortei sono stati organizzati ad Ankara, Izmir, Koaceli, Adana e Salinurfa.
Subito dopo la funzione, celebrata nella cemevi (luogo di preghiera della comunità alevita) del quartiere, il corteo si è spostato nel quartiere di Osmanbey, vicino piazza Taksim, dove sono cominciati gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. La polizia ha sparato lacrimogeni senza sosta, sia in strada che in alcuni spazi chiusi, oltre ad aver usato cannoni ad acqua per disperdere i manifestanti: il sito del quotidiano Hurriyet riporta minuziosamente foto e video degli scontri.
Il primo a morire è stato Ahmet Kucuktag, un poliziotto di 30 anni, colto da infarto mentre era in una camionetta nella città di Tunceli, nell’Anatolia centro-orientale: i medici, che hanno provato a rianimarlo per due ore e mezza, sostengono che l’infarto sia stato provocato dall’eccessivo uso di lacrimogeni durante gli scontri. In serata è stato diffuso il nome della seconda vittima: Burak Karamnoglu, di 22 anni, è morto in una rissa scatenatasi nel quartiere di Kurtulus, a Istanbul, tra i residenti e alcuni dimostranti dopo la fine delle manifestazioni.
Numerosi anche i feriti, tra cui un uomo ad Ankara, colpito al ventre dal getto di un cannone ad acqua azionato dai poliziotti a soli due metri di distanza da lui e che ora rischia la vita. A Istanbul, invece, un giovane venditore di riso di 17 anni è stato colpito alla testa da un candelotto lacrimogeno e trasportato in ospedale privo di conoscenza: una dinamica che ricorda drammaticamente quella di cui Berkin Elvan è stato protagonista lo scorso anno.
Alle proteste hanno preso parte molte personalità politiche turche dell’opposizione, chiedendo a gran voce le dimissioni del premier Recep Tayyip Erdogan. Il vicepremier turco Bulent Arinc ha fatto le condoglianze alla famiglia, ammettendo che “tutta la Turchia è in lutto”. Non si è scomodato invece Erdogan, che da Mardin ha dichiarato di “non aver ucciso nessuno” e che “il governo può essere scambiato solo nelle urne”.
Non solo. Sulla stampa pro governativa hanno cominciato a circolare voci sul fatto che “la spina di Berkin Elvan fosse stata staccata di proposito alla vigilia delle elezioni”, un’insinuazione sostenuta anche da Samil Tayyar, deputato dell’AKP di Erdogan, via Twitter. Sami Elvan, padre del giovane ucciso, ha risposto alle accuse infamatorie dai microfoni della tv privata CNN Turk: “Non ho alcun sospetto – ha dichiarato ieri – sull’ospedale dai più alti gradi a quelli più bassi. Durante i nove mesi della sua convalescenza, il personale dell’ospedale ha fatto di tutto per salvare mio figlio. [Le autorità] giocano al non vedo – non sento – non parlo, come se Berkin fosse stato colpito dallo spazio. Tutto è chiaro, ma il criminale non è stato trovato. Mi sto rivolgendo direttamente al premier Erdogan: se vuole, può trovare l’assassino di mio figlio in un’ora . Lui è quello che ha dato l’ordine. Ha esteso le sue condoglianze a quelli che sono stati uccisi in Egitto, ma non a noi”. Nena News.