Lo scorso 30 novembre Lubiana ha ufficialmente dichiarato il movimento sciita libanese “organizzazione terroristica” seguendo l’esempio di altri paesi europei. Un ultimo favore del premier Janez Janša all’amico Donald Trump
di Marco Siragusa
Roma, 12 dicembre 2020, Nena News – Nel 1997 gli Stati Uniti furono il primo paese al mondo a designare Hezbollah come “organizzazione terroristica” nella sua interezza, sia come partito politico sia come gruppo militare. Il primo paese europeo ad adottare una simile dichiarazione fu l’Olanda nel 2004 mentre l’Unione Europea, nel luglio 2013, inserì nella lista delle organizzazioni terroristiche solo l’ala militare di Hezbollah rifiutando di allargare la dichiarazione anche all’ala politica in quanto partito democraticamente eletto in Libano.
Quest’anno paesi come Germania, Repubblica Ceca, Serbia e Kosovo hanno seguito l’esempio di Stati Uniti e Olanda. Gli ultimi, in ordine di tempo, ad adottare una posizione ufficiale sono stati Lettonia e Slovenia. Lubiana ha approvato, il 30 novembre scorso, una dichiarazione in cui identifica l’intera struttura del gruppo libanese come “organizzazione criminale e terrorista che rappresenta una minaccia per la pace e la sicurezza”.
La Slovenia è governata dal marzo 2020 da Janez Janša, leader del Partito Democratico Sloveno e già premier dal 2004 al 2008 e dal 2012 al 2013. Durante la sua lunga carriera politica, Janša ha mostrato un costante spostamento da posizioni liberali anti-jugoslave a posizioni vicine all’estrema destra. Nota la sua vicinanza personale e politica con il presidente uscente degli Stati Uniti Donald Trump.
Janša è stato l’unico leader europeo a sostenere la battaglia di Trump contro i risultati elettorali del 3 novembre. In quei giorni il premier sloveno pubblicò alcuni tweet piuttosto emblematici dichiarando, il 4 novembre, che “è abbastanza chiaro che gli americani hanno eletto Donald Trump e Mike Pence per altri quattro anni”. Non stupisce quindi la volontà di seguire l’alleato statunitense nella sua battaglia contro Hezbollah, andando anche al di là delle posizioni espresse dall’Unione Europea.
L’esercito sloveno è inoltre presente in Libano con un piccolo contingente all’interno della missione delle Nazioni Unite Unifil, guidata dall’Italia. Oggi sono appena tre i militari sloveni presenti nella base militare di Shamaa, quattordici in meno rispetto ai 17 presenti nel 2017.
La dichiarazione del 30 novembre ha suscitato numerose reazioni, soprattutto tra i più tenaci oppositori di Hezbollah. Il ministro degli Esteri israeliano, Gabi Ashkenazi, ha ringraziato il governo sloveno per la decisione augurandosi che presto altri paesi europei e l’Unione nella sua interezza seguano l’esempio di Lubiana. Un ringraziamento ribadito dal presidente Reuven Rivlin durante la visita di Janša in Israele lo scorso 8 dicembre.
Altrettanto favorevole la nota pubblicata dal governo statunitense in cui si parla di “passo in avanti per aiutare a impedire che Hezbollah operi in Europa”. Di “crescente tendenza a liberarsi di ogni illusione” sulla natura dell’organizzazione libanese ha parlato anche l’amministratore delegato dell’American Jewish Committee, David Harris.
Il sostegno alla decisione di Lubiana è arrivato anche dalla parte del mondo arabo contrapposta all’alleanza iraniano-libanese. Il ministero degli esteri del Bahrein, Khalid bin Ahmed bin Mohammed Al Khalifa, ha affermato che la decisione “è un passo costruttivo e fondamentale” nella lotta al terrorismo e a Hezbollah in tutti i suoi rami organizzativi. Messaggio praticamente identico rilasciato dal ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita.