Mentre i caccia turchi bombardano le postazioni del Pkk in Iraq, nella città di confine la popolazione è isolata e accusa i militari turchi di sparare sui civili. Per l’HDP, il centro abitato viene punito per essersi schierato con il partito pro-curdo alle scorse elezioni
AGGIORNAMENTO 12 settembre 2015 ore 9.30 – SOSPESO IL COPRIFUOCO A CIZRE
Questa mattina il governo turco ha sospeso il coprifuoco nella città a sud-est del paese, Cizre, dove gli ultimi giorni hanno visto duri scontri. Trentadue persone sono rimaste uccise negli otto giorni di coprifuoco, durante i quali in città non riuscivano ad entrare né ambulanze né cibo.
————————————————————————————————————
della redazione
Roma, 11 settembre 2015, Nena News – Sono almeno trenta i morti nella città turca di Cizre, ai confini con la Siria e l’Iraq, dove Ankara ha imposto da otto giorni il coprifuoco, isolando completamente il centro abitato a maggioranza curda. E intanto, proseguono i bombardamenti dell’aviazione turca sulle postazione del Pkk in Iraq, iniziati due mesi fa. Stamattina almeno 15 caccia turchi hanno martellato per cinque ore Qandil, Zap e Avashin sulle montagne dell’Iraq settentrionale.
Il ministero dell’Interno parla di vittime tra i combattenti del Pkk, ma l’HDP, partito pro-curdo entrato in Parlamento alle scorse elezioni e che a Cizre ha ottenuto l’85 per cento dei consensi, ha dichiarato che sono almeno venti i civili uccisi in questi ultimi giorni di tensioni e scontri. Gli abitanti parlano di “assedio” alla città e accusano i militari turchi di aprire il fuoco in maniera indiscriminata contro chiunque infranga il coprifuoco. “Di solito si paga una multa”, hanno spiegato al sito Middle East Eye, “Ma adesso una violazione che costa appena 100 lire (33 dollari) ha il prezzo della vita per i curdi”.
Erdogan sta usando il pugno di ferro con i curdi e molti ritengono che Cizre sia punita per il suo sostegno all’HDP, i cui esponenti, inclusi il leader Selahattin Demirtas e trenta parlamentari, hanno provato a entrare in città giovedì scorso con una delegazione, per portare aiuti alla popolazione che non può neanche seppellire i suoi morti. La delegazione, però, è stata bloccata dall’esercito per “ragioni di sicurezza”. La vittoria dell’HDP a giugno è costata al partito di governo AKP la maggioranza in Assemblea. Nessun partito è riuscito a dar vita a un esecutivo e così il primo novembre si torna alle urne. L’obiettivo di Erdogan ovviamente è tenere fuori l’HDP dal governo e dopo la ripresa dei combattimenti con il Pkk, sarà la questione sicurezza a tenere banco.
Sono ormai centinaia le vittime delle ostilità tra Pkk ed esercito turco dallo scorso luglio, quando è finito il cessate-il-fuoco, facendo naufragare un processo di pace iniziato nel 2012 con l’obiettivo di mettere fine a tre decenni di conflitto. Il governo parla di risposta agli attacchi dei curdi e il presidente Erdogan ha giurato che si andrà avanti finché “non resterà neanche un terrorista”.
A Cizre, però, c’è un’emergenza umanitaria e per Demirtas si sta andando verso una guerra civile. La popolazione è bloccata, scarseggia l’acqua, e per Ertugrul Kurkcu, parlamentare dell’HDP, la città sta diventando un esempio per gli altri centri abitati che si sono schierati con il partito pro-curdo. “Se continua così, ogni città dove l’HDP ha ottenuto un grosso sostegno nelle elezioni di giugno riceverà lo stesso trattamento. Le conseguenze saranno terribili”. Ma da Ankara hanno ribadito che il coprifuoco resterà in vigore fino a quando termineranno le operazioni militari e oggi è stato imposto anche alla città di Yuksekova, vicino al confine iraniano, dove, dicono le autorità, è stata rilevata una crescente attività dei militanti.
Sempre oggi, un attacco di combattenti curdi nella città di Diyarbakir ha fatto un morto e tre feriti in un ristorante frequentato da poliziotti.
Intanto, la situazione di Cizre è stata denunciata dal commissario dei diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks, che ha chiesto l’immediata revoca del coprifuoco, l’accesso alla città di osservatori e ha denunciato un uso sproporzionato della forza. Nena News