Il Cairo, dopo l’attentato del mese scorso con 33 soldati uccisi, sta creando una zona cuscinetto volta ad isolare la Striscia di Gaza.
della redazione
Roma, 1 novembre 2014, Nena News – Un immenso cumulo di macerie. E’ ciò che resta delle case di circa 1500 famiglie egiziane evacuate nei giorni scorsi per consentire la creazione di una zona cuscinetto tra il Sinai e la Striscia di Gaza.
Il Cairo ha deciso di istituire questa area interdetta, lunga 13 km e profonda 300 metri, allo scopo ufficiale di facilitare le operazioni antiterrorismo dell’esercito, dopo i sanguinosi attentati del 24 ottobre nel nord del Sinai, compiuti dal gruppo Ansar Beyt al Maqdes (affiliato allo Stato Islamico), in cui sono rimasti uccisi 33 soldati e numerosi altri feriti.
Secondo le autorità egiziane, attraverso i tunnel tra il Sinai e Gaza passano “terroristi, armi e rifornimenti” e la distruzione delle 1500 case avrebbe permesso la scoperta di altre “centinaia” di queste gallerie sotterranee.
Nei giorni scorsi il giornale filo governativo egiziano El Watan aveva scritto che le indagini indicano che gli attentatori di Ansar Beyt al Maqdes sono stati addestrati nella Striscia di Gaza, sotto la direzione di Mumtaz Durmush, capo dell’Esercito dell’Islam, gruppo salafita presente da diversi anni nella Striscia. E che dopo l’infiltrazione nella penisola del Sinai, attraverso un tunnel da Gaza, gli attentatori hanno usato esplosivi presi dai gruppi armati palestinesi agli israeliani per attaccare le postazioni militari egiziane.
I palestinesi ritengono che l’Egitto stia ingigantendo queste accuse per coprire il fallimento delle operazioni militari in corso da oltre un anno nel Sinai e che non sono riuscite a fermare i gruppi jihadisti che vi si nascondono. Resta peraltro ancora chiuso il valico di Rafah, l’unica porta sul mondo arabo per i palestinesi di Gaza. Nena News