L’associazione March organizza da 5 anni campagne di sensibilizzazione. L’obiettivo è una legislazione che tuteli le donne vittime di abusi domestici
di Valentino Armando Casalicchio
Beirut, 24 giugno 2016, Nena News – La violenza domestica in Libano è un problema fondamentale: la legislazione è ancora carente rispetto alla tutela della donna. A causa dei molteplici problemi del paese (rifugiati, rifiuti, mancanza di un Presidente) la politica non dà il giusto peso alle questioni domestiche.
Per avere un quadro più completo abbiamo intervistato Zeinab di March Lebanon, una ONG che si occupa di campagne di sensibilizazione contro la violenza domestica.
Può spiegarci l’attività che svolge March?
Facciamo campagne contro la violenza domestica. Nel 2014 lanciammo la nostra prima campagna durante una Women race marathon. La campagna fu chiamata “Women should not be beaten”. La seconda campagna che lanciammo fu molto più importante, poiché creammo una scena in mezzo alla strada dove un uomo simulava una lite con sua moglie, per analizzare le reazioni della gente. Tutti guardavano, ma nessuno faceva nulla. La nostra idea è di sensibilizzare le persone a reagire quando vedono comportamenti di questo tipo.
Sempre nel 2014 abbiamo lanciato una campagna chiamata “cosa ti sciocca di più?” con foto di donne nude con evidenti segni di percosse. Abbiamo lanciato molte altre campagne durante la Festa della Mamma, una in particolare fu in difesa delle lavoratrici domestiche, anche loro vittima di abusi da parte dei loro kafil (termine arabo usato per indicare lo “sponsor” delle ragazze straniere che vanno in Libano per lavorare come lavoratrici domestiche); quest’ultima campagna fu chiamata “Anche loro sono madri!”.
Quando è nata la vostra organizzazione?
Nel 2011, abbiamo solo 5 anni. Abbiamo iniziato difendendo il diritto di espressione, poi ci siamo spostati sulla violenza domestica perché ci sono troppi casi senza una legislazione adeguata. Senza leggi è impossibile tutelare le donne vittima di violenza domestica.
Cosa prevedono le leggi libanesi in merito?
Nel 2014 è stata approvata una legge a tutela delle donne abusate, ma non è stata mai applicata. Per questo noi stiamo facendo pressione per proteggere le donne vittima di maltrattamento. Non c’è supporto né dalla polizia né dal governo. Lanciamo continuamente campagne di sensibilizzazione, ma non veniamo ascoltati dalle autorità competenti. Dopo la women marathon del 2014 il Ministro dell’Interno ci ha ricevuto e detto che avrebbe fatto il possibile per cambiare le cose, anche se purtroppo non è cambiato nulla.
Quali sono le reazioni alle vostre campagne?
Esistono reazioni di ogni tipo: c’è chi ci supporta e chi è contro di noi.
Quanti sono i casi di violenza in Libano?
Solo l’anno scorso ci sono stati un centinaio di omicidi correlati alla violenza domestica. Non esiste certezza perché molte persone nemmeno sporgono denuncia; sanno che non è facile a causa di una mancanza di leggi fondamentali per la tutela delle donne vittima di violenza domestica. Nel caso di omicidio, spesso gli assassini restano in prigione molto poco, magari per una decina di mesi e poi escono. Il sistema legislativo e la mentalità delle persone deve cambiare in favore dei diritti umani delle donne, in quanto essere umani uguali agli uomini. Senza una legge civile le donne non possono comprendere i propri diritti, e allora si sottomettono ai voleri dei loro famigliari o mariti.
Come vede il futuro prossimo? Ci saranno dei cambiamenti?
Non credo, senza una legge che permetta di perseguire chi commette reato è impossibile. Il nostro obiettivo rimane quello di far pressione per difendere i diritti di tutte le donne. Nena News