Fonti non confermate del movimento palestinese parlano di un trasferimento di parte della leadership fuori dall’emirato, a causa di pressioni esterne
della redazione
Roma, 9 giugno 2017, Nena News – La crisi del Golfo, come previsto, investe anche Hamas. Fonti del movimento islamico palestinese hanno riferito al quotidiano giordano Al Ghad che una parte dei dirigenti del partito – in esilio in Qatar da quando ruppe con la Siria, che ospitava la leadership fuori da Gaza – ha lasciato l’emirato.
“Doha ha effettivamente chiesto ai leader di Hamas di lasciare il paese e in molti se ne sono andati volontariamente – dice la fonte – per togliere il governo dall’imbarazzo”. “Sono disposti a spostare la sede dell’ufficio politico altrove”.
Conferme non ce ne sono e i dubbi in merito restano: nonostante il riavvicinamento all’Iran con cui Hamas aveva rotto abbandonando il vecchio alleato, il presidente siriano Bashar al-Assad, per sostenere una parte delle opposizioni siriane, il movimento palestinese vive un difficile isolamento. C’è chi parla di Malesia o Turchia, come eventuale nuova sede dell’ufficio politico in esilio, ma di certezze non se ne hanno.
Ne aveva parlato la scorsa settimana anche al Mayadeen, tv libanese vicina a Hezbollah: il governo di Doha avrebbe girato ad Hamas una lista con i nomi dei leader di stanza in Qatar a cui viene chiesto di lasciare l’emirato. Si tratterebbe, dice l’emittente, di personalità con legami in Cisgiordania. La fonte sentita da al Mayadeen aggiunge che il Qatar non aveva intenzione di procedere, ma lo ha fatto in risposta a forti pressioni subite dall’esterno. Inoltre, spiega, già a marzo Doha aveva chiesto alla leadership palestinese di mantenere un profilo basso, ovvero di evitare troppe apparizioni mediatiche.
Dopo la caduta – via golpe – del governo dei Fratelli Musulmani in Egitto e l’uscita dal cosiddetto asse della resistenza (Teheran-Damasco-Hezbollah), Hamas è rimasto con pochi alleati nella regione. Tra questi Turchia e Qatar, con la prima che però mantiene rapporti stabili con Israele dopo il caso della Mavi Marmara e non ha mai effettivamente compiuto passi a favore della lotta di liberazione palestinese.
Il Qatar ha invece garantito un flusso costante di denaro, fondamentale a mantenere in piedi Hamas dopo l’operazione israeliana contro la Striscia del 2014, dalla quale Gaza non si è mai ripresa. Denaro fondamentale ma non sufficiente, viste le difficoltà del governo di Hamas di pagare gli stipendi dei propri dipendenti a Gaza, provocando proteste e subendo un calo di consenso.
Attaccato a ovest, dal Golfo, Hamas viene ora attaccato anche da est, dalla Libia: giovedì Khalil al-Hayya, uno dei leader di Hamas a Gaza, ha risposto alle accuse del generale libico Haftar, capo dell’esercito del parlamento ribelle di Tobruk, che aveva accusato il movimento di inviare uomini in Libia a nome del Qatar.
“Hamas non ha inviato e non invierà i propri combattenti e armi all’estero – ha detto al-Hayya all’agenzia turca Anadolu – Le nostre armi restano dirette solo verso Israele che noi continueremo a resistere anche se ciò significa sacrificare i nostri leader, i nostri figli e le nostre case”.
Accuse che servono ulteriormente a stringere il cerchio sul Qatar e i suoi alleati, ad aumentare la pressione. Pressione che potrebbe essere a monte dell’allontanamento di alcuni leader di Hamas da Doha se le dichiarazioni riportate da Al-Ghad si dovessere rivelare vere. Ieri il ministro degli Esteri qatariota, Mohammed bin Abdulrahman al Thani, ha ribadito ad al Jazeera il sostegno ad Hamas, con l’obiettivo di facilitare l’unità palestinese: “La presenza di Hamas è coordinata con gli Stati Uniti e i paesi della regione ed è parte del nostro sforzo di mediare tra le palestinesi per raggiungere la riconciliazione”.
Quei paesi della regione, però, adesso chiedono la testa di Hamas – tra gli altri – per riallacciare i rapporti con Doha: Arabia Saudita in testa, Bahrain, Emirati Arabi e Egitto (con il presidente al-Sisi impegnato da quattro anni per piegare il movimento islamico palestinese e di conseguenza Gaza) considerano Hamas prima di tutto come filiale dei Fratelli Musulmani in Palestina. Nena News