Nonostante gli appelli dell’Unione europea per il suo rilascio, un tribunale turco ha stabilito che il capo del partito Hdp filo-curdo non può essere rilasciato. Rischia 142 anni di prigione per accuse di “terrorismo”
della redazione
Roma, 1 dicembre 2018, Nena News – Il leader del partito di sinistra filo-curdo Hdp, Selahattin Dermitas, dovrà restare in prigione. A dare la notizia sono stati ieri i suoi avvocati su Twitter. Per il rilascio di Dermitas, detenuto dal 2016 per accuse di terrorismo che lui nega, sono scesi in campo lo scorso 20 novembre anche alcuni ufficiali della Corte europea dei diritti umani (ECHR) che hanno definito la sua detenzione “una limitazione alla libertà del dibattito politico che soffoca il pluralismo”. Non solo: la corte, di cui il governo turco è firmataria, ha ordinato a Ankara di pagare una multa di 11.000 dollari per i danni di immagine arrecati a Dermitas e 15.000 euro per le spese legali. “Ogni secondo che resta in prigione nonostante il verdetto dell’ECHR viene commesso un crimine” ha sintetizzato Benan Molu, uno degli avvocati che difendono il leader dell’Hdp. Sulla vicenda era intervenuta la scorsa settimana anche la rappresentante degli esteri dell’Unione Europea (Ue) Federica Mogherini che aveva invitato le autorità turche a rilasciare il politico. Immediata era arrivata la risposta del ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu che aveva chiesto a Bruxelles di smetterla di difendere chi vuole “rimuovere il governo democraticamente eletto della Turchia”.
Nonostante le voci contrarie internazionali, tuttavia, un tribunale turco ieri è stato inflessibile e ha confermato la sua detenzione. Dermistas è già stato condannato a più di 4 anni di prigione per alcuni dichiarazioni che ha rilasciato nel 2013 e su di lui pendono nuove accuse di terrorismo che, se dimostrate, potrebbero costargli 142 anni di carcere. Ankara lo accusa di avere legami con il partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk) – una organizzazione terroristica per Ue, Usa e Turchia – ma l’Hdp nega di aver contatti diretti con la formazione curda.
La vicenda di Dermitas aveva riscosso visibilità sulla stampa internazionale alcuni mesi fa quando il leader di sinistra aveva scelto di candidarsi, nonostante la sua detenzione, alle presidenziali dello scorso 24 giugno. Oscurato dai media locali e impossibilitato a far la campagna elettorale, il leader dell’Hdp otteneva comunque un buon 8,4% delle proferenze mentre il suo partito riusciva a conquistare 65 seggi in parlamento nonostante la campagna di silenzio e di repressione del governo (sono centinaia i membri e dirigente del partito arrestati). Nena News