Il commissario generale Pierre Krahenbul avverte Israele e la comunità internazionale di bloccare il piano per reinsediare 12.500 beduini in una nuova città vicino Gerico per non affossare ancor di più la soluzione a due stati
della redazione
Roma, 22 settembre 2014, Nena News - Bloccare il piano per il trasferimento di circa 12 mila beduini dalla Cisgiordania centrale alla periferia di Gerico: è l’appello dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (UNRWA) a Israele e alla comunità internazionale contro quello che da essa è definito equivalente a “un trasferimento forzato, che viola la quarta Convenzione di Ginevra (sul trattamento delle popolazioni civili in tempo di guerra, ndr)” e che “compromette ancora di più l’attuazione della soluzione a due stati”.
La scorsa settimana la giornalista israeliana Amira Hass aveva svelato il piano, ideato dall’Amministrazione civile israeliana in Cisgiordania, per reinsediare 12.500 beduini appartenenti alle tribù dei Jahalin, Kaabneh e Rashaida che vivono nelle zone intorno a Gerusalemme est in una nuova cittadina creata ad hoc per loro nella Valle del Giordano, vicino Gerico. Secondo Pierre Krahenbul, commissario generale dell’UNRWA, oltre a sradicare le comunità beduine dal loro territorio, il piano di Tel Aviv potrebbe servire “per un’ulteriore espansione degli insediamenti israeliani illegali, allontanando sempre di più la possibilità di una soluzione a due stati”.
Inoltre, l’amministrazione civile israeliana è accusata di voler procedere senza prima consultarsi con la popolazione in questione, in netto contrasto con l’obbligo in tal senso istituito dalla Corte Suprema: Jamil Hamadin, membro della tribù dei Jahalin, ha infatti dichiarato a Haaretz che l’Amministrazione Civile non ha mai parlato con il suo clan. Ma Israele si difende sostenendo di aver condotto decine di incontri con le varie tribù e di -“voler lavorare per il solo scopo di portare beneficio alle popolazioni beduine dell’area, consentendo loro di vivere in luoghi con infrastrutture adeguate”. Che si tratti piuttosto, come suggerisce al-Jazeera, di ripristinare i piani di costruzione di 1.200 unità abitative per coloni accantonati nel dicembre del 2012?
La creazione di «città permanenti» costituisce l’apice della lotta iniziata 40 anni fa da Israele contro i beduini. Nel corso degli anni, infatti, Tel Aviv ha limitato le aree destinate al pascolo dei loro animali, ristretto i loro spostamenti e non ha permesso loro di costruire case nei luoghi in cui vivevano da decenni. Dagli Accordi di Oslo, inoltre, l’Amministrazione Civile ha pubblicato migliaia di ordini di demolizione contro le tende e baracche in cui essi risiedevano e li ha trasferiti in cittadine costruite apposta per loro. Nena News