Secondo il controterrorismo iracheno, il raid, avvenuto nella provincia siriana di Dei Ez-Zor, ha ucciso Mu’taz Numan ‘Abd Nayif al-Jaburi, “governatore del nord dell’Iraq” e capo delle operazioni all’estero per il gruppo jihadista. Per ora gli Usa non confermano la notizia
della redazione
Roma, 27 maggio 2020, Nena News – Un raid della coalizione a guida Usa ha ucciso nella parte orientale della Siria una delle figure più importanti dello “Stato Islamico” (Isis). Ad annunciarlo in un comunicato è stata ieri l’agenzia del controterrorismo iracheno. La vittima, Mu’taz Numan ‘Abd Nayif al-Jaburi, guidava le operazioni all’estero del gruppo jihadista. Conosciuto come Hajii Taysir, Al-Jaburi era anche “governatore dell’Iraq” per l’Isis. Secondo la versione del controterrorismo iracheno, l’attacco sarebbe avvenuto nella provincia siriana di Deir ez-Zor e sarebbe stato compiuto dalla coalizione grazie all’intelligence fornita da Baghdad. Che l’area colpita sia proprio quello di Deir Ez-Zor non sorprende: in questa zona, infatti, c’era l’ultimo fortino jihadista conquistato definitivamente nel marzo del 2019 dalle Forze democratiche siriane (Sdf) a maggioranza curde sostenute dagli statunitensi.
Al momento la notizia non è stata confermata dall’esercito americano. Che al-Jaburi sia una figura ritenuta importante per Washington non c’è però alcun dubbio: il Dipartimento di giustizia Usa aveva posto lo scorso settembre una ricompensa di 5 milioni di dollari per chiunque avesse dato informazioni su di lui. Il Dipartimento, infatti, lo descrive come uno dei più importanti leader dell’Isis e ritiene che tra i suoi compiti all’interno del gruppo terroristico ci sia anche quello di supervisionare le ricerche per armi chimiche e biologiche.
Se la notizia fosse confermata, si tratterebbe della terza figura di rilievo dell’Isis uccisa nella regione petrolifera di Deir Zor questo mese. Il 17 maggio, infatti, un attacco congiunto delle Sdf e della coalizione internazionale anti-califfato ha ucciso due leader jihadisti: Ahamd ‘Isa Ismail Ibrahim al-Zawi (conosciuto come Abu ali al-Badhdadi) e Ahmad ‘Abd Muhammad Hasan al-Jughayfi (Abu Ammar). Il primo era ritenuto il “wali” (governatore) dell’area a nord di Baghdad. Il secondo, invece, si occupava dell’acquisizione e il trasporto di armi, di esplosivi e personale. Allora la coalizione commentò: “La rimozione dei leader [dello Stato Islamico] arresterà futuri attacchi contro civili innocenti e contro i nostri partner alla sicurezza nella regione”.
Sebbene ufficialmente sconfitto più di un anno fa, l’Isis continua a rappresentare una minaccia per i suoi attacchi a bassa intensità sia in Iraq che in Siria. Il deserto tra l’Anbar (nord ovest dell’Iraq) e Deir Ezzor in Siria è il rifugio dei suoi miliziani. Da qui sono lanciati attacchi mordi e fuggi nello stile classico della guerriglia che provocano morti e feriti tra le forze armate siriane e irachene. Dopo la pausa di marzo, in cui l’Isis ha sospeso le “operazioni” a causa della pandemia di Coronavirus, ad aprile sono ripresi gli attacchi jihadisti. Attacchi favoriti anche dai problemi interni iracheni e siriani. Nena News
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