Il governo di riconciliazione ha approvato un nuovo piano per la creazione di lavoro a tempo determinato per alleviare la crisi occupazionale e una riforma della scuola che miri a promuovere la formazione tecnica e professionale. Intanto l’UE lancia un programma in sostegno agli incubatori d’impresa in Palestina
di Rosa Schiano
Roma, 28 luglio 2016, Nena News – Sono migliaia i palestinesi di Gaza che hanno presentato domanda per ottenere un lavoro a tempo determinato nell’ambito di un programma di impiego finanziato dal governo centrale. Il via al processo di registrazione per accedere alla prima fase di selezione era stato annunciato dal Ministro del Lavoro palestinese Abu Shahla nel corso di una conferenza tenutasi a Gaza il 12 luglio. Il progetto per il lavoro a breve termine della durata di sei mesi prevede l’assunzione di 4.000 laureati, operai e tecnici (i posti sarebbero distribuiti equamente: 2000 laureati e 2000 operai ed altre professioni). I selezionati saranno assunti agli inizi di agosto e saranno impegnati nei settori della sanità e dell’istruzione, nei comuni e nei comparti economici che hanno maggiormente risentito dell’ultima aggressione israeliana dell’estate 2014.
Il programma è finanziato ogni sei mesi con 60 milioni di shekels (poco più di 14 milioni di euro) ed il governo ha riferito che chiederà fondi a paesi esteri per riuscire a prolungare il progetto nel caso finiscano le risorse.
Nel corso della conferenza, Abu Shahla aveva sottolineato la necessità di dotare i giovani e i laureati – uomini e donne – di una serie di competenze e abilità necessarie per immettersi nel mercato del lavoro palestinese.
Il programma rappresenta così una soluzione, seppure temporanea, all’impossibilità di offrire posti di lavoro sia da parte del pubblico che del privato.
I criteri di selezione dei candidati si basano sui titoli di studio e sull’anno di laurea. Priorità sarà data a coloro che non hanno mai avuto un lavoro.
Abu Shahla aveva posto inoltre l’accento sulla crisi finanziaria del governo di riconciliazione, davanti alla quale questi progetti di piccole dimensioni riescono a garantire una fonte di reddito ed alleviare la crisi occupazionale.
La situazione economica della Striscia è deteriorata a causa del decennale blocco israeliano, al quale si è aggiunta la distruzione di circa il 70% delle strutture economiche durante l’offensiva militare israeliana di due anni fa. Settori economici sono rimasti paralizzati a causa della chiusura dei valichi commerciali che ha innalzato il livello di povertà e la disoccupazione.
Disoccupazione, un tasso crescente
L’Ufficio Centrale di Statistica palestinese, nell’ultimo rapporto pubblicato a maggio, ha riportato che nell’anno 2015 il tasso di disoccupazione nella striscia di Gaza è stato del 41% (35.9% uomini e 59.6% donne).
Nel primo trimestre del 2016, il tasso di disoccupazione nella Striscia di Gaza si attesta al 41.2%, mentre in Cisgiordania è al 18.0%. Il tasso più alto di disoccupazione nel primo trimestre è stato del 43.0% tra i giovani tra i 20-24 anni. Nella Striscia di Gaza la percentuale di impiegati nel settore privato che hanno ricevuto meno del salario mensile minimo è al 75.0% con una media di 725 shekels al mese (circa 170 euro).
Istruzione. Una riforma per contrastare la disoccupazione
Al nuovo programma per l’impiego si è accompagnata una riforma della scuola che mira a contrastare la disoccupazione palestinese. Lo scorso 5 gennaio, i ministeri dell’Istruzione e del Lavoro avevano costituito un organo per la promozione della formazione tecnica e professionale. Secondo quanto riportano i ministeri, infatti, molti studenti che seguono percorsi accademici nelle università non riescono a trovare lavoro nelle rispettive specializzazioni ed il loro numero è superiore alle richieste del mercato, mentre i posti per le professioni tecniche resterebbero vacanti. Ad esempio, quest’anno tanti laureati (44.000) hanno fatto richiesta di accesso all’esame per lavorare come insegnanti pubblici o impiegati amministrativi, un numero nettamente superiore a quello richiesto.
Secondo la riforma, a scuola gli studenti faranno corsi in fashion design, sartoria e cucito, costruzione ed uso di metalli e plastica, interior design e arredamento; impianti elettrici e manutenzione degli elettrodomestici; acconciatura, estetica, produzione alimentare. Il programma sarà sperimentato in almeno 400 delle 2.100 scuole palestinesi in Cisgiordania e Striscia di Gaza e prevede anche laboratori e seminari. L’obiettivo è mostrare ai ragazzi le varie opzioni esistenti e far sì che siano in grado di ottenere un lavoro invece che fare richiesta per impieghi pubblici. Il programma riceve fondi dalla Germania: il 25 maggio la banca nazionale tedesca per lo sviluppo KfW ha firmato accordi di cooperazione per 10 milioni euro con il ministero palestinese dell’Istruzione.
L’unione Europea lancia un programma di 3.5 milioni in sostegno alle nuove imprese
L’UE ha lanciato martedì un nuovo programma in sostegno agli incubatori d’impresa in Palestina e che sarà realizzato dall’Agenzia di Sviluppo belga (BTC). Il piano ha l’obiettivo di aiutare gli imprenditori a tradurre le proprie idee in nuove imprese e a potenziare le loro competenze al fine di rendere le loro start-up maggiormente competitive e finanziariamente sostenibili. In un comunicato stampa firmato dall’Ufficio del Rappresentante dell’UE, Shadi Othman, e dal rappresentante locale della BTC, Eva Morre, viene riferito che il programma sosterrà incubatori di impresa a Nablus, Ramallah, Betlemme, Hebron, Gerusalemme est e Gaza. Gli incubatori forniranno agli imprenditori spazi per uffici condivisi e risorse, consulenza, formazione e accompagnamento. “Sostenere la nascita di nuove imprese è essenziale per far sì che il settore privato crei sviluppo sostenibile e lavoro. Questa è una delle principali priorità del sostegno dell’Ue ai palestinesi”, ha detto Riccardo Rossi, responsabile UE del programma di sviluppo economico, settore privato, commercio e Gerusalemme est. “BTC aspira attraverso il suo programma in Palestina a sostenere la costruzione dello stato e la prosperità economica per il popolo palestinese. Il progetto degli incubatori di impresa è complementare al nostro sostegno alla formazione tecnica e professionale ed al nostro supporto allo sviluppo economico locale”, ha dichiarato il rappresentante in loco della BTC.