Bombardamenti sauditi, blackout di internet in Yemen. Il capo della polizia israeliana apre un’inchiesta su Pegasus. Scrittori arabi boicottano il festival emiratino: “Normalizzazione con Israele”
della redazione
Roma, 21 gennaio 2022, Nena News
Bombardamenti sauditi, blackout di internet in Yemen
Questa mattina, secondo informazioni giunte da agenzie internazionali, il sistema delle telecomunicazioni yemenita è saltato. Dopo una serie di bombardamenti della coalizione a guida saudita sulla città contesa di Hodeidah, un blackout di internet ha fatto perdere la connessione su scala nazionale.
A darne notizia è anche il sito di monitoraggio NetBlocks, secondo cui l’interruzione della rete è iniziata intorno alle una di notte e ha riguardato TeleYemen, la società statale che gestisce l’intera rete internet del paese e che dalla fine del 2014 è controllata dai ribelli Houthi, dopo la presa della capitale Sana’a. Secondo NetBlocks, i bombardamenti avrebbero colpito uno degli edifici principali di TeleYemen.
La tv al-Masirah, controllata dagli Houthi, aggiunge che nel raid sarebbero morte delle persone, senza però dare dettagli in merito. Ha però mandato in onda immagini di soccorritori tra le macerie.
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Il capo della polizia israeliana apre un’inchiesta su Pegasus
Ieri il capo della polizia israeliana Kobi Shabtai ha annunciato l’apertura di un’indagine dopo la pubblicazione dell’inchiesta del sito Calcalist, secondo cui da almeno nove anni la polizia del paese avrebbe utilizzato lo spyware della Nso, Pegasus, per sorvegliare cittadini israeliani senza autorizzazione di un giudice. Tra loro sindaci, ex funzionari governativi e attivisti anti-Netanyahu.
Inizialmente la polizia si era difesa affermando di usare strumenti previsti per legge, ma senza entrare nei dettagli. Ieri Shabtai ha aggiunto però che è stata già lanciata “un’ampia indagine interna” e chiesto a Calcalist di “fornire dettagli concreti per poter indagare gli incidenti presunti”. Il sito di informazione non ha pubblicato alcun nome, ma solo riportato alcuni esempi di sorveglianza segreta attraverso Pegasus da parte della polizia, e in particolare di un’unita dedicata all’intelligence. Successivamente Haaretz, aveva aggiunto di aver visto il contratto di acquisto siglato nel 2013 tra polizia israeliana e Nso.
Non cessa, dunque, la bufera intorno alla compagnia israeliana Nso, oggetto l’anno scorso di un’ampia inchiesta guidata da Forbidden Stories e alcuni media internazionale, ribattezzata “Pegasus Papers”, secondo cui lo spyware era stato venduto a regimi di mezzo mondo per spiare i telefoni di giornalisti, politici, avvocati, dissidenti.
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Scrittori arabi boicottano il festival emiratino: “Normalizzazione con Israele”
Un gruppo di scrittori provenienti dai paesi del Golfo ha deciso di boicottare il festival culturale che si terrà negli Emirati arabi tra il 3 e il 13 febbraio, l’Emirates Airline Festival of Literature, nato nel 2013 su decreto reale e sponsorizzato dalla compagnia aerea nazionale. Il motivo: la partecipazione di un autore israeliano, David Grossman, che rende il festival – dicono – “una normalizzazione con Israele”.
Tra loro l’intera delegazione kuwaitiana, compresi Muna al-Shamari e Ali Ashour al-Jaffar, e Bushra Khalfan dall’Oman. Subito è giunto loro il sostegno della Gulf Coalition against Normalization e dal Bds, la campagna di Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni contro lo Stato di Israele, che sottolinea la propria posizione rispetto a Grossman: seppur contrario agli insediamenti coloniali, dice il Bds, non fa mistero della sua opposizione al diritto al ritorno dei profughi palestinesi né del suo orgoglio per aver servito nell’esercito. Nena News