Casi di morte per inedia nella cittadina sotto assedio da sei mesi. Gli oppositori di Assad accusano le trupe governative ed Hezbollah di affamare la popolazione, ma il movimento sciita parla di “falsa propaganda mediatica”
della redazione
Roma, 8 gennaio 2015, Nena News – Si apre uno spiraglio nell’assedio di Madaya, cittadina siriana a nord-ovest di Damasco, da sei mesi sotto il blocco dell’esercito siriano e di Hezbollah L’Onu ha riferito che il governo siriano ha acconsentito all’ingresso di aiuti umanitari per la popolazione ormai allo stremo. Sono stati denunciati casi di morte per inedia e, secondo testimonianze raccolte dalle Nazioni Unite, ci sono stati anche casi di uccisioni di persone che tentavano di lasciare la città di circa 40mila abitanti. In 20mila sarebbero riusciti a fuggire. Una storia che va avanti da sei mesi, ma che soltanto di recente si è guadagnata gli onori della cronaca.
Madaya è circondata da filo spinato e campi minati, tenuta d’assedio dalle forze fedeli al presidente Bashar al Assad. Una prigione a cielo aperto, dove mancano viveri e farmaci. Nei prossimi giorni gli aiuti dell’Onu dovrebbero entrare a Madaya e in altre due città vicine. Medici Senza Frontiere (MSF) preme per un intervento immediato.
“Adesso che l’assedio si è fatto più pesante”, ha spiegato Brice de le Vingne, direttore delle operazioni di MSF, “i medici che lavorano con noi hanno gli scaffali vuoti e un numero sempre maggiore di pazienti che patiscono la fame. I medici sono anche ricorsi allo sciroppo per nutrire i bambini malnutriti”.
L’Onu è stata accusata di inazione da medici del posto. Ma le notizie dell’atrocità di questo ennesimo assedio in Siria sono state definite da Hezbollah mera propaganda. Il movimento sciita libanese, schieratosi con Assad, ieri ha diffuso un comunicato in cui nega che a Madaya si muoia di fame. Inoltre, ha assicurato che a metà ottobre sono arrivati aiuti in città e che ne arriveranno altri nei prossimi giorni.
Sull’assedio di Madaya si è scatenato uno scambio di accuse, cui ha preso parte anche la Francia impegnata nella campagna militare in Siria contro l’Isis: le opposizioni puntano il dito contro l’esercito di Assad ed Hezbollah che hanno rispedito al mittente le accuse, denunciando che le truppe anti-governative che occupavano la città, in maggioranza del Fronte al Nusra, usavano gli aiuti per ricattare gli abitanti. Uno scambio di accuse in cui a farne le spese sono coloro rimasti in città e impossibilitati a scappare. Nena News
LE CITTA’ SIRIANE SOTTO ASSEDIO NELLA GRAFICA PUBBLICATA DALLA BBC