L’avvocata Hanan al-Barassi denunciava da tempo la corruzione e gli abusi compiuti dalle forze dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Enl) in Cirenaica. Proseguono, intanto, vicino a Tunisi gli incontri intra-libici per trovare un’intesa su un nuovo governo e nuove elezioni. Nella città libica di Sirte, invece, il Comitato militare congiunto prova a fissare i termini del cessate il fuoco
della redazione
Roma, 11 novembre 2020, Nena News – Uccisa da uomini armati a bordo di tre veicoli mentre scendeva dalla sua macchina. Così è stata ammazzata ieri mattina nella città cirenaica di Bengasi (est della Libia) la nota attivista libica dei diritti umani Hanan al-Barassi. Al-Barassi, 46 anni, da tempo criticava con durezza gli abusi compiuti dalle forze dell’autoproclamato Esercito Nazionale Libico (Enl) guidato dal generale Haftar. Una fonte di sicurezza che ha preferito restare anonima ha detto all’agenzia Ap che, poco prima di essere uccisa, la donna aveva fatto una diretta Facebook in cui aveva nuovamente attaccato le autorità cirenaiche.
“Al-Barassi – ha detto la ricercatrice Hanan Salah della ong Human Rights Watch – aveva pubblicamente denunciato le aggressioni e gli stupri di donne a Bengasi per i quali, a suo giudizio, erano implicati componenti dei gruppi armati della città così come aveva accusato quest’ultimi di corruzione”. Da tempo, gli fa eco Amnesty International (AI), al-Barassi e sua figlia ricevevano minacce di morte. Lunedì, sottolinea AI, la pagina social dell’avvocata aveva annunciato che avrebbe rilasciato un video in cui sarebbe stata dimostrata la corruzione della famiglia Haftar. Nei giorni scorsi nel mirino dell’attivista erano finiti sia i figli del capo dell’Enl che quelli del “ministro degli Interni” del governo non riconosciuto internazionalmente dell’est della Libia. Recentemente aveva anche denunciato pubblicamente l’arricchimento del generale Abdel Razik Al Nadouri, capo di stato maggiore delle forze di Haftar nonché capo della task force di contrasto al Covid in Cirenaica.
Il suo assassinio riporta alla mente anche la scomparsa di un’altra attivista cirenaica, la deputata Siham Sergewa, molto popolare anche in buona parte del Nord Africa dopo la deposizione dell’ex rais libico Gheddafi nel 2011. Di lei si sono ormai perse le tracce da tempo: quel che la stampa locale ha riferito in tutti questi mesi è che l’attivista è stata picchiata e rapida da casa da un gruppo armato che aveva anche picchiato e fratturato la gamba a suo marito che avevo provato a difenderla. Sergewa aveva pubblicamente criticato la (fallimentare) offensiva di Haftar dell’aprile del 2019 contro il Governo di Accordo Nazionale (Gna) di Tripoli riconosciuto internazionalmente.
L’uccisione di al-Barassi giunge nelle ore in cui a Gammmarth (a 15 chilometri da Tunisi) 75 delegati libici provano da tre giorni a gettare le basi e i criteri per la formazione della nuova autorità esecutiva libica che preparerà le elezioni parlamentari e presidenziali ponendo definitivamente fine così alla divisione tra Gna e governo di Tobruk. Secondo la bozza, la nuova autorità esecutiva in Libia sarà composta da un nuovo Consiglio presidenziale con un presidente e due vice e un governo unificato formato da un primo ministro che sceglie i suoi vice e la formazione dell’esecutivo.
Queste due componenti (Consiglio presidenziale e governo di unità) gestiranno la fase di transizione per un periodo di 18 mesi, che può essere esteso per altri 6 mesi qualora vi dovessero essere ritardi per svolgere compiti più importanti (adempimento delle regole costituzionali necessarie per avviare la fase permanente). Secondo la rete panaraba “al-Arabiya”, alla presidenza del Consiglio potrebbe essere nominato l’attuale presidente del Parlamento di Tobruk Aguila Saleh, mentre i favoriti alla carica di primo ministro sono l’attuale ministro dell’Interno del Gna Fathi Bashagha (sostenuto dalle sue estese relazioni con Stati Uniti, Turchia, Gran Bretagna ed Egitto, che ha recentemente visitato) e Ahmed Maiteeg che sembra invece più vicino e più accettabile al campo libico dell’est.
Gli incontri nei pressi di Tunisi avvengono nelle stesse ore in cui ieri a Sirte (città libica a metà strada tra Tripoli e Bengasi) proseguono i lavori della Commissione militare congiunta (5 rappresentanti del Gna e 5 dell’Enl). Secondo alcune indiscrezioni della stampa locale, i delegati starebbero discutendo di un “cessate il fuoco completo e permanente” in base a quanto concordato nei precedenti incontri di Ginevra (23 ottobre) e di Ghadames (3 novembre). Altri temi importanti al centro dei lavori sono: il ritiro e lo smantellamento dei gruppi armati dalle linee di contatto del fronte vicino alle città di Sirte e Misurata (oltre che all’area di Abu Grein) e dei militari stranieri e mercenari dalle terre libiche; la formazione di due comandi di sicurezza per attuare pienamente il cessate il fuoco e l’apertura delle principali strade e incroci che collegano le città libiche. Nena News
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