Lo denuncia Human Rights Watch sottolineando che tra quelli cacciati via non pochi rischiano la vita nel Paese d’origine.
di Michele Giorgio
Roma, 20 febbraio 2014, Nena News – Le autorità saudite hanno deportato più di 12.000 migranti somali rimasti detenuti per diversi mesi in “condizioni spaventose”. Tra i deportati rischiano la vita nel Paese d’origine. Lo denuncia Human Rights Watch.
Il gruppo per i diritti umani con sede a New York spiega in un comunicato che centinaia di donne e bambini sono tra i migranti rispediti in un paese dove gia’ centinaia di migliaia di persone vivono in condizioni terribili nei campi della capitale Mogadiscio. Un certo numero di deportati peraltro sono originari della Somalia centro-meridionale dove i civili sono costatemente a rischio.
Le deportazioni sono parte di una campagna saudita per mandare via i lavoratori stranieri senza permesso che pure per decenni hanno fatto, a basso costo, quei lavori manuali che cittadini del regno hanno sempre evitato. Le autorità saudite, alle prese con un alto tasso di disoccupazione, ora vogliono quei posti di lavoro.
L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni avverte che il governo somalo si aspetta che l’Arabia Saudita deporti altre 30.000 persone nelle prossime settimane. L’ agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite (Unhcr) riferisce che al suo staff è stato negato l’accesso ai somali detenuti.
Human Rights Watch vuole che i principali donatori dell’Unhcr, tra cui l’Unione europea e gli Stati Uniti, facciano pressioni sull’Arabia Saudita per mettere fine alle deportazioni di somali. “Il governo saudita ha il diritto di promuovere opportunità di lavoro per i propri cittadini ma deve prima accertarsi di non mandare civili in situazioni di pericolo”, ha spiegato Gerry Simpson di Hrw, “L’Arabia Saudita deve offrire protezione alle persone più vulnerabili”.
Human Rights Watch ha riferisce che alcuni somali deportati di recente denunciano di essere stati detenuti per settimane in “condizioni spaventose”.
Una donna al nono mese di gravidanza, è stata tenuta separata dal marito e una poliziotta l’ha picchiata sulla schiena con un bastone mentre si trovava in aeroporto. Quel trauma l’ha poi fatta partorire improvvisamente nell’aereo che l’ha riportata a Mogadiscio.
Terribili le condizioni in prigione. Hrw denuncia il sovraffollamento grave delle carceri, la mancanza di accesso all’aria aperta e alla luce del giorno, il caldo soffocante e l’assistenza medica limitata nei centri di detenzione sauditi. Decine di bambini sono stati lasciati incustoditi senza badanti o genitori in condizioni di disagio in cui le persone adulte lottavano per il cibo.
Il governo saudita ha fatto sapere di aver deportato piu’ di un quarto di milione di migranti da quando lo scorso novembre ha cominciato a far rispettare le sue disposizioni in materia di immigrazione. Circa 170.000 deportati erano etiopi che avevano affrontato viaggi in imbarcazioni di fortuna attraverso il Golfo di Aden verso lo Yemen da dove avevano poi attraversato illegalmente la frontiera con l’Arabia saudita, con l’aiuto di contrabbandieri.
Un ulteriore milione di lavoratori migranti hanno lasciato il regno nel corso del periodo di amnistia proclamato prima dell’inizio delle misure repressive decise dal governo La maggior parte dei lavoratori stranieri in Arabia saudita provengono dall’India, Pakistan, Bangladesh , Indonesia, Filippine, Egitto e Yemen. Nena News