L’operatrice umanitaria Juana Ruiz è stata ritenuta colpevole di aver collaborato con una organizzazione palestinese illegale in quanto considerata di natura terroristica dallo stato di Israele. La condanna sarà comunicata il 17 novembre. Esultano i ministri israeliani Lapid e Gantz
di Marco Santopadre
Roma, 12 novembre 2021, Nena News – Mercoledì scorso il tribunale militare di Ofer, in Cisgiordania, ha condannato la cooperante spagnola Juana Ruiz Sánchez. La operatrice umanitaria 63enne, in carcere da ormai sette mesi, è stata ritenuta colpevole di aver collaborato con una organizzazione palestinese illegale in quanto considerata di natura terroristica dallo stato di Israele. La sentenza è il frutto di un accordo siglato con la difesa dell’imputata, che ha accettato di firmare una ammissione di colpevolezza in cambio dell’eliminazione di alcuni dei capi di accusa più gravi. L’entità della condanna verrà comunicata probabilmente il prossimo 17 novembre. La procura militare ha chiesto 13 mesi di reclusione.
La cooperante dell’Ong sanitaria palestinese Comitati di Lavoro per la Salute – con la quale lavora dal 1993 – è stata arrestata all’alba del 13 aprile scorso. Quel giorno, all’alba, una ventina di militari israeliani fecero irruzione nella sua abitazione a Betlemme, nella quale vive insieme al resto della sua famiglia da più di trent’anni. In quanto residente in una zona palestinese sotto occupazione israeliana è stata processata da una corte militare. Inizialmente è stata reclusa in un carcere di massima sicurezza di Tel Aviv in condizione di isolamento totale, e poi è stata trasferita in un vecchio penitenziario nella zona di Haifa. A luglio le forze occupanti hanno arrestato anche Shatha Odeh, la direttrice esecutiva dei Comitati di Lavoro per la Salute, insieme ad altri dieci operatori dell’Ong.
La cooperante ha accettato di dichiararsi colpevole di due dei cinque capi di accusa, i meno gravi – collaborazione con organizzazione illegale e traffico di valuta – in cambio di una condanna relativamente lieve e di una multa di 14 mila euro. «Ho sempre pensato di lavorare per una organizzazione legale» ha affermandosi Juana Ruiz davanti alla corte dichiarandosi innocente, ammanettata e con le catene ai piedi. Durante la sua dichiarazione, la donna ha anche lamentato di non aver potuto incontrare il suo difensore prima dell’udienza e di non aver potuto quindi conoscere i dettagli dell’accordo raggiunto tra questi e la procura.
La firma da parte della cooperante della dichiarazione di colpevolezza è stata immediatamente rilanciata in un comunicato da due ministri israeliani, il titolare degli Esteri Yair Lapid e quello della Difesa Benny Gantz, dando rilievo al fatto che l’operatrice sanitaria aveva raccolto fondi per una organizzazione legata al Fronte Popolare di Liberazione della Palestina (Fplp). Israele accusa la principale organizzazione della sinistra palestinese di aver creato negli anni una fitta rete di “organizzazioni della società civile”, come i Comitati di Lavoro per la Salute e altre sei ong palestinesi, per finanziare la propria attività tramite i finanziamenti ottenuti da privati, da istituzioni e dalla cooperazione internazionale.
L’avvocato difensore di Juana Ruiz, Avigdor Feldman (in passato legale di Mordechai Vanunu, il tecnico che svelò al mondo le caratteristiche del programma nucleare israeliano) ha respinto ogni legame tra la sua cliente e il Fplp denunciando una strumentalizzazione politica dell’accordo siglato con la procura militare.
Anche l’ong israeliana B’Tselem ha accusato i ministri Lapid e Gantz di manipolare l’accordo raggiunto tra difesa e procura “per criminalizzare le organizzazioni della società civile palestinese”. “Non hanno apportato nessuna prova e ora pretendono di utilizzare questo caso per chiudere e ridurre al silenzio queste associazioni” ha scritto l’organizzazione pacifista. Nena News