Dopo l’esecuzione compiuta dai jihadisti del pilota Muaz al Kassesbeh il monarca hashemita intenderebbe impiegare truppe speciali di terra alla frontiera con l’Iraq
di Michele Giorgio
Roma, 6 febbraio 2015, Nena News -La Giordania lancia all’attacco i suoi cacciabombardieri contro Mosul e Raqqa, le “capitali” dello Stato Islamico (Isis) rispettivamente in Iraq e Siria, dopo l’esecuzione compiuta dai jihadisti del suo pilota Muaz al Kassesbeh e non esclude la possibilità di impiegare truppe speciali di terra per operazioni contro lo Stato islamico. Questo almeno è quanto sostiene una fonte governativa anonima citata ieri dal quotidiano panarabo Asharq al Awsat. L’annuncio (non ufficiale) è giunto qualche ora dopo la notizia – data con un tweet dai Peshmerga curdi – di un violento raid aereo compiuto dai bombardieri giordani su al-Kesk, una località a ridosso di Mosul, in cui sarebbero rimasti uccisi 55 presunti membri dell’Isis, tra i quali un comandante militare Abu-Obida al Tunisi. Altre fonti parlano di 37 morti. Non è da escludere che tra le vittime ci siano anche civili e non solo jihadisti. Le centinaia di raid aerei compiuti dalla Coalizione arabo-occidentale guidata dagli Usa su Iraq e Siria negli ultimi mesi hanno fatto anche vittime innocenti. Ad esempio lo scorso 28 dicembre, ha riferito ieri una organizzazione umanitaria, circa 60 persone, per lo più civili tra cui minori, sono stati uccise nel nord della Siria, in una zona controllata dallo Stato islamico in attacchi compiuti dalla Coalizione. Non sono però queste vittime civili che stanno o starebbero inducendo alcuni Paesi arabi, come gli Emirati, a rinunciare alla campagna aerea anti-Isis. Le petromonarchie sono irritate dalla decisione di Barack Obama di dare spazio alla partecipazione dell’Iran agli attacchi contro lo Stato Islamico.
Intanto Re Abdallah non toglie l’elmetto. Ha ordinato nuovi attacchi con decine di aerei nelle ultime ore e ieri ha visitato a Karak la famiglia del pilota arso vivo dall’Isis mentre, ha riferito la tv statale, alcuni caccia sorvolavano la zona di ritorno da un raid su un obiettivo non specificato, probabilmente quello riferito dai Peshmerga. Il sorvolo su Karak di ritorno dall’attacco in Iraq, è stato una sorta di risarcimento che Abdallah ha voluto dare al padre di Muaz al Kassesbeh, che due giorni fa aveva invocato una dura vendetta e definito «insufficiente» l’avvenuta impiccagione della kamikaze mancata Sajida Rishawi e del qaedista Ziad Karbouli. Asharq al Awsat non precisa dove le forze speciali giordane potrebbero essere impiegate contro lo Stato Islamico. Tuttavia tenendo presente che l’Isis non ha unità nel sud della Siria, al confine con la Giordania – dove invece sono attivi contro l’esercito governativo i qaedisti di al Nusra e gli islamisti radicali del Fronte Meridionale –, è plausible ipotizzare che un’eventuale azione di terra delle forze armate di Amman avverrà al confine con l’Iraq. Re Abdallah potrebbe presentarla alla sua opinione pubblica come un’operazione a difesa della frontiera orientale del paese.
Lo Stato Islamico non sembra particolarmente scosso dalle intenzioni vere o presunte di re Abdallah e del suo governo. D’altronde da mesi subisce ogni giorno attacchi aerei della Coalizione ma continua a conservare il controllo di quasi tutto il vasto territorio tra Iraq e Siria che ha conquistato in pochi giorni la scorsa estate. Il califfo al Baghdadi non si scompone e i suoi uomini non tralasciano, anche durante i combattimenti, di produrre filmati propagandistici che, nella maggior parte dei casi, fanno gelare il sangue nelle vene di chi li guarda. Nell’ultimo diffuso in ordine di tempo, di taglio però più politico, compare una donna che potrebbe essere Hayat Boumeddiene, la moglie di Amedy Coulibaly, il francese musulmano responsabile il mese scorso dell’uccisione di quattro persone nel supermarket kosher di Parigi, prima di essere a sua volta ucciso dalla polizia. Il video si intitola “Blow up France 2″. La donna appare col volto coperto, in tuta mimetica, armata di kalashnikov e schierata accanto a un gruppo di altri guerriglieri col volto nascosto da passamontagna. Si vede poi un combattente dell’Isis che loda gli attacchi di Parigi al giornale Charlie Hebdo e al supermercato e che inneggia a nuovi attentati. Per gli investigatori francesi quella donna potrebbe essere Hayat, apparentemente fuggita in Siria, passando per la Turchia, prima dell’azione compiuta dal marito a Parigi. Nena News