La scrittrice Fatima Sharafeddine, libanese, presenta il suo ultimo lavoro, anche questo destinato agli adolescenti: la storia di due ragazzi costretti a affrontare la questione stringente delle violenze domestiche
di Cecilia D’Abrosca
Roma, 16 agosto 2017, Nena News – Fatima Sharafeddine è un’autrice libanese di favole per bambini e romanzi per adolescenti. Ha scritto più di centoventi testi in lingua araba, poi tradotti in tedesco, spagnolo, catalano, francese, turco, inglese. Il titolo del suo ultimo lavoro è “Cappuccino”, disponibile per ora in lingua araba. Il tema centrale dell’opera, destinata al pubblico degli adolescenti e delle famiglie, è la violenza domestica. La storia si snoda attorno la pratica violenta esercitata da un membro della famiglia nei confronti di madri, figli e sorelle; nella fase finale, la condivisione del medesimo problema, crea vicinanza fra le persone e un forte sentimento di solidarietà che favorisce il cambiamento dello stato delle cose.
Dopo aver lasciato il Libanoper trasferirsi in Belgio nel 2011 con la famiglia, Fatima Sharafeddine decide di insegnare a leggere l’arabo ai propri figli. Ben presto si rende conto della carenza di testi di letteratura per l’infanzia scritti in lingua araba, a quel punto, intuisce che era arrivato il momento di trasformare la sua passione di inventare storie per bambini in una professione. In seguito, dichiarerà: “La scrittura contribuisce a mantenere l’equilibrio interiore, così come il disegno, la danza o la musica.”
Il linguaggio delle sue favole è semplice, diretto, confidenziale, privo di artifici letterari, le storie affrontano questioni sociali delicate, osservate ed analizzate a partire dalle competenze dell’autrice, che è anche pedagogista. Si raccontano storie di conflitti personali, che fotografano un passato ancora troppo invadente, o l’esigenza di riscattarsi e di cambiare il corso degli eventi. La funzione narrativa è fortemente educativa e i momenti della vita ai quali è dedicata attenzione, sono l’infanzia e l’adolescenza.
Il suo primo romanzo per adolescenti, “Faten”, ha come protagonista una ragazza che vive in un piccolo villaggio. Suo padre le trova un lavoro come domestica, presso una famiglia di Beirut. L’opera esplora le condizioni di vita dei dipendenti e dei lavoratori immigrati a Beirut. Il padre di Faten non sa che sua figlia, ambiziosa quindicenne, decide di mettere da parte il salario per proseguire gli studi in segreto. Il testo affronta tematiche culturali rilevanti: l’educazione femminile, il desiderio di dedicarsi allo studio, avvertito dalle ragazze giovani provenienti da comunità tradizionali, l’audaucia manifestata da una adolescente, di contravvenire, in parte, alla volontà del padre, intenzionato a spingerla ad una condizione di dipendenza e sottomissione nei confronti dei “padroni”, la fiducia in sé, che mostra Faten determinata ad esaudire i propri sogni.
“Cappuccino”. I due protagonisti, Anas e Lina, sono co-narratori della storia: le loro vite sono presentate, capitolo dopo capitolo, attraverso la loro voce. Intanto che la storia procede, affiorano le problematiche vissute dai due ragazzi all’interno delle rispettive famiglie. Sebbene il nodo tematico sia la violenza domestica, vi sono dinamiche che esplodono man mano che la loro amicizia si rafforza.
Il rapporto tra Lina e Anas è essenziale al fine di inquadrare i modelli di comportamento giovanili più diffusi, il modo in cui alcune situazioni sono da loro vissute, la forma di comunicazione scelta per descrivere la propria realtà, le risorse mentali adoperate per gestire un conflitto interiore, le soluzioni adottate per porre rimedio ad un rapporto famigliare tormentato e il conseguente assestamento psicologico.
In che modo un adolescente reagisce alle pratiche di violenza consumate in famiglia? Che ruolo ha l’amicizia quando si affronta un disagio in età adolescenziale? Tutto questo è ciò che Fatima indaga e racconta.
La famiglia di Lina ritorna in Libano, dopo aver vissuto a Parigi per anni, a causa della malattia del padre, il quale poco dopo muore. Lina continua a vivere con sua madre e sua sorella in Libano, dove comincerà la sua nuova vita. La ragazza instaura un bel rapporto di amicizia con Anas, un ragazzo suo coetaneo, ma all’inizio non riesce ad aprirsi con l’amico e a spiegargli quello che avviene nella propria casa.
Dopo la morte del padre di Lina, suo zio diviene tutore e custode della proprietà rimasta. Lo zio della ragazza controlla e prende tutto ciò che è loro, dando a Lina, alla madre e a sua sorella uno stipendio mensile per vivere.
Lina prova ad adattarsi alla sua vita libanese, combattendo con se stessa e cercando di reprimere la cultura che ha appreso a Parigi e lo stile di vita condotto in città. Lina ha una conoscenza limitata dell’arabo e una forte crisi identitaria, di conseguenza ha difficoltà a fare amicizia a scuola e a riconoscersi tra le alternative di vita sociale che le si presentano innanzi. Racconta ad Anas come la sua vita fosse diversa in Francia, quanto i giovani lì siano più produttivi e non vadano solo a rinchiudersi nei coffee shop (a differenza dei coetanei libanesi). Lina dice all’amico, inoltre, che le ragazze della sua età non pensano alla chirurgia plastica in Francia, come invece fanno le giovani in Libano.
Cosa avviene a casa di Anas? Studia alla scuola tedesca e frequenta un corso di yoga ogni venerdì. Vive con il padre, la madre e la sorella. Ha sempre timore di ritornare a casa per ciò che potrebbe avvenire in sua assenza. Anas vuole bene a suo padre ed è attento a comportarsi bene con lui per non farlo arrabbiare.
Il figlio si sente responsabile verso sua madre, che spesso è vittima degli abusi di suo marito. Per questo motivo la protegge e quando è fuori con i suoi amici inventa delle scuse per rincasare in anticipo ed accertarsi che sua madre stia bene. Non sempre approva l’atteggiamento di lei, la quale, molte volte, giustifica la reazione di suo marito, dicendo di essere stata picchiata per colpa sua.
Man mano che s’intensificano gli atti di violenza, la rabbia del figlio verso il padre, cresce. La madre di Anas lascia la casa in cui vive e cerca aiuto dai suoi parenti, i quali si rifiutano di accoglierla, poichè la famiglia di origine considera il divorzio un fatto vergognoso. Il contenuto dell’opera riporta all’inutilità delle apparenze, ma in primo luogo, all’importanza dell’amicizia quale sostegno nei periodi di crisi. Nena News