L’Oms lancia l’allarme: l’aumento dei casi di Coronavirus potrebbe avere “conseguenze catastrofiche” in Medio Oriente e Nord Africa. In Libano, Hariri presenta al presidente Aoun una nuova proposta di governo. Secondo uno studio, negli ultimi 10 anni l’uso della pena di morte in Bahrain è aumentato del 600%
della redazione
Roma, 15 luglio 2021, Nena News –
COVID
Un aumento di casi di Coronavirus in Medio Oriente potrebbe avere “conseguenze catastrofiche” aggravate dalla diffusione della variante Delta e dal basso numero di persone vaccinate. L’allarme è stato lanciato ieri dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Secondo l’Oms, dopo il calo dei casi e dei morti delle ultime 8 settimane, si registra un nuovo aumento di persone positive al Coronavirus in Libia, Iran, Iraq e Tunisia. I casi dovrebbero aumentare anche in Libano e Marocco. Notizie sconfortanti se si pensa che la prossima settimana nel mondo islamico si celebra l’Eid al-Adha che prevede raduni e assembramenti che potrebbero favorire la diffusione del Covid.
Ad essere monitorato è soprattutto la Tunisia dove si registra il più alto tasso di mortalità per Covid per persona nella regione e in Africa. Non migliore è la situazione in Iran dove i positivi al Covid sono quasi raddoppiati nelle ultime quattro settimane. I casi totali di Covid 19 nella regione che comprende il Vicino Oriente e il Nord Africa ma anche Pakistan, Somalia, Gibuti sono stati finora 11,4 milioni. I morti sono stati più di 223.000.
LIBANO
Il primo ministro libanese designato Saad Hariri ha presentato ieri al presidente Aoun una nuova proposta per la formazione di un governo. Nei mesi scorsi i due leader (il primo sunnita, il secondo cristiano ma alleato del Partito sciita Hezbollah), non hanno trovato un’intesa sulla lista dei nomi per un nuovo esecutivo che dovrebbe porre fine all’impasse politica che va avanti da 9 mesi. “Ora è il momento della verità”, ha detto ieri alla stampa Hariri dopo l’incontro con Aoun. Quest’ultimo, a sua volta, ha fatto sapere in una nota che studierà attentamente la proposta che prevede, in linea con l’iniziativa francese, la nomina di 24 personalità tecniche il cui compito sarà quello di implementare le riforme necessarie per far sbloccare gli aiuti economici necessari a salvare il Paese in grave dissesto economico. Secondo fonti arabe, potrebbe essere l’ultimo tentativo di Hariri: se la sua proposta dovesse essere nuovamente respinta, il capo del partito al-Mustaqbal potrebbe dimettersi obbligando così il Paese a cercare un altro leader sunnita. Secondo infatti il sistema di potere settario libanese, il capo dello stato deve essere un cristiano maronita, il premier un sunnita e il presidente del parlamento uno sciita. Il Libano è senza governo da quando il precedente ha dato le sue dimissioni dopo la terribile esplosione al porto di Beirut che ha causato l’uccisione di più di 200 persone (migliaia i feriti) e la distruzione di ampie aree della città.
BAHRAIN
L’uso della pena di morte è drammaticamente aumentato nell’ultimo decennio. A dirlo è un report pubblicato martedì dall’Istituto per i diritti e la democrazia del Bahrain (Bird). Secondo lo studio, l’uso della pena capitale è aumentato del 600%: sono state almeno 51 le persone giustiziate dal 2011 da quando cioè iniziarono le prime proteste anti-governative (erano state 7 i condannati a morte nel precedente decennio). Il report denuncia anche l’ampio uso della tortura soprattutto nei casi di pena di morte relativi ad atti di “terrorismo”. L’88% degli uomini giustiziati nel Bahrain a partire dal 2011 era incriminato per “terrorismo” e tutti loro sarebbero stati vittime di tortura, sostiene il documento di Bird. Al momento 26 persone rischiano di essere giustiziate: 11 di loro affermano di essere stati torturati dalle autorità bahranite. Gli accusati affermano che le loro condanne si basano su “confessioni” estorte sotto tortura.