INTERVISTA alla nota Ong croata “Are you Syrious” che dal 2015 si batte in prima linea per fornire assistenza materiale e legale a migliaia di migranti bloccati al confine croato-bosniaco
Migrante steso sui binari a Tovarnik (Croazia) nel settembre 2015 (Foto: REUTERS/Antonio Bronic)
di Marco Siragusa
Sebenico (Croazia), 29 novembre 2019, Nena News – Nel marzo 2016, l’Unione Europea e la Turchia firmarono un accordo per la gestione dei flussi migratori. In breve tempo, la cosiddetta “rotta Balcanica” venne chiusa e migliaia di rifugiati rimasero intrappolati in un limbo senza via d’uscita. Negli ultimi mesi, la situazione al confine sud-orientale dell’Unione, quello tra Croazia e Bosnia-Herzegovina, è pericolosamente deteriorata a causa di privazioni materiali, violenze fisiche da parte della polizia e mancato rispetto dei diritti basilari.
Per capirne di più di quello che sta succedendo in quell’area, abbiamo intervistato l’ONG croata “Are You Syrious” che, dal 2015, si batte per fornire assistenza materiale e legale a migliaia di migranti bloccati al confine croato-bosniaco. Tra le azioni più importanti portate avanti dai membri di AYS rientrano i report prodotti quotidianamente e diffusi attraverso i loro canali.
Provando a fornire un quadro generale, quali sono i paesi di origine, l’età media e il livello di educazione dei migranti che arrivano nei Balcani?
I paesi di origine sono eterogenei e diversi: Afghanistan, Iran, Iraq, Siria, Marocco, Algeria, Pakistan, Palestina, Turchia, Bangladesh, etc.
L’età dei migranti e dei rifugiati che arrivano non mostrano un andamento particolare. Vediamo numerose famiglie con i loro figli più grandi così come neonati, uomini singoli, donne e sfortunatamente minori non accompagnati.
Il livello di educazione degli ultimi arrivati è difficile da valutare, poiché inizialmente tendiamo a concentrarci sul soddisfare i loro bisogni di base e provare a sistemarli dopo i loro complicati viaggi. Per quanto riguarda le persone con cui abbiamo passato del tempo in Croazia e abbiamo tentato di aiutare ad entrare nel mercato del lavoro, il livello di educazione è anche qui vario. Abbiamo visto persone istruite a livello universitario, come dentisti, architetti, ingegneri, insegnanti di musica così come operai che hanno provato a iniziare a costruire una vita decente come piastrellisti o installando condizionatori. Ci sono adolescenti che vogliono continuare i loro studi, così come persone che hanno lavorato nell’agricoltura o nel turismo.
Dopo l’ultima offensiva della Turchia nel nord della Siria vi aspettate un nuovo aumento degli arrivi?
Un nuovo aumento degli arrivi potrebbe ovviamente essere innescato dall’offensiva della Turchia in Siria del nord, ma è importante ricordare che la Russia e Assad stanno continuando la loro furia a Idlib, che i colloqui di pace con i talebani sono essenzialmente crollati e di conseguenza gli USA hanno portato avanti 1113 raid aerei e di artiglieria in Afghanistan nel solo mese di Settembre.
Dobbiamo ancora vedere se ci sarà un’escalation di violenza in Iraq e Libano verso i nascenti movimenti popolari a cui stiamo assistendo lì. In Iraq, più di 250 persone sono state uccise dal governo, così come in Iran dalle forze paramilitari, mentre i feriti si contano a migliaia. Parlando di migliaia, questo è il numero di bambini che soffrono la fame in Yemen.
Quello che stiamo cercando di sottolineare qui è che le persone stanno soffrendo in tutto il mondo e che gli arrivi, naturalmente, aumenteranno. Trent’anni dopo la caduta del muro di Berlino, noi abbiamo costruito l’equivalente di sei muri di Berlino sulla terra e speriamo che il mare ingoi quelli che tentano di attraversarlo. La questione reale è: riusciremo finalmente ad agire tutti insieme e rispondere in modo umano?
Nei vostri report denunciate le violenze della polizia di frontiera e il mancato rispetto dei basilari diritti umani. Cosa sta succedendo nel campo di Vučjak, al confine croato-bosniaco?
Ci sono circa 800 persone che vivono nel campo di Vučjak, che non riesce ancora a garantire i minimi (o qualsiasi!) standard umanitari. Vučjak attualmente rappresenta un chiaro esempio della mancanza di dignità e umanità per le persone in transito che tentano di chiedere asilo in Europa. Come abbiamo sottolineato nei nostri recenti report sulle violazioni dei diritti umani nel campo, si può vedere un sovraccarico, uno sforzo inadeguato e non coordinato, rafforzato da carenze statali, mancanza di volontà politica e pervasiva violenza e ostilità della polizia, compresa la violenza delle forze di sicurezza private nei campi gestiti dall’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni).
Questo è probabilmente ben illustrato dal nostro ultimo AYS Digest Special dal campo di Vučjak:
“Mentre scriviamo questo report la situazione è diventata ancora più precaria: le autorità hanno simultaneamente bloccato i fondi e gli aiuti umanitaria a Vučjak e hanno rafforzato gli sforzi per portare le persone in transito dagli spazi pubblici a Vučjak che adesso è sovrappopolato e con servizi scadenti, privo di assistenza medica e acqua. Come mostra questo report, la crisi a Bihać si estende oltre quello che succede all’interno del campo di Vučjak ed è intimamente connessa alle pratiche di frontiera dell’UE, in particolare ai respingimenti illegali a cui partecipano Croazia e Slovenia. Non c’è una soluzione politica se non quella di spingere/lottare per due obiettivi: garantire le necessità di base e il rispetto dei diritti umani per le persone in transito, e riformare il disfunzionale sistema di asilo dell’Unione Europea e la persistente mancanza di accesso a tale sistema alle frontiere dell’UE”.
