Ennesimo attentato nella capitale, 12 morti. Nella città al confine con la Siria gli scontri continuano: almeno 51mila civili intrappolati
della redazione
Roma, 29 agosto 2017, Nena News – Lo Stato Islamico sotto pressione a Tal Afar, ultima vera roccaforte in territorio iracheno, colpisce altrove. Ogni giorno di più è chiara la nuova strategia militare dell’Isis del post-progetto statuale: destabilizzare i paesi in cui è presente, infilandosi nelle pieghe degli Stati falliti o semi falliti.
Ieri mattina Baghdad ha pianto le ennesime vittime di un attacco terroristico islamista: nel mirino di nuovo Sadr City, enorme quartiere sciita nella capitale. Un’autobomba è esplosa in un mercato di frutta e verdura e ha ucciso almeno 12 persone e ne ha ferite decine. Poco dopo è giunta la rivendicazione sull’agenzia stampa dell’Isis, Amaq.
L’esplosione ha distrutto parte del mercato e i vicini negozi. A terra, raccontano i giornalisti presenti, sangue, vetri, macerie. Per ore i bulldozer hanno lavorato per ripulire la zona, tetra procedura ormai nota agli abitanti di Baghdad.
Da una parte l’Isis colpisce, dall’altra fugge. Secondo quanto riportato dal generale kurdo iracheno Birwari, comandante peshmerga a Dohuk, i suoi uomini hanno individuato circa 200 miliziani islamisti mescolati ai civili fuggiti da Tal Afar e la battaglia in corso. Una realtà che viene pagata in primis dai civili: esercito iracheno e peshmerga sono accusati di abusi e violenze contro gli sfollati, soprattutto uomini, che vengono detenuti per giorni alla ricerca di miliziani nascosti tra loro.
E la battaglia a Tal Afar continua. L’esercito iracheno ha ripreso quasi interamente la città, a metà strada tra Mosul e il confine con la Siria e dunque strategica per ogni forza in campo. Lo è per l’Isis che da Tal Afar ha la possibilità di raggiungere il territorio siriano e che per tre anni è passata da qui per spostare uomini e armi; ma lo è anche per i paesi della regione, a partire dalla Turchia che non ha mai nascosto l’interesse per la zona, giustificandosi con la presenza di una maggioranza turkmena.
Sarebbero ancora duemila gli islamisti presenti in città e arroccati in alcuni quartieri della cittadina. I villaggi al momento liberati intorno a Tal Afar sono 22, in particolare a nord-ovest dove sono attive le unità di mobilitazione popolare, le milizie sciite che tensioni hanno generato all’interno del governo iracheno a causa della vicinanza all’Iran. Resta ancora occupata la zona di Ayadiha, valle circondata da colline dove vivono 51mila persone, di fatto intrappolate negli scontri. Nena News