La “Sindrome Respiratoria Mediorientale” ha causato 68 decessi in due anni. Simile alla Sars, la Mers è più letale: il tasso di mortalità si aggira intorno al 50 per cento, contro il dieci della Sars
dalla redazione
Roma, 14 aprile 2014, Nena News – Dall’Arabia Saudita è sbarcato in Yemen, dove ieri è stata registrata la prima vittima. Il virus responsabile della Mers (Middle East Respiratory Syndrome), un coronavirus simile a quello che causa la Sars, ha ucciso 68 persone in due anni e generato il panico nei paesi del Golfo persico.
L’ultima vittima, un ingegnere aeronautico yemenita deceduto ieri in un ospedale di Sana’a, ha fatto scattare l’allarme delle autorità yemenite: “Il ministero – ha dichiarato Ahmed al-Ansi, ministro della Salute pubblica, al quotidiano al-Thawra – sta lavorando in cooperazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità per affrontare questo virus ed è in comunicazione diretta e costante con tutti gli ospedali per ricevere informazioni su eventuali altri casi sospetti”.
Nella vicina Arabia Saudita, dove nel 2012 è stato registrato il primo caso di Mers e dove è avvenuta la quasi totalità dei 68 decessi, ora è panico tra il personale sanitario, dopo la morte di un cittadino straniero e il contagio di otto persone – tra cui cinque dipendenti – nell’ospedale pubblico della città di Jeddah. Il pronto soccorso del nosocomio è stato chiuso per evitare un’infezione più massiccia.
Diagnosticata per la prima volta proprio a Jeddah nell’ottobre del 2012 dal virologo egiziano Ali Mohammad Zaki, la Mers è causata dal coronavirus MERS-CoV, e si presenta con febbre, dolori e polmonite. Simile al virus responsabile della Sars, è in realtà molto più letale: il suo tasso di mortalità si aggira infatti intorno al 50 per cento, contro il 10 per cento di quello della Sars.
I casi, ancora limitati e in gran parte circoscritti alla zona del Golfo persico, si sono registrati in Arabia Saudita (a oggi ci sarebbero 189 persone infette), Emirati, Qatar, Giordania e Tunisia, ma anche in alcuni paesi europei: secondo i numeri diffusi dal Center of Disease Control, a settembre 2013 si contavano un caso in Italia, due in Francia (di cui uno deceduto) e tre in Gran Bretagna (di cui due deceduti).
Secondo gli scienziati, che stanno studiando le modalità di contagio, veicolo della malattia sarebbero i cammelli, a loro volta contagiati dai pipistrelli, considerati il serbatoio animale del virus. Particolarmente colpiti sarebbero gli uomini, mentre le donne comparirebbero solo tra gli ultimi casi. Il dibattito scientifico ruota anche attorno al ruolo del niqab, il velo che copre le donne saudite lasciando scoperti solo gli occhi: secondo alcuni le vie aeree della popolazione femminile sarebbero più protette grazie a esso, mentre altri scienziati sostengono che un ambiente più umido dovuto alla chiusura del niqab favorirebbe, a lungo andare, una contaminazione più massiccia. Nena News.