Il massimo tribunale del Paese ha stabilito oggi che il voto referendario è “incostituzionale”. Il premier al-Abadi coglie la palla al balzo e chiede alle autorità del Kurdistan di sospenderlo
della redazione
Roma, 18 settembre 2017, Nena News – Il premier iracheno Haider al-Abadi ha chiesto stamane alle autorità del Kurdistan iracheno di sospendere il referendum sull’indipendenza dopo che la Corte suprema ha ordinato la sua sospensione. Secondo una nota rilasciata oggi dal massimo tribunale del Paese, “la separazione di qualunque regione o provincia dall’Iraq è incostituzionale”. “La corte suprema – continua il comunicato – ha dato l’ordine di sospendere il referendum previsto per il 25 settembre finché non avrà esaminato tutti i reclami di incostituzionalità che ha ricevuto”. Intervistato dall’Associated Press, il portavoce della corte, Ayas al-Samouk, ha detto “di aver ricevuto diverse proteste ed è per questo che abbiamo deciso di sospendere il referendum”. Secondo alcune fonti parlamentari, almeno tre deputati avrebbero presentato un reclamo contro il voto.
Nei giorni scorsi il leader curdo Massoud Barzani aveva provato a calmare le acque dicendo che il (prevedibile) “sì” referendario non avrebbe prodotto un’immediata dichiarazione d’indipendenza della regione autonoma curda, ma, piuttosto, avrebbe segnato l’inizio di “discussioni serie” con Baghdad. Barzani ha però già respinto una proposta statunitense che prova a sostituire il voto referendario con due anni di negoziati con il governo centrale.
Oggi, intanto, il segretario alla difesa britannico Michael Fallon ha detto che nel pomeriggio cercherà di convincere il leader curdo ad annullare la controversa consultazione popolare nel corso del loro incontro a Erbil. “Ci teniamo all’integrità dell’Iraq. Stiamo lavorando con l’Onu per trovare alternative a questo referendum” ha detto Fallon.
La decisione della corte suprema giunge ad una settimana di distanza dal “no” del parlamento iracheno al voto referendario. “Questo referendum non ha base costituzionale, è una minaccia all’integrità dell’Iraq garantita dalla costituzione, alla pace civile e alla sicurezza regionale” si legge nella risoluzione approvata dalla maggioranza dai deputati.
Oltre ad Unione Europea e Usa, ad opporsi fortemente al voto sono Turchia, Iraq, Iran e Siria che temono che l’indipendenza del Kurdistan iracheno possa avere ripercussioni dirette anche sui loro territori incoraggiando i desideri separatisti delle popolazioni curde presenti nei loro paesi. Unica voce fuori dal coro è ufficialmente Israele che, con il premier Netanyahu, ha annunciato di sostenere l’indipendenza di Erbil con cui Tel Aviv da anni intrattiene ottime relazioni commerciali. Nena News