Anche in Croazia, come nel resto d’Europa, i politici usano la lotta contro i migranti per ottenere consenso fomentando la paura? Il razzismo è più diffuso negli ultimi anni o, al contrario, la popolazione si è dimostrata solidale e accogliente?
I politici a cui manca un vero programma politico che servirebbe effettivamente a migliorare la vita delle persone spesso fanno affidamento sulla paura per guadagnare consenso politico. I rifugiati e i migranti sembrano essere diventati vuoti significanti e riversiamo le nostre paure e nevrosi sull’Altro, lo straniero, il musulmano, praticamente chiunque differisca in qualche modo da noi. Spesso li consideriamo criminali, bugiardi, ladri che sono venuti per portarci via il nostro modo di vivere, le nostre risorse ecc. Ma se ci fermiamo a pensare un secondo, Ahmad dalla Siria o Reza dall’Afghanistan sono arrivati molto dopo che le nostre vite sono state distrutte dalle privatizzazioni, dalla corruzione endemica e dalla disoccupazione che ha costretto i nostri giovani a lasciare il paese a decine di migliaia.
Così, non tutti si impegnano calorosamente nel nostro lavoro con rifugiati e migranti. Le persone tristi sono paralizzate da questa paura del diverso, così si rivolgono allo sciovinismo e al nazionalismo tossico. Abbiamo avuto esperienze ben poco piacevoli come atti di vandalismo contro il nostro ufficio, minacce di morte e qualche volta abbiamo dovuto chiedere protezione alla polizia.
Tuttavia, bisogna dire che le reazioni che ascoltiamo più spesso dai nostri concittadini sono straordinariamente positive. Le persone esprimono sostegno inviando calorosi messaggi di supporto, oltre a venire frequentemente nel nostro centro di integrazione, al fine di portare donazioni e chiedere come possono partecipare a offrire un caloroso benvenuto ai nostri nuovi amici.
Secondo voi, quali sono i limiti delle politiche europee in materia di flussi migratori?
Questo è piuttosto semplice: la mancanza di un passaggio sicuro, coordinato, corridori umanitari organizzati che metterebbero in salvo quelli che hanno bisogno. Quando la cosiddetta “rotta Balcanica” esisteva formalmente, le persone non avevano bisogno di rivolgersi ai trafficanti e mettere in pericolo la propria vita per avere asilo. Adesso vediamo persone che provano ad arrivare sotto i treni, sopra montagne innevate e fiumi le cui acque hanno provocato molte vittime. Inoltre, un grosso problema che si è intensificato negli ultimi anni è stato la criminalizzazione dei difensori dei diritti umani, come esemplificato dai casi dell’equipaggio IUVENTA, Sarah Mardini, Sean Binder, così come un nostro stesso volontario contro la quale il ministro dell’Interno croato ha sporto denuncia per “agevolamento dell’immigrazione illegale” perché era presente nel momento in cui la famiglia della defunta Madina Hussiny, con diversi bambini e minori, stava per avvicinarsi alla polizia croata e richiedere protezione internazionale. È stato accusato di aver favorito il loro passaggio dalla Serbia alla Croazia. Tuttavia, ha condiviso con la polizia resoconti dettagliati, prove scritte, nonché tre posizioni geografiche registrate relative all’evento specifico e le accuse sono state dimostrate false durante l’udienza in tribunale. Con l’accusa ufficiale, il ministero ha chiesto la sanzione più alta: la reclusione, un’ammenda di 43.000 euro e un divieto di lavoro per la persona giuridica, quindi per AYS. Nel settembre 2018, il tribunale ha ritenuto colpevole il volontario per “negligenza involontaria” ma ha respinto le sanzioni richieste e ha emesso un’ammenda minore (ma comunque sostanziale) di 8.000 euro. Abbiamo contestato questa decisione e adesso è in attesa dell’esito dell’appello.
Cosa vi aspettate dalla prossima Commissione Europea sulle politiche di accoglienza dell’UE?
Abbiamo imparato a tenere sotto controllo le nostre aspettative viste le passate esperienze. È stato piuttosto scioccante vedere l’UE dare alla Croazia il via libera per entrare nella zona Schengen. Questo è avvenuto dopo numerose segnalazioni che hanno messo in luce violazioni dirette delle disposizioni dello Schengen Border Code, nonché violazioni del diritto internazionale e dell’UE, tra cui la Convenzione di Ginevra sullo Status dei Rifugiati. Concordiamo sul fatto che entrare a Schengen migliorerà la qualità della vita dei cittadini croati, ma riteniamo moralmente discutibile il raggiungimento di questo obiettivo a sostegno delle persone più vulnerabili. Nena News
Belle parole e bei propositi, ma di questa gente quanti sono sicuri e non diventano terroristi? Daccordo per la accoglienza, per chi ha diritto, ma non per tutti quelli che vogliono entrare in Croazia o nella UE. Chi fa’ richiesta ed ha diritto ben venga, gli altri respingimento difetto.