La rassegna, ideata dall’Associazione tedesca no-profit “Friends of Arab Cinema Arts”, ospita documentari, lungometraggi e cortometraggi contemporanei di registi arabi affermati e di nuove promesse. Lo scopo è quello di creare una piattaforma per i registi arabi in Germania dove i pregiudizi e gli stereotipi vengono smontati
di Cecilia d’Abrosca
Roma, 7 dicembre 2015, Nena News – Berlino, capitale europea dalle forme culturali sperimentali e avanguardiste. Luogo in cui la storia è radicata nel contesto metropolitano, trasformandolo in una unicità visiva. Gli echi dei fermenti culturali berlinesi sono ormai noti in Europa e anche fuori, l’apertura ad una mentalità volta all’abbattimento di stereotipi associati “all’altro”, sono ormai parte dell’ideologia dominante. In tale prospettiva, il cinema costituisce il medium di massa che, più di ogni altro, diffonde e veicola significati sociali condivisi che hanno ad oggetto minoranze, ad esempio, le donne, i malati, gli emarginati o tutti coloro che professano un culto religioso non di maggioranza; fornendo rappresentazioni di una realtà spesso vittima di errata conoscenza, e dunque di percezione.
Privilegiando un’ottica non europeocentrica, lontana dal considerare la propria sfera religiosa e culturale come suprema, ci si imbatte nella seconda grande religione più professata al mondo, l’islam, e in una realtà altra, linguistica, culturale, politica e artistica che non va ignorata, ma esaltata e diffusa, in quanto portatrice ed espressione di un’umanità, lontana geograficamente ma dotata, allo stesso tempo, di egual senso. Le prospettive delle arti e della cultura araba, espresse dalla danza, musica, letteratura, teatro e cinema sono oggi messe in luce e portate a conoscenza del pubblico, grazie alla passione e al lavoro di associazioni no-profit, come “Friends of Arab Cinema Arts”, con sede a Berlino.
Lo scopo dell’associazione è quello di creare una piattaforma per i registi arabi in Germania. Una piattaforma dove i pregiudizi e gli stereotipi si confrontano e dialogano con storie autentiche e con immagini volti a smontarli. Il riferimento è all’ ALFILM- Arab Film Festival Berlin, il Festival del Film Arabo di Berlino, ideato dall’Associazione e giunto ormai alla sua settima edizione: la prossima si terrà dal 6 al 13 aprile 2016; mentre le selezioni termineranno il 10 dicembre 2015.
Il Festival ospita documentari, lungometraggi e cortometraggi contemporanei di registi e registe arabe affermate, con l’intento di promuovere anche nuovi talenti. Sono ammessi gli short-movies e i video art. La condizione che rende possibile la partecipazione alla manifestazione è che i prodotti culturali siano diretti da registi arabi, che siano stati prodotti o co-prodotti in un Paese arabo o che trattino un tema presente nel mondo arabo. L’ultimo requisito richiesto è che l’opera non sia stata realizzata da oltre tre anni dall’iscrizione al festival.
L’effetto di una tale “vetrina” è quello di fornire all’industria cinematografica internazionale nuovi registri, produttori, scenografi, e di favorire lo scambio e la cooperazione necessaria allo sviluppo di nuovi progetti. Quindi lo scopo effettivo poi dell’evento è di rendere il cinema arabo in Europa un prodotto di massa, noto al pubblico, che diventi cioè “popolare” anche da noi. ALFILM è dunque voluto ed organizzato dall’associazione indipendente Makan-Center for Arab Film, Art and Culture, fondata nel 2004. Fin da allora, il suo ruolo è quello di fare da mediatrice tra la eterogeneità della cultura araba trovandole una collocazione all’interno del dialogo interculturale che pone al centro il cinema.
Ma la sua attività, in quanto promotrice del cinema arabo, va avanti solo dal 2009. Il lavoro associativo è svolto da un team di volontari, con esperienze formative e professionali diverse che, intendono portare i lavori di artisti arabi sulle scene berlinesi, in modo da evidenziare le nuove sfumature del panorama cinematografico arabo a favore di un’audience internazionale.
La passata edizione del festival, che ha superato le 400 iscrizioni, ha avuto come protagoniste una regista donna: Zeina Daccache, libanese, che ha presentato il documentario Scheherazade’s diary, del 2013. Nena News