A deciderlo è stato un tribunale di Tripoli che ha decretato la pena capitale per altri 8 membri del passato regime. Non è chiaro però se la sentenza verrà eseguita. Saif al-Islam, infatti, è detenuto da una milizia di Zintan che non riconosce l’autorità del governo di Tripoli
della redazione
Roma, 28 luglio 2015, Nena News – Un tribunale di Tripoli ha condannato a morte in contumacia Saif al-Islam, il figlio del defunto leader libico Moammar al-Gheddafi. Puniti con la pena capitale anche altri otto membri dell’ex regime. Tra questi spiccano i nomi di ‘Abdullah Senussi, ex capo di Intelligence e l’ex primo ministro Baghdadi Ali Mahmoudi. Saif al-Islam – detenuto dal 2011 da una milizia di Zintan che è alleata con il governo di Tobruq e che si rifiuta di consegnarlo al governo di Tripoli – è ricercato anche dalla Corte penale Internazionale dell’Aia (Cpi) perché accusato di aver compiuto crimini contro l’umanità.
Considerate le circostanze, non è possibile al momento stabilire se la sentenza contro di lui sarà o meno eseguita.
Secondo quanto il procuratore di stato rivelò alla stampa a inizio giugno, gli imputati sono stati incriminati “per crimini di guerra e per aver soppresso le proteste pacifiche durante la rivoluzione [del 2011]”. Gli accusati, inoltre, sono stati condannati anche per il reclutaggio di mercenari stranieri che hanno progettato e compiuto attacchi contro obiettivi civili.
Il processo era iniziato nell’aprile del 2014 prima che i combattimenti tra le fazioni rivali portassero ad agosto alla formazione di due parlamenti contrapposti: uno a Tripoli a guida islamista e un altro riconosciuto dalla comunità internazionale a Tobruq (nel nord est della Libia).
La corte penale internazionale e varie organizzazioni di diritti umani hanno più volte lanciato l’allarme per la mancanza di imparzialità del sistema giudiziario del Paese nordaficano. Nena News